Magnus

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Magnus vide Alec ritornare a mani vuote con sua sorella. Lo aveva capito che lei lo aveva trascinato via solo per parlare, e in effetti Alec sembrava molto più calmo. Intanto Simon si mosse e andò a riabbracciare Isabelle , provocando il disgusto sulla faccia di Alec che decise di distogliere lo sguardo da sua sorella e dal suo fidanzato per guardare Magnus imbarazzato.
"Scusa Magnus, sono un po' stanco. Vogliamo muoverci verso casa?"
"Certo. Nessun problema."
Magnus si voltò per salutare Isabelle. Lei gli fece un sorriso rassicurante e allungò il braccio. Magnus rise e esibì nuovamente il suo baciamano. Lei ne fu talmente deliziata che guardò Simon, come intimandolo ad imparare il gesto. Magnus si mosse a seguire Alec che era già avanti di qualche metro. Era ancora un po' arrabbiato, così Magnus decise di non parlare di ciò che era successo prima con Micheal. La passeggiata proseguiva tranquillamente,fino al momento in cui Alec ruppe di colpo il silenzio.
"Piaci tantissimo a Izzy. Adesso obbligherà a quel poveretto di Simon di imitare il tuo baciamano elegante ogni volta che si vedranno."
Magnus cercò di sdrammatizzare per allentare la tensione che sentiva.
"Un po' di galanteria non ammazza nessuno. Le signore si devono trattare sempre con un certo riguardo."
Alec non rispose e andò verso la macchina con Magnus che lo seguì in silenzio. Lo tormentava vederlo così silenzioso quindi si decise a parlare.
"Senti Alexander. Se sei nervoso per quello che ha detto Micheal sappi che per me non conta niente. Tutto ciò che è successo prima non lo voglio nemmeno sapere. Io voglio solo accertarmi che proverai ad essere felice da ora in avanti. Solo di questo mi importa."
Lo aveva detto tutto di un fiato e con una convinzione tale che sorprese lui stesso. Alec, che si era sistemato sul sedile del guidatore, continuò a fissare il volante. Magnus pensò che non stesse riflettendo su quello che era successo con il biondo,ma su loro due. Alec fece un respiro profondo continuando a guardare fisso davanti a lui.
"Il problema Magnus è proprio questo. Che ti importa solamente di come sto. Non ti è sfiorato nemmeno per un secondo il pensiero di metterti con me sul serio. Per te sono un esperimento sociale, niente di più. Non sei diverso da Jace o da Isabelle che vogliono che mi faccia curare da una malattia che nemmeno loro sanno quale sia. Se avevo bisogno di qualcuno che mi offrisse un aiuto psicologico li avrei accontentati andando da uno psicanalista, no da un indovino. Sai cosa stavo pensando mentre camminavamo? Che ti avessero ingaggiato loro per convincermi a chiedere aiuto. "
Magnus era sconvolto. Come ha potuto pensare che la sua stessa famiglia avesse ideato un modo così meschino per aiutarlo?
"Alec ho visto come ti guardano Jace e Isabelle. Ti vogliono bene sul serio e non farebbero nulla per convincerti a fare qualcosa che non vuoi. E nemmeno io."
Alec distolse lo sguardo dal volante. Stavano fermi di fronte alla distesa verde di Central Park. Sembrava quasi che il colore fosse riflesso negli occhi di Alec creando un effetto verde-grigio che rendeva la sua espressione infinitamente triste. Magnus si costrinse a guardarlo negli occhi, anche se era difficile non rimanerne estasiati.
"Non ti ho portato qui per parlare di questo. Voglio sapere se intendi proseguire questa frequentazione per tentare di dare inizio a qualcosa.  Per quanto mi riguarda, se così non fosse può finire qui. Non ho bisogno di un assistente sociale che mi dica cosa sia giusto per me."
"Ma ti senti quando parli? Ora pretendi da me una risposta sincera quando te sei il primo che mente a se stesso. Io non ti avrò mai detto le mie vere intenzioni ma almeno io sono stato sincero su quello che sono,per tutto il tempo passato con te."
Alec non sembrava arrabbiato, ma sorpreso. Magnus aveva detto quelle cose con una rabbia tale che gli era parsa fin troppo sincera. Approfittò della situazione per continuare visto che Alec non sembrò riprendersi
"Più o meno Simon mi ha detto qualcosa sulla tua famiglia. Te ti sei tenuto tutto dentro e non mi hai fatto capire che soffrivi a causa dei tuoi genitori. Non pretendevo che tu me lo dicessi ma almeno non mostrarti come una persona che non sei e non fare finta che vada tutto bene. Io non ti ho mai visto per come sei veramente perchè tu per primo non lo hai mai permesso. E allora spiegami perchè io dovrei essere sincero con una persona che per prima non è sincera con me."
Alec abbassò lo sguardo. Magnus sapeva quello che stava per dire e non capiva se fosse la giusta soluzione o meno.
"Se le cose stanno messe così non vedo il senso di continuare ad uscire insieme. Ti accompagno a casa...."
Non finì nemmeno la frase che Magnus scese dalla macchina, chiuse le portiera e se ne andò verso la zona più isolata di Central Park. Non si voltò nemmeno una volta per controllare la reazione di Alec Lightwood. Controllò che non ci fosse nessuno intorno e mosse le mani in un movimento armonioso e ripetitivo. Il colore della sua magia era grigio spento come gli occhi di Alec prima di andarsene. Non voleva avere nessun conto in sospeso con lui, quindi prima di sparire completamente per apparire a casa sua, con un altro movimento istantaneo delle mani fece in modo che i soldi del pranzo offerti da Alec apparissero nella tasca dei suoi pantaloni.

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