Dopo essere stato per un paio d'ore fuori dall'abitazione dei suoi genitori, Alec ritornò a casa per prepararsi alla festa dell'Istituto. Poteva anche aver avuto la peggiore crisi della sua vita, anche se non ne aveva mai fatto una classifica, ma non poteva mancare quella sera. Si guardò allo specchio per vedere se gli occhi fossero ancora rossi e lucidi come aveva visto dallo specchietto della macchina. Non voleva farsi vedere da Jace in quelle condizioni perché sperava che almeno l'amico trascorresse una buona serata. Inoltre, sapeva che se gli avesse detto della crisi che aveva avuto a casa di suo a padre, lo avrebbe detto alla loro mamma. Già sarebbe stato difficile per lui fingere che andasse tutto ok, figuriamoci sentirsi addosso le loro occhiate preoccupate per tutto il tempo. Sapeva già che Isabelle aveva capito il suo umore prima di uscire. Aveva fiuto nell'individuare le sue debolezze sebbene non avesse mai usato questa abilità contro di lui. Tuttavia, per lui era problematico avere una persona in una stanza che indovinava le sue emozioni. Poi, non voleva essere consolato dalla sua famiglia. Sapeva che la sua tristezza era cronica e che nessuno l'avrebbe potuta alleviare. Nonostante l'amore che i suoi fratelli provavano per lui, gli attacchi di pianto erano irrefrenabili e la mancanza di respiro sembrava trascinarlo per terra per quanto gli premeva il petto. Alzò lo sguardo e guardò la sua immagine allo specchio. I suoi occhi erano ancora gonfi e gli angoli della sua bocca sembravano ancora più giù del solito. Sapeva che doveva cercare di riprendersi e fare finta che quella crisi non fosse arrivata ore prima della festa nell'Istituto. Si disse che una doccia era quello che ci voleva. Avrebbe immaginato che l'acqua portasse via tutto il dolore come faceva con lo sporco, ma sapeva benissimo che non tutte le macchie potevano essere tolte. Nella migliore delle ipotesi sbiadivano. Forse un giorno il suo dolore sarebbe stato sopportabile. Forse più avanti avrebbe imparato a non sentire più niente. Dopo la doccia prese il suo completo per la festa che ovviamente era stato approvato da Isabelle. Una camicia azzurra con giacca e pantaloni blu. Aveva sempre fatto conquiste vestito elegante e molti ragazzi lo apprezzavano fisicamente. Sinceramente non ci aveva fatto caso più di tanto, ma per motivi lavorativi curava molto il look e fortunatamente Isabelle lo aveva salvato parecchie volte da spese improbabili sul fronte vestiti. Mise un po' di gel sul ciuffo nero che gli cadeva sempre davanti. Era sicuro che sua madre glielo avrebbe spostato appena si sarebbero salutati. Era sempre stata premurosa con lui nonostante tutto. Quando suo padre lo aveva cacciato di casa, gli aveva prestato lei i soldi per poter andare a vivere da solo. Non era riuscita a convincere suo padre che abbandonare il figlio in mezzo alla strada non era il massimo dell'affettuosità. Sua madre dopo alcuni mesi aveva fatto capire ad Alec che poteva ritornare a casa quando suo marito non c'era. Tuttavia, qualcosa si era rotto e Alec non voleva avere contatto con tutto quello che riguardava suo padre. Quella ferita era sempre là che lo torturava, e vivere in quella casa sarebbe stato peggio come metterci del sale sopra. Sull'omosessualità e sul modo in cui suo figlio gestiva la sua vita sua madre si dimostrava neutra perché per lei contava che lui fosse felice. Ed era chiaro che non era così e lei lo avrebbe capito subito. Sentì un rumore di chiavi e subito la porta si aprì. Alec vide Jace entrare con il fiatone.
"Hai per caso corso? Ti prego non mi svenire per terra" Disse Alec.
"Quel maledetto ascensore! Perchè non l'hanno ancora aggiustato? Ho dovuto salire le scale con tutta questa roba!" Indicò i numerosi pacchetti con dentro scarpe, camice e completo da sera. Alec non si era neanche accorto che l'ascensore non funzionava. Aveva corso come un dannato per le scale senza pensarci due volte per allentare la pressione e sfogarsi con del movimento fisico. Intanto Jace lo squadrava: " Ma sei già pronto? Che ansia che sei pure tu!" Sbottò.
"Io devo andare prima cervellone. Sono l'organizzatore, ricordi?" Alec si sistemò i gioielli sui polsini.
"Devo andare a vedere se gli effetti speciali che ho preparato per gli ospiti questa sera sono pronti. Mi raccomando alle nove lì" Si sbrigò a dire dirigendosi verso la porta. Aveva voglia di uscire e prendere aria. Sperava che almeno la serata si salvasse e che i suoi amici si divertissero. Sarebbero stati tutti lì per lui e l'ultima cosa che voleva fare era deluderli.
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Mondi Paralleli
FanficFAN FICTION ISPIRATA ALL'EPISODIO 1x10 DELLA SERIE TV SHADOWHUNTERS Un altro giorno della lunga vita di Magnus è passato, non senza la speranza di quest'ultimo di un cambiamento che lo sorprendi. In contemporanea, Alec ha provato per l'ennesima vo...