Mentre Alec era girato a pancia sotto Magnus cercò di bagnargli anche la schiena. Decise di levargli la maglietta piano piano in modo che non rimanesse attaccata e non asciugasse più la pelle. Non fu difficile non svegliarlo perchè dormiva profondamente. Prese due cubetti di ghiaccio e iniziò a spalmarli sulla schiena di Alec. Mentre lo faceva lo guardava dormire estasiato. Quando abbassava la guardia aveva l'espressione serena di un bambino piccolo. La bocca e i contorni degli occhi, che erano sempre contratti in un sorriso, finalmente erano rilassati. Si era sforzato di sembrare arrabbiato quando lo aveva visto davanti la porta di casa sua, ma a stento era riuscito a contenere l'entusiasmo. Aveva corso dodici isolati sotto il sole cuocente solo per chiedergli scusa. Era da folli e a lui le follie piacevano. Questo significava che Alec era veramente dispiaciuto per come era andata il giorno prima. Distratto dai suoi pensieri Magnus non si era accorto che il ghiaccio si era sciolto e che stava strusciando la sua mano sulla schiena di Alec. La pelle era bianca e morbida come velluto, ma i muscoli erano tesi come strati d'acciaio. Approfittando del fatto che stava dormendo iniziò a massaggiargli le spalle. Gli dava fastidio che fosse così contratto e non capiva perchè quel ragazzo non si rilassava mai. Sotto le sue mani sentiva i muscoli tonici di Alec. In confronto alla sua carnagione color ambra,la sua schiena bagnata sembrava un campo di neve al sole. Quando si erano conosciuti all'Istituto, invece, aveva associato la pelle di Alec al petalo di un fiore bianco . Il suo volto era regale come quello di un principe, di una bellezza devastante e a tratti anche tormentata. Insomma l'incarnazione della perfezione secondo Magnus. Mentre prima che si addormentasse gli era sembrato vulnerabile e desideroso di affetto. Lo aveva capito dal modo in cui aveva spinto la sua guancia verso la sua mano. Gliene avrebbe date mille di carezze se solo gliele avesse chieste. Ma lui invece stava zitto, rimanendo impassibile davanti ai suoi stessi problemi. C'era da dire che anche Magnus aveva i suoi segreti e i suoi dubbi. Era chiaro che Alec Lightwood non lo lasciasse indifferente, ma come si doveva comportare riguardo alla sua magia? Era anche un po' per questo che non voleva impegnarsi in una relazione. Sarebbe stato difficile nascondere una cosa così grossa alla persona accanto a te. Se lo ripeteva quotidianamente, soprattutto nei momenti in cui immaginava un futuro insieme ad Alec. Ma ogni volta che se lo trovava davanti ogni forza di volontà spariva, facendo posto a un sentimento nuovo, di pura speranza. E di pura follia. Voleva prendersi cura di quel ragazzo. Voleva assicurarsi che fosse felice. Immaginava di non poter stare con lui come avrebbe voluto. Tanto valeva rimanere nella sua vita come una specie di angelo custode. Il che era buffo, dato che il sangue demoniaco scorreva nelle vene di Magnus. Ma questo Alec non lo avrebbe mai saputo. O almeno così Magnus sperava. Le palpebre di Alec ebbero un tremolio prima di aprirsi. Girò la testa verso le mani di Magnus, che in quel momento erano posate sulla sua schiena. Ributtò il viso sul cuscino del divano.
"Spero di non svegliarmi presto, è un bel sogno questo."
Magnus rise, decidendo di stare al gioco. La schiena di Alec era asciutta, così Magnus iniziò a muovere il dito appena sotto il collo di Alec. Il tocco era leggero e ripetitivo. Magnus disegnava dei cerchi che piano piano diventavano sempre più piccoli. Alec emise un verso che sembrava di gradimento.
"Ti piace?"
"Moltissimo. Peccato sia solo un sogno."
Già, peccato. Era un peccato che le cose non potessero cambiare, che non avrebbe mai potuto fare quello che voleva con Alec. Perfino un gesto semplice come quello lo induceva a disubbidire alle regole che si era imposto. Ciò che più gli pesava era che non poteva essere sincero con lui in tutti i casi. Si sarebbe dovuto sempre nascondere. Fino a un mese fa avrebbe dato di tutto per riavere la sua magia e Adesso che l'aveva, quasi voleva che svanisse. Da quello che sapeva non c'era modo di perdere i suoi poteri. Ci sarebbe voluto un angelo per fare in modo che ciò avvenisse. E per chiamare un angelo ci voleva uno Shadowhunter. Però Magnus sentiva che non aveva riottenuto i suoi poteri per caso. C'era qualcosa nell'aria che si doveva ancora scatenare e non capiva cosa potesse essere di preciso. Spostò il movimento del dito da sotto il collo di Alec al centro della sua schiena. Di risposta Alec la incurvò leggermente sotto la sua mano,
ricambiando il contatto. Avere un bellissimo ragazzo mezzo nudo sul divano di casa sua, e potergli fare solamente un grattino, era uno strazio. I piccoli peli bianchi sulla sua schiena si drizzarono sotto il tocco di Magnus. Alcuni muscoli erano tirati e tesi, pronti ad accogliere qualsiasi altro tipo di contatto. Magnus ne aveva avuti di compagni e compagne ma la sensualità che sprigionava Alec in quel momento lo faceva impazzire. Forse perchè quel ragazzo rappresentava per lui il frutto proibito, quello che non avrebbe mai dovuto desiderare.
"Ma quindi non era un sogno. Mi stai facendo veramente un grattino dietro la schiena."
La voce di Alec aveva interrotto i suoi pensieri ma Magnus era felice che si fosse finalmente svegliato.
"Da circa una ventina di minuti. Ti ha dato fastidio?"
Magnus quasi sperava che dicesse di sì per non provare compiacimento nell'avergli dato piacere.
"Ehm...per niente. Per me puoi pure continuare. Mi hai tolto anche la maglietta?"
Magnus era nell'imbarazzo più totale.
"Te l'ho tolta per bagnarti anche la schiena. Anzi ti suggerirei di andare a farti una doccia fredda, per sicurezza."
Alec rise sia con la bocca sia con gli occhi.
"Una doccia?A casa tua? E perchè dal bagnarmi la schiena sei finito a farmi i grattini?"
Magnus si sentiva caldo e avrebbe scommesso che le guance fossero diventate di fuoco.
"Non ti fare strane idee, Lightwood. Ricordati che non ti ho ancora perdonato per essere stato così scemo e per avermi fatto perdere una mattinata intera. Se vuoi farti una doccia qui,bene. Se vuoi uscire a prendere altro sole e a svenire di nuovo, meglio ancora."
Intanto Alec si era alzato e Magnus tentava in tutti i modi di guardarlo negli occhi senza distogliere lo sguardo. Ci mancava solo che lo beccava mentre gli fissava il corpo.
"Tranquillo, Bane. Ti lascio la mia maglietta visto che te ne sei impossessato."
Magnus sbuffò.
"Ti preferivo quando eri morente sul divano. Almeno lì stavi zitto."
"E così mi potevi toccare a tradimento, ma lasciamo stare. Dove il bagno qui?"
Magnus ignorò il doppio senso della frase, se no non ne sarebbe uscito vivo.

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Mondi Paralleli
FanfictionFAN FICTION ISPIRATA ALL'EPISODIO 1x10 DELLA SERIE TV SHADOWHUNTERS Un altro giorno della lunga vita di Magnus è passato, non senza la speranza di quest'ultimo di un cambiamento che lo sorprendi. In contemporanea, Alec ha provato per l'ennesima vo...