Magnus aveva appena finito di cambiarsi. Si era fatto prendere le misure da Catarina nel suo negozio di vestiti e gli aveva commissionato un abito elegante. Lei si arrabbiò molto all'inizio perchè era da tanto che non si vedevano, però alla fine decise di aiutarlo. Parlarono dei tempi andati mentre lei gli prendeva le misure con il metro. Magnus era sul punto di dirgli che aveva riacquisito i poteri ma alla fine lasciò perdere. Il pericolo era troppo alto per lei e le ci volle tanto ad adattarsi alla sua vita mondana, quindi gli risultò una cattiveria sbatterle in faccia i suoi poteri. Alla fine optò per un abito grigio chiaro con tanto di papillon e fazzoletto in tasca a quadri. "Un vestito da gran signore" aveva commentato Catarina. Magnus lo trovava esagerato e non se lo avrebbe indossato in situazioni normali. Sapeva che Alec si sarebbe tirato a lucido per bene, quindi Magnus voleva fare bella figura al suo fianco. Erano le 8:10 e Magnus era già davanti al ristorante. L'ansia lo aveva spinto ad uscire prima nonostante si fosse dato appuntamento con Alec per le 8.25 fuori dal ristorante. Da quel pomeriggio aspettava di vederlo però ritenne stupido aver anticipato di quindici minuti l'appuntamento sperando che anche lui arrivasse in anticipo. Alec era diverso da lui e non stava provando sicuramente la sua stessa ansia. Gli conveniva aspettarlo fuori e guardare un po' in giro. Fuori c'era tantissima gente in fila per prenotare il tavolo. Dentro di sè magnus ringraziò Rafael per avergli prenotato un tavolo con così poco preavviso. Magnus lo aveva aiutato durante i suoi primi giorni da vampiro ma da quando aveva perso i suoi poteri si erano incontrati raramente. Nonostante quello che gli aveva detto al telefono sperava di vederlo quella sera.
"Magnus"
Si girò e finalmente vide Alec Lightwood in tutto il suo splendore. L'abito blu notte risplendeva sotto la luce mettendo in risalto la sua pelle diafana e i suoi capelli neri. Magnus si avvicinò come ipnotizzato. Era curioso di vedere il contrasto del colore del vestito con gli occhi di Alec. Si fermò a un metro da lui, emozionato e indeciso su cosa fare.
"Alexander"
Alec gli rivolse uno dei suoi sorrisi più belli. Era un sorriso nervoso ma comunque sincero e limpido. Tipico di Alec. Si osservarono per una trentina di secondi non sapendo cosa dire e cosa fare. Magnus era come in trance. Non riusciva a staccare gli occhi da Alec e a smettere di sorridere come un adolescente alle prese con la sua prima cotta . La sua bellezza sembrava irreale, troppo per questo mondo grigio e senza magia.
"Vogliamo entrare?"
Aveva sempre stampato in faccia il suo sorriso, però velato da una lieve ombra di imbarazzo. Magnus decise di rompere quel momento di sconcerto e offrì il braccio ad Alec. Le sue guance si tinsero di un lieve rossore (dettaglio che Magnus trovò delizioso) e dopo un timido sorriso gli prese il braccio. Entrati Magnus disse alla cameriera il nome con cui aveva prenotato il tavolo e allo stesso tempo con gli occhi andò in cerca di Rafael.
"Cerchi qualcuno?"
Alec lo guardava angustiato. Magnus per rassicurarlo gli fece un piccolo sorriso.
"No, no. Sto solamente fantasticando sul nostro tavolo. Non ho occhi che per te questa sera, fiorellino."
Alec alzò gli occhi al cielo.
"Solo tu puoi "fantasticare su un tavolo". E non chiamarmi più fiorellino."
Magnus rise all'espressione disgustata di Alec.
"Qualcuno qui è nervoso."
Alec gli lanciò un'occhiata rude però le sue guance lo tradirono.
Sembrava che la cameriera li stesse scortando in un altro universo.
"Adesso va a finire che andrò a cercare Rafael per ammazzarlo. Dove ci ha piazzati? Dall'altra parte di New York?" Pensò Magnus mentre camminava.
Entrarono in una sala vuota con un tavolo per due al centro. Era apparecchiato perfettamente e non aveva niente da invidiare ai tavoli nelle altre sale. Al centro c'era un biglietto con una scrittura in corsivo.
"Il tavolo è riservato all'indovino Magnus Bane. Trattatemelo bene perchè a trattarlo male ci sono già io. Rafael."
Magnus era alquanto stupito. Alec si mise accanto a lui e prese il cartello dalle mani di Magnus.Dopo un tempo che sembrò a Magnus interminabile si decise a parlare.
"Dunque era questo Rafael che stavi cercando prima."
"Sì. È il proprietario di questo ristorante. Ci conosciamo da tanto."
Alec sembrò ragionarci su.
"Mi piacerebbe conoscerlo."
Magnus fece una smorfia ignorando il tono con cui Alec aveva detto "conoscerlo".
"Dubito che si farà vedere questa sera. È un tipo alquanto strano. Lo conosco da anni e non mi sono abituato ancora ai suoi toni scorbutici."
Presero posto a tavola. La fiamma della candela danzava in mezzo a loro rendendo tremolante il viso di Alec.
"Ci sono altri amici di cui devo sapere l'esistenza?"
Magnus alzò un sopracciglio e decise di rispondere in maniera chiara e calma.
"Sì. Forse ti interesserà sapere che oltre a Rafael conosco anche Ragnor e Catarina. E anche altre centinaia di conoscenti che ti farò conoscere appena tu mi metterai sul tavolo la lista di tutti i tuoi ex."
Ok non era proprio una risposta calma, ma almeno era chiara.
Alec sicuramente non se lo aspettava. Si passò la mano sul viso e assunse una posa riflessiva.
"Scusami Magnus. Non mi era mai capitato di essere nervoso per un appuntamento."
Magnus sentì che era sincero.
"A quanto pare non ti era mai capitato neanche di essere geloso di qualcuno."
Alec alzò lo sguardo su di lui. Le chiazze verdi nei suoi occhi davanti alla fiamma sembravano quasi timide. Apparivano e scomparivano.
"Neanche di tenere così tanto ad una persona che non sia parte della mia famiglia. Tutto questo è ....nuovo per me."
Magnus allungò la mano verso la sua.
"Beh ti sorprenderà, ma anche tu sei nuovo per me."
Gli passò il pollice sopra il dorso della mano e di risposta Alec gli indirizzò un sorriso timido e dolce. Durante la serata le chiazze dei suoi occhi divennero meno schive e decisero di manifestarsi in tutta la loro bellezza. C'erano lunghi momenti di silenzio in cui Magnus si fermava a guardarle, incantato da tanta bellezza. Non erano momenti imbarazzanti, ma attimi necessari per studiarsi a vicenda e trovare un'intesa visiva e mentale. Magnus si ritrovava spesso a osservare Alec di sottecchi. A contare quanti respiri faceva in un minuto a seconda dell'umore che aveva. Quante volte sbatteva gli occhi quando era nervoso. Stava diventando tutto un'abitudine e per nulla al mondo voleva rinunciarci. Al contrario, voleva di più di quanto si fosse concesso fino ad ora.
"Se abbiamo finito qui io direi di pagare il conto e di uscire. Ti va?"
Alec annuì incurvando i lati della bocca.
"Il capo ci ha detto che vi offriva tutto lui. Non costringeteci a disobbedirgli."
I camerieri erano abbastanza spaventati da un'eventuale reazione di Rafael. Effettivamente era proprio un tipo bizzarro. Ma magnus lo ringraziò in silenzio promettendosi di andarlo a trovare più spesso.
Usciti Alec gli mise un braccio dietro la schiena . Era la prima volta quella sera che lo toccava per sua iniziativa.
"Fa un po' freddo qui fuori."
Le sua labbra erano vicino all'orecchio di Magnus, e nonostante lui il freddo non lo sentisse rabbrividì.
"Meglio andare a casa mia, non trovi? La passeggiata la faremo un'altra volta."
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Mondi Paralleli
FanfictionFAN FICTION ISPIRATA ALL'EPISODIO 1x10 DELLA SERIE TV SHADOWHUNTERS Un altro giorno della lunga vita di Magnus è passato, non senza la speranza di quest'ultimo di un cambiamento che lo sorprendi. In contemporanea, Alec ha provato per l'ennesima vo...