Alec

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Alec stava impazzendo. Non sapeva come mascherare la sua attrazione per Magnus. E a quanto pare la cosa era evidente persino ad Antonio. Si era fatto un viaggio mentale sulla preferenza di Magnus per la carne cotta. Aveva detto di averlo fatto solamente per "un caso speciale". Non sapeva cosa avesse capito Antonio della faccenda ma qualcosa aveva intuito. Poi si era messo a parlare della carne cruda da mangiare quando davanti aveva le braccia di Magnus in bella mostra. Che strazio. In quel momento si costrinse a mangiare quella fetta di bistecca, consapevole di non poter saziare con un altro tipo di carne la sua vera fame. Nonostante Magnus dimostrasse qualche anno più di lui appariva puro e innocente ai suoi occhi. Per questo lo desiderava ma al tempo stesso lo frenava dal fare mosse avventate. Per fortuna Magnus aveva cambiato argomento e non si era neanche lontanamente avvicinato ai suoi pensieri lussuriosi. Nonostante le diverse opinioni e i diversi caratteri c'era tra loro un' intesa che non riusciva a capire. Era curioso di sapere se almeno su qualcosa andassero d'accordo. D'altronde erano lì per questo.
"Che ne dici di ordinare dell'acqua? Tutta questa carne mi sta facendo venir sete. Scommetto che ci tocca ordinare quella naturale perchè è più leggera e sgonfia e bla bla bla"
Magnus sogghignò.
"Non avevo dubbi che ti piacesse l'acqua frizzante"
"Dai, guarda il lato positivo. Tra di noi non possiamo sbagliare."
Intanto arrivò Antonio.
"Come sta andando qui ragazzi?"
Alec gli sorrise.
"Tutto bene. Il signor Magnus Bane ha gradito molto la bistecca."
Antonio assunse un'aria soddisfatta.
"Per le mie fantasticherie ho dimenticato di chiedervi se volevate un contorno per la carne. Alec, le tue patatine fritte stanno arrivando, la domanda era rivolta al signor Bane."
Alec alzò le braccia in segno di esasperazione.
"Magari per questa volta volevo un contorno diverso dal solito. Magari avrei voluto la stessa cosa di Magnus."
Magnus aggrotolò le sopracciglia.
"Perchè? Volevi le verdure?"
Alec sbuffò.
"Ti pareva che non prendeva qualcosa di salutare. Per questa volta prendo le patatine visto che sono quasi pronte e odio buttare il cibo."
Si sentì la forte risata di Antonio.
"Per questa volta? Ma se sono più di 10 anni che vieni a mangiare qui e ordini sempre le patatine con la bistecca. Non l'hai nemmeno vista una verdura in vita tua."
Anche Magnus inziò a ridere.
Antonio si asciugò una lacrima che gli stava scendendo per le troppe risate.
"Adesso ragazzi vado a prendervi i contorni."
Magnus lo guardò andare via con il sorriso sulle labbra.
"Quasi quasi l'appuntamento glielo faccio gratis."
"Già me lo vedo sul tuo sito scritto in grande APPUNTAMENTO GRATIS PER CHI PRENDE IN GIRO ALEC LIGHTWOOD. Penso che mia sorella e Jace entrerebbero gratis per tutta la vita."
Magnus gli rivolse uno sguardo penetrante.
"Jace? Il biondo della festa che stava appiccicato alla ragazza dai capelli rossi?"
"Sì, è il mio coinquilino. Pensa che alla festa lui e Clary, la sua ragazza. Dopo il festeggiamento l'ho ritrovato in una stanza dell'Istituto di cui nemmeno sapevo l'esistenza, mentre lei è stata ritrovata da mia sorella. Diceva che non sapeva come fosse arrivata alla festa. Pensa quanto stavano fuori."
Magnus abbassò gli occhi e guardò il vuoto per un momento. Alec si prese un momento per ammirare nella piena luce della stanza l'uomo davanti a lui. Si stava soffermando sul suo viso questa volta. Le ciglia avevano una forma armoniosa che si adattava benissimo ai suoi occhi a mandorla. Le labbra, non troppo carnose, ma perfette per il suo viso erano di un rosa chiaro un po' in contrasto con la sua carnagione quasi dorata. Anche durante gli incontri passati avrebbe voluto osservare più attentamente il suo viso ma purtroppo Magnus era inarrivabile da quel punto di vista. Beh pure sotto ad altri . Non sapeva come comportarsi con lui. Una parte di Alec diceva di controllarsi e di aspettare il momento in cui si sarebbe più esposto ma l'altra gli diceva di essere schietto e di non girare troppo intorno all'osso. Arrivarono i piatti. Alec si chiese come facesse Magnus a mangiare così di gusto la verdura. Lui aveva questo ricordo traumatizzante di lui che mangiava gli spinaci e vomitava.
"Sicuro che non ne vuoi un po'?" Chiese Magnus indicando il piatto davanti a lui.
"No grazie. Stavo giusto pensando a un ricordo legato alla verdura e stavo per rimettere."
"Il 55% dei bambini ha un brutto ricordo legato alla verdura. Forse se l'assaggiassi..."
"Non oggi grazie."
"Adesso non avrò pace finchè non l'assaggerai."
Alec sorrise. Avrebbe potuto non mangiare la verdura per sempre così Magnus per suo puro interesse sarebbe uscito con lui. Finirono di mangiare e si alzarono per pagare il conto. Magnus lo fermò.
"Alec, fammi pagare almeno Antonio per il servizio."
"Tranquillo, sei stato già gentile che gli riduci il prezzo per l'appuntamento. Lascia fare a me."
Antonio fu come sempre cordialissimo. Salutò Magnus con un abbraccio, come se fosse un cliente abituale che viene lì da trent'anni. Appena usciti per Alec fu istintivo accendersi una sigaretta.
"Fumi?"
Il tono di Magnus non era tanto di rimprovero quanto di sorpresa.
"Sì. Perchè?"
"Niente e che non lo avrei mai detto. Di solito chi fuma ha i denti sporchi e puzza di fumo. Mentre te hai un sorriso bianchissimo e un buon profumo."
Magnus si bloccò con l'espressione di uno che aveva detto la cosa sbagliata al momento sbagliato. Per Alec non era così. Sorrise godendosi quel suo momento di spiazzamento.
"Quindi avrei un sorriso bianchissimo? E di cosa profumo esattamente?"
Magnus arrossì. Poi fece una cosa che sorprese Alec. Rispose alla domanda.
"Beh sì, intendevo dire che i tuoi denti sono bianchi. Un bianco acceso, quasi accecante. E non saprei dire di cosa profumi perchè odori di....di Alec. È il tuo profumo e non l'ho mai sentito su un'altra persona."
Alec avrebbe voluto dirgli che andava pazzo per il suo di profumo. Lo sentiva anche quando lui non c'era ed era quasi diventato un'ossessione. Ma Magnus era troppo imbarazzato per sentire o aggiungere altro quindi decise di passare alla seconda parte del pomeriggio senza farlo morire di vergogna. Anche se avrebbe dovuto aggiungere che di imbarazzante non c'era niente.
"Senti, che ne dici se andiamo a prenderci un gelato a Central Park ?"
In quel furgoncino dei gelati lavorava Jace. Fortunatamente quel giorno aveva la giornata libera.
"Per me va bene. Ci sarà da percorrere l'intero parco per smaltire questo pranzo."
Alec pensò dentro di sè:" Ma anche tutta New York, basta che ci sei te."

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