Jace

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Jace guardava il tramonto visibilmente rapito da tutto quel rosso. Cercò di attirare l'attenzione di Alec che non distoglieva lo sguardo dal suo cellulare. Si chiese se stesse chattando con un altro dei suoi amici. A pensarci bene, "amici " era un po' un parolone, visto che dopo un'avventura di una notte li bidonava tutti senza spiegazioni. Personalmente, a lui non dava fastidio che il suo migliore amico fosse omosessuale,  e neanche che almeno tre volte al mese portasse  dei ragazzi nell'appartamento che condividevano insieme, ma si chiese per quanto tempo ancora questa storia sarebbe continuata. Avrebbe trovato qualcuno che gli andasse bene o avrebbe continuato ad allontanare ogni suo spasimante? Alec sembrò finalmente distogliere l'attenzione dal suo cellulare per guardarlo. I suoi occhi, di solito marroni, adesso mostravano delle sfumature di verde chiarissimo, visibili solo con la luce del sole. A Jace avevano sempre ricordato le prime foglie della primavera sovrapposte ai colori dell'autunno.   Dopo tutti i pensieri riguardanti la sfera privata del suo amico, non si trattenne nel chiedere: " Come va con Michael?".
" Con chi?" Alec aveva l'aria confusa.
Jace pensava che scherzasse, ma in realtà percepì che la sua voce era veramente colma di sorpresa. Si chiese istintivamente se avesse capito male lui il nome del ragazzo che Alec aveva conosciuto la notte prima.
"Il ragazzo che è venuto ieri sera qui e che questa mattina ha fatto colazione con me."
"Non ricordavo che si chiamasse Micheal." Alec piegò la testa di lato non preoccupandosi minimamente di nascondere la sua confusione. 
"Me lo ha detto lui quando facevamo colazione e lo consolavo a causa tua." Jace ripensò alla faccia abbattuta del povero ragazzo e provò un po' di pena per lui. 
"Dov'ero io in tutto ciò?" Alec iniziò a ridere .
"Nel mondo dei sogni, suppongo." Jace aveva il sorriso sulle labbra"Era disperato," continuò "diceva che lo avevi cacciato via quando ha tentato di abbracciarti questa mattina."
"Sì, è vero. Odio le effusioni di prima mattina." Rivelò Alec disgustato.
"Odi proprio essere toccato la mattina. Non potrò mai scordare il cazzotto che mi hai dato solamente perchè ti avevo sfiorato la spalla per svegliarti." " Beh, te lo meritavi. " Alec gli tirò un pugno giocando. Jace gli voleva un gran bene  e sperava vivamente che l'amico trovasse una persona che lo amasse per la persona che era quando era con lui. Jace non sapeva spiegare il suo comportamento nei confronti dei ragazzi che erano interessati a lui e si chiese se Alec in un primo momento vedesse in ciascun uomo che portava a casa un potenziale compagno, e che poi, tolto il capriccio, ritornasse ad assumere il ruolo della persona fredda e distaccata che allontana tutti e tutto.Alec lo riportò alla realtà chiedendo:" Pronto per l'anniversario dell'Istituto?" Jace si ricordò immediatamente della festa organizzata da Alec per festeggiare l'ennesimo anno dell'Istituto. Era un edificio antichissimo, non si era neanche sicuri della data di costruzione. "Prontissimo, non mancherei per niente al mondo. Agitato?" Glielo chiedeva perchè ci teneva particolarmente anche se non lo dava a vedere.
"Abbastanza, ci ho messo anima e corpo per organizzare questa festa, e il tema è pazzesco." Alec aveva  un tono eccitato e contenuto allo stesso tempo. Si sentiva soprattutto quando si soffermava sull'aggettivo "pazzesco".
"Non voglio nemmeno chiederti quale sia. Lo vedrò lì"

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