Leif si dimostrò un'ottima guida nelle miniere.
Sapeva tutto di tutti. A quale gilda apparteneva il mago che mi indicava, il motivo della punizione, quanto tempo gli rimaneva da scontare e come si rendeva utile lì dentro.
Nel caso non fossero maghi, mi spiegava da quale provincia provenissero e per quale motivo fossero stati accusati. Conosceva ogni angolo di quei cunicoli senza fine, il nome di tutti e aveva dato un soprannome ai carrelli che scorrazzavano su quelli che lui aveva definito binari.
Parlava sempre. Di tutto. Quando non sapeva di chi parlarmi, mi raccontava di sé, di come avesse compiuto diciotto anni da due mesi e avesse festeggiato prendendo il lavoro che l'aveva condotto nelle miniere.
Aveva accettato di recuperare una tiara che apparteneva a una famiglia nobile caduta in disgrazia. I figli della signora avevano impegnato l'oggetto per pagare dei debiti e quando la madre ne aveva scoperto la scomparsa aveva cercato di riprenderla con scarsi risultati. Chiunque l'avesse comprata voleva il doppio del denaro che aveva dato ai ragazzi e lei per vendetta aveva ingaggiato Leif per rubarla.
A detta sua, il lavoro era andato per il meglio: aveva sedotto due ragazze della servitù per farsi assumere come garzone del palazzo e poi aveva sedotto la moglie dello strozzino per farsi dire dove tenesse la tiara.
L'aveva rubata nel cuore della notte e l'aveva riportata alla donna con tutti gli onori. Avrebbe dovuto finire per il meglio se Leif non fosse andato a letto con la nobile che gli aveva offerto il lavoro e poi aveva cercato di derubare anche lei di alcuni gioielli.
Da quel che avevo capito, Leif non riusciva a tenersi le mani in tasca e il pendolo nei pantaloni. Non era finito sulla forca perché la donna lo aveva denunciato solo per il tentato furto e aveva interceduto con il Concilio e il suo Signore per solo dargli una punizione e non farlo impiccare. I vecchi del Concilio avevano deciso di fargli scontare un anno nelle Miniere di Arga. Così facendo avevano condannato tutti quelli che avevano a che fare con Leif a diventare sordi.
«Vedi?» disse una volta conclusa la sua storia. «Le donne impazziscono per me».
«Come no» risposi tappandomi il naso. Sporco com'era ora qualsiasi donna sarebbe fuggita a gambe levate o lo avrebbe costretto a un bagno con la forza. «Cadono ai tuoi piedi».
«Esatto! Mi capisci subito! Dove eri nascosta, sorellina?».
Il più lontano possibile, pensai.
«Vieni! Andiamo di qua. Ho un sacco di cose da farti vedere». Mi sospinse, indicandomi un lungo cunicolo illuminato da torce poste a intervalli regolari. «Ti ho già detto che ho otto fratelli? Itiah, mia sorella, è la più grande, poi c'è Hearion e...».
Smisi di ascoltarlo nel momento in cui iniziò a parlare di tutti i suoi fratelli.
Non stava mai zitto e mi chiedevo come potesse respirare e mangiare parlando. Iniziai a sospettare che la mia vera punizione fosse l'avere a che fare con lui.
«Ma parli anche quando dormi?» sbuffai a un tratto.
Leif mi sorrise, cingendomi la vita con un braccio. «Esatto! Ci capiamo, sorellina! I miei fratelli e i miei compagni di dormitorio mi hanno detto che parlo nel sonno. Comunque ti dicevo, vedi quello là? Con tutte quelle scarificazioni nere sulle braccia? È stato condannato qui per vent'anni. Ha sedotto e derubato quindici donne di buona famiglia. E con tutti quei padri arrabbiati il Concilio non poteva non dargli una punizione esemplare. È stato catturato da alcuni maghi nella Provincia di Ta'Ner. Incredibile, eh? Sei mai stata nelle provincie del sud? Dicono che faccia caldo per la maggior parte del tempo e che le donne siano fantastiche. Devo andare a controllare di persona appena esco. Magari non quelle sposate. Alcuni dei nostri maghi più potenti sono andati lì a dare la caccia alle furie. Anche mia sorella ha partecipato, una volta. Ti ho già parlato di Itiah?».
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Vento
FantasyIl Regno di Lanica è una terra amata dagli Spiriti. Nonostante la loro presenza sia scomparsa da tempi immemori, non è sparita la loro magia, che con il passare dei secoli ha impregnato la natura e gli uomini. I loro figli prediletti vengono chiama...