La Gilda Del Vento

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Avevo sonno e anche fame, come mi ricordava lo stomaco borbottando ogni cinque minuti.

Appoggiai la testa sul tavolo di legno massiccio, continuando a fare scarabocchi sulla pergamena con la mia piuma. Nemmeno l'aria fresca che entrava dalle grandi finestre alle mie spalle riusciva a contrastare il sonno che provocava una lezione di storia con Vyniana.

«Rin,» sussurrò Fynir, pizzicandomi un braccio e facendomi sedere dritta di colpo. «smettila di giocare, la lezione è quasi finita».

Lanciai un'occhiata a Vyniana. Stava usando la magia per muovere il gessetto sulla lavagna, scrivendo i fatti e le cause che portarono alla Rivolta delle Miniere di Arga. La donna camminava avanti e indietro davanti alla cattedra, indicando ogni tanto delle date che il gessetto scriveva frettolosamente per tenere il passo delle spiegazioni della maga.

«Non ce la faccio più» sussurrai, mentre Vyniana era distratta dalla sua stessa voce. «Quanto può essere noiosa una rivolta?».

Fynir sorrise senza distogliere lo sguardo dalla lavagna. «Non sarebbe noiosa se tu prestassi attenzione. Comunque è quasi finita, mancano pochi minuti».

Appoggiai la fronte sul legno, grata per quella notizia. Sapere che la lezione che detestavo di più fosse quasi finita mi metteva di buon umore. E subito dopo c'era il pranzo, così potevo mettere a tacere lo stomaco.

Fynir mi punzecchiò di nuovo, affondando nel braccio la punta in metallo della sua piuma.

«Ahi!» scattai «Ma la smetti?».

«Signorine!».

La voce di Vyniana gelò il sorriso soddisfatto di Fynir e si voltò nella sua direzione. La maga si concentrò su di me socchiudendo gli occhi. Perfino il gessetto aveva smesso di scorrazzare su e giù, fermandosi a mezz'aria. Nell'aula era calato il silenzio, mentre tutti i miei compagni fissavano qualsiasi cosa che non fosse Vyniana e l'oggetto del suo personale disappunto: me.

«Problemi, Rinmose?» chiese con una punta acida nella voce. Se le avessi risposto ciò che avrei voluto dire mi avrebbe punita per un mese intero. E avevo passato fin troppo tempo a spolverare la sezione di storia nella biblioteca della gilda.

«Un insetto mi ha punto» mormorai, massaggiandomi il braccio. «È tutta la lezione che gironzola intorno alla testa mia e a quella di Fynir».

La mano di Vyniana si strinse a pugno e apparve un piccolo cerchio magico azzurro, ma anziché usare la magia su di me la indirizzò verso la lavagna.

«Queste,» disse, alzando una gran nuvola di gesso che fece tossire tutti. «sono le date fondamentali con i relativi fatti che dovrete ricordare sulla Rivolta delle Miniere. Metterò diverse domande su questo argomento, all'esame. Anche se alcuni di voi» e storse il naso quando incrociò di nuovo il mio sguardo «ritengono questo corso inutile, mi aspetto che riusciate a rispondere a qualche domanda scrivendo correttamente una serie di numeri».

I dodici novizi seduti in quell'aula annuirono, me compresa. Chiunque avesse a cuore il proprio percorso per diventare mago avrebbe evitato di contrariare Vyniana su una lezione di storia. Avremmo avuto più possibilità di successo con un lavoro da cacciatore.

Mi armai di buona volontà e iniziai a ricopiare tutti quei dati, sperando di riuscire a tradurre quello che stavo appuntando in una grafia pessima persino per me. Il grattare delle punte dei pennini contro le pergamene e i sospiri degli studenti furono gli unici suoni che si sentirono nell'aula, finché i rintocchi della campana di mezzogiorno non ruppero la concentrazione.

«Ancora un momento!» urlò Bail a Vyniana, mentre lei evocava un nuovo cerchio magico.

Vyniana non lo ascoltò e continuai a scrivere con maggiore foga, lasciando graffi e macchie di inchiostro sulla pergamena ben sapendo cosa sarebbe accaduto al termine del rintocco della campana.

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