La Scelta di Un Ragazzo

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Mi accorsi di essere uscita dalla casa quando sentii il calore del sole sul viso e il vento tra i capelli.

I miei piedi si stavano muovendo da soli, mentre la testa era ancora alla storia di Cara. Più ci pensavo, più capivo perché Tehor odiasse i Maghi del Vento e comprendevo le sue mosse. Tutto ciò che aveva fatto da quando ci eravamo conosciuti era stato per i bambini.

Dovevo trovarlo e pretendere delle risposte.

Se i piccoli avevano iniziato a usare la Magia del Vento avrebbero avuto bisogno di qualcuno che li allenasse.

Scossi la testa.

Stavo cercando di giustificare il mio rapimento. Avrebbe dovuto chiedermelo. La mia risposta sarebbe stata... no. Senza sapere nulla non lo avrei aiutato di mia spontanea volontà.

Se mi fossi trovata nella stessa situazione, forse avrei agito come lui. Senza nessuno di cui potersi fidare, in una gilda che detestavo, mentre ero alla ricerca di una risposta, molto probabilmente non avrei perso tempo a cercare l'aiuto di qualcuno. Soprattutto quando il tempo dei gemelli scorreva veloce. Se avessero perso il controllo avrebbero potuto uccidere qualcuno.

Tehor aveva fatto ciò che riteneva giusto per il bene dei suoi fratelli.

In qualche maniera, lo stavo comprendendo. Ma questo non toglieva che fosse un bastardo arrogante.

Le grida eccitate dei bambini catturarono la mia attenzione.

Si trovavano in un angolo del giardino e si divertivano ad arrampicarsi su una corda usando i nodi come appigli. Non salivano in alto, si fermavano al secondo nodo e poi saltavano giù, ridendo non appena le mani si staccavano dalla corda.

Erano dei Maghi del Vento fin dentro le ossa. Una volta imparato a volare nulla li avrebbe fermati.

Cara e Tehor avrebbero avuto un gran da fare in futuro. Volare era la massima espressione per un Mago del Vento. Faceva parte di noi. Il vento ci chiamava e il cielo ci corteggiava. Lassù c'erano le strade che appartenevano alla nostra gilda.

I bambini avevano già i primi segni di irrequietezza. Se non avessero imparato al più presto, avrebbero perso il controllo della loro magia.

Dovevo insegnarglielo ed ero sicura che Tehor non ne sarebbe stato felice. Ma come disse Mend una volta: un Mago del Vento che non sapeva volare era un mago a metà. Avevo provato quella sensazione nella biblioteca. Mi ero sentita come se mi fosse stato strappato un arto nel modo più doloroso possibile. Non insegnarlo ai gemelli sarebbe stata una crudeltà gratuita.

Osservai i bambini giocare.

I loro capelli rossi acquisivano delle sfumature dorate alla luce del sole, mentre saltavano dalla corda e rotolavano dalle risate, per poi aiutandosi a vicenda a risalire. Atreis sosteneva Marilon e non la lasciava andare finché non si era sicuro che si fosse issata sul secondo nodo e lei dopo lo aiutava a tirarsi su. Erano bellissimi e non solo per la loro complicità. Con gli occhi azzurri dei Maghi del Vento e la fisionomia delicata di Cara da grandi avrebbero fatto innamorare chiunque li guardasse. Soprattutto Atreis, sempre che non venisse influenzato dal pessimo carattere di Tehor.

I due bambini mi notarono e si fermarono. Atreis scivolò davanti alla sorella con le spalle rigide, anche se gli tremava il labbro inferiore.

Aveva del coraggio da vendere.

«Sto cercando vostro fratello» dissi, cauta.

Nessuno dei tre si mosse. Continuavamo a fissarci in silenzio. I gemelli erano ostili e spaventati senza che avessi fatto qualcosa per meritarmi quel trattamento.

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