Cuori Risoluti

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Se Fynir mi avesse vista in quel momento mi avrebbe presa a calci e con lei, Elania e Vyniana e metà degli insegnanti della mia gilda.

I servi corsero fuori, allontanandosi dal tiro della mia sfuriata. Odiavo storia, non c'era nulla da fare, e quel libro era la cosa peggiore che avessi mai letto. Denigrava i Maghi del Vento ogni tre pagine.

Vandrin raccolse gli appunti e controllò che il libro fosse integro. «Per la grazia dello Spirito della Sorte era una copia».

«Avrei lanciato anche quello vero» borbottai furiosa guardando il libro come se volessi schiacciare uno scarafaggio. «Sai cosa dice dei Maghi del Vento? Che hanno permesso all'esercito di Cambria di avanzare fino a Gilliven! Sai che in quella guerra perdemmo più maghi noi che il resto delle gilde?». Se mi avesse messo il libro in mano lo avrei lanciato di nuovo.

«È solo un'opinione di un vecchio Mago della Terra. Ha raccontato come ha vissuto quei giorni» spiegò con calma, riordinando i miei appunti. Posò con attenzione il libro sul tavolo, non sapendo se fosse sicuro riavvicinarmelo o meno.

«Se lo avvicini a me, quel libro vola fuori dalla finestra».

«Ecco perché ti ho portato la copia».

Sbuffai, grattandomi la gola dove sentivo la runa. «Ci siamo meritati il titolo di Presidio di Lanica. La gente della nostra provincia ha sacrificato molto in quella guerra».

Vandrin annuì. «Lo so,» mi rispose sedendosi accanto a me «ma devi imparare ad accettare le opinioni degli altri e a sostenere le tue senza rischiare un incidente diplomatico. Questa» disse indicando la confusione che avevo portato nella stanza «non è diplomazia. Siamo maghi. Danziamo sul ghiaccio sottile della pace e camminiamo nel fuoco della politica. Una mossa sbagliata e scateniamo una guerra».

Fissai i fogli di papiro. Avevo passato dieci giorni "ospite" della Gilda della Terra a trascrivere con diligente attenzione le cose che ritenevo più importanti, impegnandomi come non avevo mai fatto prima.

Come Tehor, Vandrin e Carim si erano dimostrati abili partecipanti al Gioco delle Casate e potevano valutare le mosse del Re e del Concilio. Senza contare che le loro conoscenze in ambiti come storia, alchimia e guarigione fossero sorprendenti.

Soprattutto Carim, che mi trattava come se fossi poco più di una bambina nonostante avessi un anno più di lui. Dopo cena si sedeva sulla poltrona di fronte alla mia e condivideva le informazioni che era riuscito a ottenere su Cambria. Da quel che era riuscito a scoprire, il regno era sprofondato in guerra civile e il popolo stava morendo di fame. In mezzo a tutta quella confusione non era facile trovare notizie su Tehor. Perfino le fonti dei Car'Leindros avevano difficoltà.

La cosa era sconfortante.

Mentre i due ragazzi cercavano di trovare Tehor, io potevo solo studiare e sperare che bastasse.

Ripresi i miei fogli chiedendomi quanto avesse studiato Tehor prima di sentirsi pronto e affrontare il Portale dello Spirito della Terra. Controvoglia, ripresi in mano anche il libro e cercai la pagina che stavo leggendo prima di scagliarlo contro il muro.

«Hai l'aria stanca. Vuoi che faccia portare il tè?».

Scossi la testa. Il resoconto di Assin II mi faceva tremare i polsi a ogni parola, ma quando lessi lago di Errin mi mossi sulla sedia a disagio. Aveva scritto due righe, riportando che sulle rive del lago la tribù dei Treriares si era fermata per rifornirsi di acqua e cibo e che i Maghi del Vento avrebbero dovuto schiacciarli nel momento in cui era vulnerabile.

Chiusi il libro con un tonfo secco. «Ho bisogno di una pausa. Accetterò quel tè».

Van si mosse per richiamare i servitori e ne approfittai prendere aria alle finestre. Tehor sapeva di aver camminato per le strade che secoli prima avevano ospitato una guerra?

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