Bussando Alle Porte della Disperazione

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Seguii Elania attraverso la gilda con Fynir e Mend due passi dietro di noi.

Anche in quel momento avevano deciso di starmi vicini. Erano le persone più importanti per me ed ero felice che mi fossero accanto.

I corridoi della gilda erano silenziosi. I novizi erano a lezione e i maghi erano chiusi nei loro appartamenti con le famiglie o si erano rifugiati in biblioteca.

«È strano vederla così vuota» sussurrò Fynir a Mend. «A quest'ora eravamo in aula. Ora è diverso».

Fynir non voleva dirlo ad alta voce, ma ci sentivamo persi. Niente più lezioni, non eravamo più seguiti dai maghi, non avevamo più esami e potevamo decidere cosa fare.

Il nostro futuro apparteneva solo a noi.

Non saremmo più andati da Elania a chiedere il permesso per un determinato lavoro, solo un consiglio. I maghi dovevano saper valutare le proprie capacità.

Vyniana non ci avrebbe più guardato male perché volavamo nei corridoi. D'ora in poi sarebbe stato un rapporto alla pari. Mi sentii piccola in un mondo che diventava più grande a ogni orizzonte e desideravo esplorarlo tutto.

Sfiorai la mano di Elania e lei mi guardò. Le sorrisi, come facevo da piccola quando la tempesta passava e gli uccelli tornavano a volare. In quei momenti correvo nei giardini, felice che fosse tornato il sole e potevo tornare a guardare il mondo dall'alto. Quella voglia dentro di me non si era spenta. Volevo guardare il mondo dalla cima dei monti, sentire nuove lingue, vedere nuove praterie e seguire il corso dei fiumi finché ne avevo voglia. Un giorno avrei potuto farlo.

Elania entrò in biblioteca con noi al seguito e alcuni maghi alzarono la testa salutando la nostra Signora.

Lei fece loro cenno di stare comodi e di proseguire negli studi e si recò dal custode.

Sorrisi. Elania era così, non voleva saluti cerimoniosi, trattava tutti i membri della gilda alla pari. Per lei erano amici e fratelli.

Ci conosceva ognuno per nome, conosceva le nostre famiglie. Sorrideva ai figli appena nati dei nostri maghi e giocava con loro. Ci aveva visto nascere, crescere e affrontare il mondo e anche se la facevamo arrabbiare, continuava stare in pena per noi e sorrideva quando la rendevamo orgogliosa.

Ero stata fortunata a venir cresciuta da lei come una figlia.

Si avvicinò al banco del custode. «Leiran,» sussurrò per non disturbare gli altri «ho bisogno del tuo aiuto».

Il custode appoggiò il libro che stava esaminando e la ascoltò con attenzione.

Nessuno avrebbe mai fatto aspettare Elania, nemmeno i maghi più anziani. Anche se era ancora giovane e aveva poco più di quaranta anni si era fatta rispettare e amare. «Rinmose ha deciso di attraversare il portale del Falco Sacro».

La biblioteca gelò e tutti i maghi alzarono la testa. Sentii gli occhi addosso e cercai di fissare il legno del bancone con aria tranquilla, ma i sussurri mi stavano facendo impazzire.

«È pazza» disse uno.

«L'ultimo che ha provato è morto dopo tre giorni. Implorando».

«Non sa che cosa l'aspetta».

«Nessuno si avvicina a quel portale. Mai. È stato sigillato per il bene della gilda».

«Piccola arrogante. Elania avrebbe dovuto metterla in punizione».

Strinsi i pugni. Li riaprii. Alcuni di loro erano gli stessi che il giorno prima mi avevano accolto tra di loro dicendomi che erano orgogliosi del mio risultato e del nuovo titolo.

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