Deglutii, guardandolo negli occhi. Mi ricordarono quelli del fratello minore e alla fine mi ritrovai a fissare il soffitto cesellato.
«Tehor mi aveva chiesto di fare un lavoro per lui vicino alle montagne. Voleva qualcuno che conoscesse la Provincia di Aldia e ci eravamo conosciuti a Nartos. Per questo ha chiesto a me» dissi con la bocca secca. Sotto la fine barba intravedevo la fossetta sul mento che aveva sia Tehor che i gemelli. La stessa che aveva Cara.
«Questo lo avevo capito» rispose con un mezzo sorriso. «Avevo già capito che il mio fratellino fosse interessato a te, ma voglio sapere cos'è successo».
Deglutii di nuovo. «Sì. Io...». Mi leccai le labbra secche e riprovai. «Io ho...».
Vandrin alzò un braccio chiedendomi silenzio. «Hai bisogno di un attimo?».
Annuii. «Sì, Vandrin, grazie».
«Chiamami Van» rispose.
Aprì la porta della stanza e suonò un campanello d'argento appoggiato su un tavolino accanto. Un servitore comparve sulla porta chiedendo come potesse rendersi utile. Vandrin si fece portare il tè insieme a una selezione di focaccine, biscotti friabili, pane caldo e tre tipi di miele e conserve.
Mentre venivano deposti i vassoi Vandrin mi fece accomodare su una poltrona. L'odore intenso e corroborante del tè si mischiò a quello del pane nero appena sfornato e dei dolci dandomi un po' di forza. «Ho passato diversi giorni con Tehor. Ho promesso di non parlare del motivo per cui l'ho seguito, ma posso dirti cosa è successo dopo».
Vandrin camminò avanti e indietro misurando la stanza a grandi passi. «Avrei dovuto immaginare che ci fosse qualcosa sotto» disse «quando chiese ad Armatas di spostare la riunione tra lui ed Elania direttamente ad Aldia e quando ti chiese di fargli da guida nella gilda». Scosse la testa e si spostò i riccioli dagli occhi verdi. «Non ha mai avuto l'abitudine di essere chiaro, Rin». Non mi sfuggì che mi aveva chiamato con il mio nomignolo, quello che usavano i miei amici. «Ti ha chiesto di aiutarlo mentre eri rimasta sola con lui? Ti ha fatto del male? Minacciato? So che a volte usa questi metodi, ma se i suoi affari sono finiti male ho bisogno di ritrovarlo. Di proteggerlo». Mi guardò negli occhi e prese le mie mani tra le sue, inginocchiandosi davanti a me. «È mio fratello, la mia famiglia. L'ho visto crescere e gli ho insegnato a cavalcare. Non andiamo più d'accordo, ma devo trovarlo a qualsiasi costo e riportarlo a casa».
Inginocchiato davanti alla poltrona su cui mi aveva fatto sedere ogni suo respiro era di pura preoccupazione. Volevo aiutarlo, ma Tehor mi aveva imposto dei vincoli che non potevo varcare.
«Tuo fratello è vivo». Mi fermai, rendendomi conto che mi stavo grattando il collo dove avevo la runa. Era diventato un gesto istintivo che facevo quando pensavo a lui. Quando me l'aveva messa l'avevo odiata, ora stavo ringraziando la sua presenza molesta perché mi diceva che Tehor era vivo.
Lo sguardo di Vandrin seguì la mia mano per poi tornare al collo con interesse. «Come fai a esserne così sicura?»
Sentii la gola serrarsi e la runa divenne un pulsare sordo sulla pelle minacciando di farmi del male.
Attese una risposta ai miei piedi, con le dita che tamburellavano sul bracciolo della poltrona e lo sguardo che mi percorreva lentamente.
Distolsi il mio.
Non riuscivo a reggere il confronto con quegli occhi verdi. «So che è vivo, ma non posso dirti perché lo so».
Irrigidì le spalle e strinse i braccioli fino a far sbiancare le nocche. «Mio fratello e le sue trame». Trattenne a stento una risata amara. «È sempre stato così. Convince la gente con le minacce oppure prendono le sue difese e strappa loro delle promesse». C'era qualcosa di pericoloso nel modo in cui si stava alzando e nella linea dura delle labbra serrate. Quando si raddrizzò del tutto emise un lungo sospiro. «Cosa devo fare con te, Rinmose?» domandò con un sorriso incerto. «Sei l'unica che ha assistito alla sparizione di mio fratello, l'ultima con cui ha parlato. Dovrei trascinarti in catene davanti il magistrato e costringerti a parlare, ma c'è qualcosa nei tuoi occhi che mi impedisce di farlo» Mi costrinse ad alzare lo sguardo con il pollice e l'indice sotto il mento.
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Vento
FantasyIl Regno di Lanica è una terra amata dagli Spiriti. Nonostante la loro presenza sia scomparsa da tempi immemori, non è sparita la loro magia, che con il passare dei secoli ha impregnato la natura e gli uomini. I loro figli prediletti vengono chiama...