La Verità dei Gesti

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Erano passati giorni da quando avevo lasciato le miniere e Fynir e Mend non erano ancora tornati dalla loro punizione.

Quando la incrociavo, chiedevo a Vyniana che fine avessero fatto e lei storceva le labbra intimandomi a preoccuparmi dei problemi miei. Mi assicurava che sarebbero tornati prima della fine del mese, quando la delegazione della Gilda della Terra sarebbe venuta a farci visita, ma coglievo ogni occasione per chiederle informazioni, acquattandomi fuori dal suo studio ad aspettare che uscisse per farle qualche domanda.

Ogni volta la risposta era la stessa e più passavano i giorni, più si irritava, dicendo di avere da fare per l'arrivo dei Maghi della Terra.

Nella gilda c'era un gran fermento. Se si passava davanti agli appartamenti dei maghi si potevano vedere le cameriere e i servi aprire le finestre e stendere fuori i materassi a prendere aria. Le statue venivano lucidate, le ragnatele negli angoli dei soffitti eliminate e gli insetti sfrattati. Il bronzo dei doccioni a forma di falco feriva gli occhi per quanto era lucido.

Non potevo fare un passo senza rischiare di incappare in qualche mago che non avevo mai conosciuto. Erano di tutte le età: giovani cacciatori con i loro marchi in bella vista e l'aria tronfia o vecchi maghi con le ossa che scricchiolavano quando salivano le scale diretti al primo piano del refettorio. Chi non era impegnato in un lavoro era tornato per la visita della Gilda della Terra.

I novizi erano agitati e in ansia.

Le scommesse erano sospese perché Vyniana calava su di noi come un falco, se tentavamo di fare qualcosa che potesse turbare la pace della gilda. Spuntava fuori dagli angoli prendendoci alla sprovvista e ci scrollava finché non saltavano fuori i Tarsys puntati. Conosceva ogni nascondiglio della gilda meglio di noi, probabilmente perché era stata la scommettitrice più accanita con un passato peggiore del nostro. Quella situazione era un incubo e io volevo tornare alla pace del mese precedente.

Mi strinsi al muro prima che un esercito di cameriere, armate di coperte e lenzuola, potesse investirmi, mentre si recava agli appartamenti degli ospiti. Il quantitativo di biancheria era sproporzionato. I Maghi della Terra non erano così tanti. Non dovevamo ospitare un'intera gilda, ma una ventina di maghi.

Ed Elania era decisa a impressionarli.

Le ragazze mi sfilarono davanti con le braccia cariche di coperte in broccato azzurro chiaro e ricami argento, minacciando di calpestare chiunque non fosse stato veloce a spostarsi.

Allen, il fratellino di Fynir, si strinse a me con il volto pallido per la paura. «Sono impazzite, vero?».

Non sapevo a chi si riferisse.

Elania e Vyniana? Sicuramente. Le cameriere? Erano sulla buona strada. Tutte le persone che vivevano nella gilda? Stavamo sprofondando nell'esasperazione.

In tanti anni che vivevo tra queste mura non avevo mai visto tutte queste pulizie.

Elania aveva deciso di mostrare solo il meglio di noi. Tutto era rigido e formale. I maghi vigilavano sui novizi e li riprendevano a ogni minimo scherzo. Sembrava che ci stessimo preparando a una guerra. Cosa vera, visto che i Maghi della Terra stavano per invadere casa nostra. Tanto valeva dargli il miglior benvenuto possibile prima di sbatterli fuori a calci.

L'esercito di cameriere passò e noi riuscimmo a rilassarci, tornando alle nostre mansioni.

Malicor mi aveva fatto recapitare un messaggio, chiedendomi di raggiungerlo nel suo studio nella torre sud.

Avevo due ore vuote perché tutte le lezioni di Vyniana erano state sospese. La responsabile della disciplina era troppo impegnata a perseguitarci e a organizzare il primo viaggio come cercavento dei più piccoli. Ma questo non ci esentava dallo studiare.

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