Con un mezzo sorriso e la consapevolezza di averla scampata io e Fynir sgusciammo tra i novizi, che ancora battevano i piedi per terra e alzavano i pugni al cielo.
Malicor aveva la capacità di infiammare i cuori delle persone che lo ascoltavano. Consigliava e seguiva i novizi che avevano difficoltà in alchimia, accogliendoli nel suo laboratorio nel tardo pomeriggio per ripassare con loro le lezioni appena svolte.
Ci ero andata anche io accompagnata da Fynir e Mend quando aveva iniziato a introdurre le pozioni soporifere. Avevamo poco tempo per addestrarci a sufficienza e Fynir voleva sperimentarsi il più possibile. Un piccolo errore di dosaggio con quelle pozioni avrebbe provocato la morte di chi l'avrebbe bevuta.
Sorrisi, ricordando la faccia stupefatta di Malicor quando vide entrare Fynir nel suo caldo e accogliente laboratorio situato in cima alla torre sud.
Uno sguardo furente mi bruciò la nuca e lanciai un'occhiata a Vyniana da sopra la spalla. Continuava a seguire me e Fynir con gli occhi, ma aveva perso l'occasione di metterci in punizione. Prima o poi sarebbe tornata all'attacco.
Scivolai sulla panca, accanto al fratello minore di Fynir. «Ciao, Allen» salutai. «Mend, mi passi qualche frittella? Sto morendo di fame». Mi riempii il piatto di stufato e patate bollite con l'acquolina in bocca.
Il bambino si morse il labbro inferiore, con la fronte corrucciata, mentre sistemava le carte che aveva in mano e guardava quelle sparse sul tavolo in mezzo alle due pile di frittelle tra lui e Mend.
«Scarta questa». Lo aiutai, indicandogli la carta centrale.
«Rin!» mi rimproverò Mend. «Non dargli suggerimenti. È un gioco serio. Le frittelle sono la vincita. Non interferire».
«Allora gioco anche io» risposi. Allungai la mano per requisire qualche frittella, ma Mend afferrò il piatto, allontanandolo dalla mia portata.
«Non puoi entrare a gioco iniziato. È la regola. A Cohir ti avrebbero sbattuto fuori dalle taverne, se avessi fatto una cosa del genere».
Scossi la testa. Mend conosceva le regole a memoria, ma era il primo a non rispettarle e quando poteva barava. Si toccò il lobo dell'orecchio destro e dentro di me sorrisi. Allen aveva delle ottime carte in mano ed era giunto il momento di vincere.
«Allora, se Allen vuole, facciamo squadra. Questo non è vietato» dissi con un sorriso. «Vuoi il mio aiuto?» chiesi al bambino.
Volevo approfittarne prima che Fynir tornasse dal muro dove erano appesi gli annunci e si accorgesse che il fratello stava scommettendo. Avevo poco tempo per vincere qualche frittella. Erano le ultime rimaste sul tavolo e prima di un mese i cuochi non le avrebbero rifatte.
Il bambino annuì. «Mend è forte».
«È naturale!» gli uscì, soddisfatto di sé per quel complimento. «Ho imparato a giocare al porto di Cohir con i primi lavori da cercavento. In quelle taverne giocano solo i migliori».
«Smettila di dire sciocchezze». Bail riemerse dal suo pranzo. «A Cohir non riesci a mai a vincere. Vieni massacrato da qualsiasi ubriacone».
Mend e Bail iniziarono a bisticciare su chi dei due fosse il migliore a giocare e su quante volte avessero vinto nelle taverne.
Ne approfittai per dare qualche dritta ad Allen. «Mend non è un cattivo giocatore. Conosce tutte le regole,» sussurrai in modo che solo lui mi potesse sentire. «ma è emotivo. Quando ha una pessima mano si tocca sempre il lobo dell'orecchio. In questo momento tu hai delle buone carte. Punta il doppio. Faremo una scorpacciata di frittelle».
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Vento
FantasyIl Regno di Lanica è una terra amata dagli Spiriti. Nonostante la loro presenza sia scomparsa da tempi immemori, non è sparita la loro magia, che con il passare dei secoli ha impregnato la natura e gli uomini. I loro figli prediletti vengono chiama...