Mentre correvo tra i fitti alberi la mia mente era tornata al momento prima di partire, nello studio di Vyniana.
Ricordai la sua rabbia, l'accusa che mi aveva rivolto, l'ordine di tornare alla gilda una volta finito il lavoro. Sapeva cosa sarebbe successo.
Come eravamo finiti in quella situazione?
Davanti ai miei occhi vidi il volto l'uomo che avevo ucciso, con il coltello piantato in gola. Ryon mi aveva mostrato come uccidere in maniera pulita e veloce. Le sue vittime non avevano emesso nemmeno un suono. Quell'uomo aveva smesso di muoversi dopo quasi un minuto. Era stato soffocato dal suo stesso sangue e allo stesso tempo moriva per l'emorragia che non poteva fermare. Era successo tutto in maniera così veloce e allo stesso tempo lenta. Le convulsioni, i gorgoglii, il dolore... non avevo fatto nemmeno in tempo a fare un passo verso di lui.
Cosa si leggeva nelle storie prima di andare a dormire? L'eroe uccide il cattivo e tutto finisce bene.
Non mi sentivo un'eroina, mi sentivo coperta del sangue di qualcuno fino a soffocarmi. Ero un'assassina e mi sconcertava il fatto che non fosse diverso dall'abbattere un animale. Il movimento che avevo fatto era identico a quello che avevo imparato cacciando. L'istinto e gli anni di allenamento avevano fatto il resto.
Dovevo vomitare.
Piangere.
Sedermi.
Fuggire.
Fare qualsiasi cosa che mi aiutasse a tirare fuori il disgusto che provavo per me stessa.
Inciampai in un sasso e ruzzolai a terra, scossa da tremiti incontrollabili.
Mi guardai intorno senza cercare nulla di particolare. Se le fate mi avessero trovato ora avrebbero banchettato per giorni con il mio senso di colpa e con la terribile verità di cui stavo prendendo consapevolezza.
Lo avrei rifatto.
Lo avrei rifatto, se fosse stato necessario, perché era stato facile. Non più difficile che colpire un albero o un animale. Era troppo semplice mettere fine a una vita.
Con il cuore in gola e la testa che pulsava, ricominciai a correre fino a gettarmi dentro un ruscello.
L'acqua fredda mi congelò, insinuandosi sotto i vestiti e sotto quella coltre pesante che stavo portando in petto. Non potevo aver pensato a una cosa del genere. Non potevo aver pensato di uccidere ancora.
«Ti prego. Ti prego». Iniziai a strofinarmi forte le mani, cercando di togliere le macchie di sangue, ma più ne toglievo più ne apparivano. Sangue rosso che gocciolava lento lungo i polsi e macchiavano l'acqua. Macchiavano i miei vestiti.
Macchiavano le mie mani.
Macchiavano tutto.
«La prima volta è la più difficile». La voce fredda di Ryon mi fece drizzare i peli sul corpo più dell'acqua. «No,» si corresse «forse no. La prima volta non sai cosa aspettarti. Quello che vivi ora è il panico di chi si rende conto di quanto sia fragile la vita umana. La seconda volta riconoscerai il suono di un corpo che cade e non si rialza, il gorgoglio del sangue e il silenzio mortale dopo».
Ryon entrò nel ruscello seguendomi. Sotto i suoi stivali neri l'acqua si congelava seguendo gli ordini della sua magia. «Ti sei ferita» constatò piatto.
Scossi la testa, tremando da capo a piedi. «Non è sangue mio. È di quell'uomo. Quello che ho colpito. Io... io mi sono sporcata con il suo sangue. Devo lavarmi».
Quello non era sangue mio. Era il sangue della persona che avevo ucciso e che non se ne voleva andare. Dovevo strofinare più forte. Mandarlo via prima di tornare da Elania e guardala negli occhi.
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Vento
FantasyIl Regno di Lanica è una terra amata dagli Spiriti. Nonostante la loro presenza sia scomparsa da tempi immemori, non è sparita la loro magia, che con il passare dei secoli ha impregnato la natura e gli uomini. I loro figli prediletti vengono chiama...