L'uomo rilesse di nuovo le sue carte focalizzandosi sul disegno.
Di quei fogli quello era importante. Solo quello.
Anche se la scrittura minuta di lei lo attraeva e gli piaceva passare le dita sulla grafia decisa cercando di associare le parole al suono della voce, era il disegno la cosa più importante. Era la chiave di un piano preparato in tanti anni.
C'erano volute risorse e sacrifici per arrivare lì. Aveva sacrificato i suoi stessi figli per quello.
Uno dei suoi figli, si corresse. Gli altri lo avrebbero raggiunto presto.
Scosse con due dita la boccetta contenente il sangue arrivato da pochi giorni. Controllò che non fosse coagulato e riallineò la boccetta accanto alle altre dieci. Solo un'altra era piena. Colma del sangue di lei.
«Presto avrò il resto» promise al disegno.
Mise via le carte infilandole con cura dentro un scomparto segreto quando qualcuno bussò alla porta. Non era ancora il caso che qualcuno vedesse quegli appunti, frutto di anni di ricerca e dedizione.
«Avanti».
L'uomo che entrò aveva gli occhi dorati, come lui una volta era appartenuto a una delle gilde e l'aveva abbandonata, deciso a seguirlo mosso dal desiderio che li accumunava.
«Novità?» domandò prima che l'uomo potesse proferire parola.
«Le nostre spie ci dicono che la ragazza ne è uscita».
Quella notizia lo fece rabbrividire di gioia e accarezzò una boccetta vuota. «È diventata una Maga degli Spiriti? O è impazzita?».
«Sta bene, signore. Dicono che sia all'inseguimento di Orion».
Sorrise. Sapeva che sarebbe successo.
Aveva lasciato a Orion il suo giocattolo in cambio di quell'unica boccetta di sangue. E gli avrebbe concesso anche la ragazza, se l'avesse voluta. Poteva rafforzarsi quanto voleva con i Maghi degli Spiriti, bastava che non li uccidesse fino all'apparizione di tutte le pedine che gli servivano per spalancare i cancelli.
Un altro pensiero lo attraversò. Ormai quella donna doveva aver saputo cosa fosse successo alla Gilda del Vento. Avrebbe voluto vedere quello sguardo fiero pieno di paura e rabbia impotente.
Ne sarebbe stato compiaciuto.
Per quello che le aveva fatto meritava questo e altro. L'aveva tradita e ora ne avrebbe pagato le conseguenze.
«Non interferire» ordinò. «E dì alle spie di continuare a osservare e di intervenire nel caso Orion provasse a ucciderla. Mi serve viva. Possono uccidere Orion, se serve».
«Sì, signore».
Ma lui era già perso nella sua mente. Linee sottili si intrecciarono dentro di lui collegando le informazioni che aveva raccolto alle pedine che si muovevano a quel gioco aspettando il momento in cui sarebbero state utili.
Prese la sua decisione. Era arrivato il momento di tagliare i rami deboli del suo piano in modo che diventasse forte e stabile. «Sì» disse piano. «Orion è sempre stato una distrazione. Se diventa un problema deve sparire».
L'uomo annuì con un sorriso crudele. «E l'Alleanza Barahn? Iniziano a fare le giuste domande».
Sì, iniziavano a fare le giuste domande e a indagare dove non dovevano, ma ancora non avevano trovato tutte le informazioni. Aveva provveduto lui a eliminarle.
«Mandiamogli un messaggio. Voglio che quel nido di vipere si divori a vicenda, poi ne ripuliremo i resti».
La boccetta contenente il sangue di lei rifletté la luce. La sfiorò con il dorso delle dita con dolcezza come se avesse a che fare con la sua amante addormentata e non volesse svegliarla.
«Aspetta» richiamò indietro l'uomo. Anche se desiderava distruggerli tutti quel momento doveva aspettare. Aveva imparato che la pazienza era l'arma migliore. Doveva solo attendere un altro po'. «Inserisci un nostro uomo vicino alla testa della vipera. Lo voglio lì, voglio che si fidi di lui, che sia suo confidente. Digli di obbedire a qualsiasi ordine. Quando arriverà il momento sarà la scure che taglierà la sua testa».
Si sarebbe divertito nel vedere la testa della vipera saltare. Quella testa velenosa che aveva riempito il cuore di lei di bugie e risentimento.
Ricevuti i suoi ordini, l'uomo se ne andò lasciandolo da solo per meditare.
Aveva una nuova pedina da gestire e grazie alle sue spie nella Gilda del Vento conosceva i punti deboli della maga. Sapeva già su cosa fare leva. E se aveva ragione lei era l'arma perfetta per far breccia nel cuore di quel ragazzo testardo.
Prese la statuetta a forma di falco e quella a forma di leone e ne studiò i particolari soffermandosi sulle ali spiegate e sulla criniera.
«Ho bisogno che diventiate un tutt'uno. Ho bisogno che vi crediate a vicenda. Ho bisogno che il vostro dolore e la vostra gioia siano le stesse in cielo e terra. Più vicini sarete più accelererete la vostra distruzione».
La temperatura nella stanza cambiò e lui sorrise, scostando la pesante tenda blu. «Mi stavi ascoltando Elaid? Eri sveglia?».
Voleva toccare quei bellissimi capelli neri e sentire se avevano ancora la consistenza della seta come le sue dita ricordavano, ma non osava avvicinarsi per non turbarla.
Del resto, stava facendo tutto questo per lei. Loro lo avevano costretto. Avevano usato e abbandonato la sua Elaid quando non era più stata utile. L'avevano osannata per poi tradirla.
«Presto» le promise. «Presto ti libererò da tutto questo. Presto non staremo più sotto il loro giogo».
La porta alle sue spalle si spalancò e una delle guardie fece irruzione senza annunciarsi. Aveva il fiatone e stringeva tra le mani un pezzo di papiro. «Signore! Il Concilio...».
Spostando il peso del corpo su un piede liberò la sua magia e congelò l'uomo. «Non pronunciare quel nome disgustoso in mia presenza».
Prese il papiro dalla mano congelata dell'uomo e lesse le ultime informazioni. Non ne era sorpreso. Si aspettava che facesse una mossa simile e mandasse i suoi Cani addestrati. Quel Cane in particolare, stava esattamente dove doveva essere, a guardia della preziosa pedina e pronto a liberarlo di un errore.
Spinse l'uomo, che cadde a terra frantumandosi in mille pezzi. «Presto, Elaid» sussurrò tornando ad ammirarla nel suo sonno placido. «Presto, ci libereremo di questa maledizione».
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Vento
FantasyIl Regno di Lanica è una terra amata dagli Spiriti. Nonostante la loro presenza sia scomparsa da tempi immemori, non è sparita la loro magia, che con il passare dei secoli ha impregnato la natura e gli uomini. I loro figli prediletti vengono chiama...