Non siate lettori silenziosi, per piacere.
Now i'm a book?
A svegliarmi questa mattina non furono gli uccellini che cantavano, o il sole sul mio viso, ma il mio cellulare che suonava.
«Vuoi rispondere? Cazzo.» sussurrò Harry rigirandosi nel letto e mi alzai velocemente per spegnerlo. Appena attaccai la chiamata, subito ne partí un'altra.
«Pronto?» risposi mentre tornavo al mio posto nel letto. Chiamare di mattina presto doveva essere considerato illegale in ogni stato.
«Dio sei viva! Pensavo fossi morta!» risponde la voce e riconosco subito Louis.
«Scusami Lou, ero presa da un libro, sai come sono.» dissi velocemente, cercando una scusa plausibile. Harry, interessato dalla conversazione, si girò verso di me ridendo.
«Adesso sono un libro?» sussurrò portando il naso contro la mia guancia. Lo allontanai per pochi secondi, prima che tornò di nuovo vicino a me.
«Perché non mi apri la porta? Passiamo un po' di tempo insieme.» disse e spalancai gli occhi.
«Louis non sono a casa, sono partita.» ammisi e lo sentii sospirare, come se fosse sorpreso. «Con i miei genitori.» conclusi prima che potesse fare qualche domanda.
«Adesso sono i tuoi genitori?» domandò ancora, poggiando la testa sul mio petto.
«Ah, come mai non me lo hai detto prima?» domanda curioso e sento Harry sbuffare, mentre ascolta la nostra conversazione. «C'è anche mio cugino con me, voleva vederti.»
«Ah, ecco.» rispondo direttamente. Il cugino era un ragazzo veramente bello ma non era per me e lui sicuramente non voleva me.
«Chi cazzo è questo?» domandò Harry, ma non gli prestai molta attenzione e lo vidi alzare gli occhi al cielo.
«Quando torni?» domando Louis, ancora e guardai Harry, che alzò le spalle non volevo darmi una risposta, se solo avessi avuto la forza e la voglia di rispondere avremmo iniziato a litigare, fortunatamente per lui non ne avevo voglia.
«Non lo so, i miei genitori lo sai come sono fatti: imprevedibili!» risposi e sbuffo, poi lo sentii come se stesse dicendo qualcosa ad un'altra persona.
«Va bene, ti lascio alla tua vacanza.» ammise e annuii, sussurrando un leggero 'ciao' prima di attaccare.
«Chi è questo cugino?» domandò Harry e alzai gli occhi al cielo, girandomi per dormire. L'unica cosa che non volevo fare alle 6 del mattino era litigare, soprattutto con Harry che era una persona stancante. «Mi rispondi?»
«Harry dormi, per piacere.» sussurrai, cercando di farlo stare zitto e sbuffò ancora di più. «Non è nessuno, ci sono uscita un paio di volte ed oltre a salutarci non mi ha mai nemmeno toccato.» ammisi chiudendo gli occhi, sperando di tornare tra le braccia di Morfeo almeno per un altro po'. Harry non disse più nulla e mi abbracciò portando la testa sul mio petto, tornando a dormire. A svegliarmi la seconda volta furono i baci di Harry sulla mia spalla.
«Ti svegli? Gemma ci darà per dispersi.» sussurrò strusciando il naso contro la mia guancia. Risi leggermente e finalmente aprii gli occhi. «Buongiorno.»
«Ho fame.» ammisi subito, portando gli occhi nei suoi verdi, che mi guardavano colmi di curiosità. Mossi leggermente le gambe ed una fitta mi attraversò.
«Tutto bene?» domandò preoccupato Harry e sospirai. «Forse è perché è stata la prima volta.»
«Grazie genio della lampada.» sussurrai portando una mano sullo stomaco. Non immaginavo facesse così tanto male la prima volta. A risvegliarmi dallo stato di semi shock fu Gemma che bussò di nuovo alla porta.
«Ragazzi è orario di pranzo, per cortesia.» sbuffò ed annuii, cercando di farmi forza. Mi recai velocemente in bagno e mi feci una doccia molto calda, sembrò alleviare i dolori alle gambe. Quando uscii pronta con un jeans e una maglia bianca, Harry non era più nella camera. Mi recai in cucina dove trovai Harry e Gemma preparare la tavola e il pranzo. «Buongiorno bella addormentata nel bosco.»
«Buongiorno.» sussurro sedendomi accanto ad Harry, che porta il mio piatto di spaghetti sul tavolo. «Sembrano buoni.»
«Sono un cuoco nato, non dubitare di me.» mi riprende Harry sedendosi accanto a me. «Ti senti meglio?» sussurra e annuisco, subito dopo mi lascia un bacio a stampo.
«Basta smancerie, grazie.» ci blocca Gemma e scoppio a ridere. «Cosa ridi?»
«Sei stata tu ad aiutarci a fare ciò, ora non rompere.» risponde velocemente Harry con la bocca piena. «Anzi non dovevi andartene?»
«Hai ragione, penso che tu voglia cacciarmi. Comunque si, parto per preparare la mia sfilata.» ammette prima di mangiare il suo piatto di pasta. «Dovrai comprare qualche completino intimo per la tua ragazza, Harry.» riprende posando il suo piatto sporco.
«Non preoccuparti, so badare a me stesso.» disse sorridendo ironicamente poi entrambi si alzarono il dito medio mentre Gemma usciva di casa.
«Dovremmo aiutarla?» domandai mentre la vedevo dalla finestra trascinare le valigie. Ovviamente la mia era una domanda retorica, non mi sarei mai alzata dalla sedia con quei dolori per aiutare Gemma a portare le valigie piene di stupidaggini nella sua macchina.
«Nah.» rispose Harry guardando attentamente Gemma urlare nel viale, poi sbuffò e la segui. Sorrisi e li raggiunsi, ma Harry aveva già sistemato tutto quindi non mi sforzai a fare nulla.
«Mi saluti?» domandò Gemma guardandomi e la abbracciai di scatto. Senza di lei tutto ciò non sarebbe stato possibile e probabilmente sarei ancora nella mia stanza a leggere milioni e milioni di libri. «Fate i bravi.» disse prima di chiudere la porta della sua auto e fuggire via.
«Sai vero che la sua scusa non mi convince?» domando poggiando la schiena sul suo petto e lo sento ridere.
«Ovvio che era una stronzata, ma è stato intelligente andarsene.» sussurra lasciandomi un bacio sulla guancia. «Andiamo dentro?» domanda ed annuisco, lasciando le nostre mani intrecciarsi mentre torniamo in casa.
STAI LEGGENDO
Strange but Magnetic; Harry Styles
Fanfiction«Perché è così strano?» «È molto freddo, distaccato e introverso. Stava sempre con noi ma pensavo ci odiasse. Te ne accorgerai subito da come ti guarderà.» Cindy e Harry.