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Non siate lettori silenziosi, per piacere.

Let's have a dinner.

Mi avvolgo velocemente l'asciugamano al corpo e cerco di non cadere mentre scendo le scale di corsa, spostando i capelli dalla fronte

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Mi avvolgo velocemente l'asciugamano al corpo e cerco di non cadere mentre scendo le scale di corsa, spostando i capelli dalla fronte. Appena apro, cerco di nascondermi dietro la porta ma alzo gli occhi al cielo appena vedo che la causa della mia possibile morte per la caduta dalle scale è Harry.

«Tu ad uno sconosciuto apri così?» domanda confuso mentre mi spinge dentro casa, richiudendo la porta alle sue spalle.

«Mi stavo facendo la doccia, maledizione.» dico, cercando di raggruppare i miei capelli che stavano bagnando il pavimento. «È venti minuti che bussi, pensavo fosse successo qualcosa.»

«Ti ho mandato un messaggio per avvisarti e non mi hai risposto.» dice spostando il suo cappotto sul divano. «Puoi tornare a farti la doccia, ti attendo.» aggiunge ironico, guardando ormai le gocce su tutto il pavimento.

«Non ti ho invitato, se non hai niente da dirmi puoi anche uscire.» dico, stringendo il nodo dell'accappatoio sul petto, mentre lui si siede sul divano come se rosse casa sua.

«Voglio invitarti a cena, preparati.» commenta cacciando il cellulare dalla sua tasca, facendomi sbuffare. «Anche se possiamo ordinare e fare tutto qui.»

«Vado a prepararmi.» lo interrompo, tornando indietro su per le scale. Corro verso il bagno e mentre asciugo i miei capelli che prendono forme non del tutto comprensibili, cerco di pensare a cosa diamine indossare. Era un pranzo elegante oppure no? Dove voleva portarmi? Dovevo vestirmi comoda? Da soli oppure con qualcuno?
Dopo aver passato la piastra mi ritrovai immobile davanti al mio armadio, fissando i miei vestiti come se fossero cose aliene, ma alla fine decisi di mettere un semplice tubino nero mono spalla con dei tacchi neri.

«Va bene così?» domando piazzandomi letteralmente davanti a lui, dato che non aveva alzato gli occhi dal cellulare. Passano ancora alcuni secondi, prima che prendo di scatto il suo cellulare e lo lancio dall'altro lato del divano.

«Stai diventando aggressiva?» domanda portando finalmente i suoi occhi su di me. «Andavi bene anche con l'accappatoio.»

«Non mi hai nemmeno guardato quando sei entrato.» dico sbuffando e mi allontano. Sembrava una presa in giro il suo comportamento: diceva di tenere a me ma appena entrato dalla porta non mi aveva nemmeno guardata, anzi fissava il suo cellulare con interesse. Cosa voleva quindi da me? Prendermi in giro ancora un po'?

«Ma certo che ti ho guardata, ti pare?» dice ironico, alzandosi dal divano e posando il suo cellulare tra le mie mani. «Tutto tuo.»

«Perché continui a darmi il tuo cellulare? Come se mi importasse qualcosa!» dissi, facendolo scoppiare a ridere. «Ora ridi anche?»

«Stavo parlando semplicemente con mia sorella.» ammette prendendo la mia mano, tirandomi vicino la porta. «Mi piace se sei gelosa.»

«Non sono gelosa.» lo correggo appena saliamo in auto e mi allaccio la cintura. «Non stiamo nemmeno insieme.»

«Nella mia testa si, stiamo proprio insieme.» commenta appena si ferma al semaforo e si gira di nuovo verso di me, portando una mano sulla mia guancia.

«Perché si?» domando curiosa, ma quando lui sta per rispondere la macchine dietro di noi iniziano a bussare, facendo accelerare bruscamente Harry che sussurra cose poco carine. Arriviamo al locale e mi sentii completamente fuori, anche con i miei tacchi firmati. Probabilmente qualsiasi cosa in quel locale costava più della mia stessa vita ma Harry, con un semolino jeans, sembrava a suo agio, come se conoscesse quei posti e li frequentasse tutti i giorni. Il locale ha le luci leggermente soffuse, i dettagli in oro quasi mi fanno quasi girare la testa facendomi stringere la mano di Harry mentre mi porta al tavolo.

«Sento solo io il mio cellulare vibrare?» domanda curioso una volta seduti al tavolo. Mi risveglio dal mio piccolo blackout mentale e recupero il suo cellulare dalla mia borsa.

«È tua sorella.» lo informo facendogli alzare gli occhi al cielo, poi mi dice semplicemente di rispondere.

Gemma:
Posso sapere se venite oppure no?
12:20 PM
Quanto devo aspettare per una risposta?
5:10 PM
Allora?
7:50 PM

«Dove dobbiamo andare?» domando curiosa, posando per qualche secondo il cellulare sul tavolo, Gemma aveva bisogno di una risposta e pure io.

«E sempre un altro evento, sto cercando una scusa credibile da dire a mia madre senza che ci resti male.» risponde, riprendendo poi a parlare con la cameriera che lo guardava come se la sua intera vita dipendesse da lui.

«Non vuoi portarmi con te?» domando sorpresa, rimanendoci quasi male. Harry mi guardai per qualche secondo sorpreso, come se non riuscisse a credere che quasi potessi rimanerci male.

«Non pensavo tu volessi venire.» dice semplicemente, alzando le spalle. «Vuoi venire?» domanda poi, aggiustandosi quei riccioli che gli ricadevano sulla fronte.

«Ora non so se me lo stai chiedendo perché mi vuoi con te oppure perché te l'ho detto io.» rispondo, incrociando le braccia al petto, facendolo ridere. Recupera il suo cellulare dal tavolo e scrive velocemente qualcosa, poi lo riporta sul tavolo.

«Allora vieni, deciso.» afferma sorridendo, incrociando entrambe le mani sotto il mento, portando finalmente i suoi occhi su di me.

Strange but Magnetic; Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora