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Non siate lettori silenziosi, per piacere.

Just a dreamer living easy, not a penny to my home.

«Dove vai?» domanda Gemma entrando nella stanza

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«Dove vai?» domanda Gemma entrando nella stanza. Piego accuratamente le mie cose nella valigia e sorrido quando sento chiudere la porta. «Perché lo fai?»

«Perché mentre io mi diverto a fare la scema con lui, ci resto sempre più male e la cosa non sta cambiando. Non proverà mai nulla per me.» rispondo, chiudendo la valigia.

«Lo sai che gli serve tempo per capire.» sussurra cercando di fermare le mie mani mentre chiudevo la valigia. Alzo gli occhi al cielo spostando le sue mani, era tutto inutile. «Resta qui, ti prego.»

«Devo andare, ho il volo.» la blocco, uscendo velocemente dalla stanza. Gemma continua a seguirmi per tutto il percorso pregandomi di rimanere ed Harry resta seduto sul divano con lo sguardo puntato su di me. Recupero le mie ultime cose, poi apro la porta d'entrata e fuggo nel taxi, ordinandogli di partire subito. Il percorso verso l'aeroporto era abbastanza lungo, ciò mi diede il tempo di asciugare le lacrime e di prendere dei lunghi sospiri, convincermi che sarebbe andato tutto bene e potevo affrontare tutto ciò con calma, inoltre dovevo prenotare l'aereo, che non avevo avuto il tempo di prenotare. Lasciai i soldi al signore che guidava il taxi e fuggi all'interno dell'aeroporto, il volo partiva tra mezz'ora esatta e speravo solo di non perderlo. Corsi all'interno dell'aeroporto come mai prima d'ora, volevo fuggire da li, allontanarmi il più possibile per evitare di continuare a farmi male con Harry.

Appena seduta sull'aereo, ordinai da mangiare e mi preparai al lungo volo che mi aspettava. Scelgo un film a caso tra la lista Disney e cerco di concentrarmi, liberando completamente la mia mente. Più l'aereo prendeva distanza dal suolo più mi convincevo che era la cosa giusta, che il peso che portavo sul cuore prima o poi si sarebbe alleggerito oppure avrei imparato a conviverci e non avrebbe più fatto così male. Eppure, più mi allontanavo e più mi sentivo tirare verso il lato opposto della mia direzione, una mia piccola parte sapeva che il mio posto era proprio accanto a quell'uomo che ora stavo tanto odiando. Speravo solo che il filo che mi legava a lui si sarebbe spezzato, una volta tirato abbastanza.

Harry's pov.

Guardo Cindy infilasi il cappotto ed uscire dalla casa senza muovere un dito, senza riuscire a muovere le gambe per alzarmi dal quel fottuto divano e fermala, dirle che in realtà qualcosa per lei era nato, che volevo averla vicino, che mi piaceva. Le figure davanti ai miei occhi si muovono velocemente e sento di riviverle quando chiude la porta e torno a fissare lo schermo nero della tv. Ero immobile, fermo sul divano, aspettando che il mio cervello imponga ai miei muscoli di muoversi ad alzarsi per prendere una bottiglia di qualsiasi alcol presente nella casa e bere fino a scordarmi il mio nome.

«Sei un idiota!» urla Gemma sbattendo la porta d'entrata dopo che Cindy parte con il taxi. Annuisco, sapendo che ha ragione. «L'unica cosa bella che potevi avere, l'unica che non pensava ai tuoi stupidi ed inutili soldi e l'hai lasciata andare!» continua, raggiungendomi nel salone. Porto entrambe le mani tra i capelli, continuando ad annuire, sono un totale idiota. «Te lo meriti di stare solo.» conclude, lasciandomi da solo.

Sospiro, portando la schiena contro il divano. Guardo il soffitto cercando di prendere la decisione giusta, avrei voluto tanto rincorrerla ma per lei non ero il ragazzo giusto, ero sbagliato sotto ogni aspetto. Lei sognava un ragazzo che potesse regalarle felicità, spensieratezza ed io invece ero l'opposto, soprattutto perché il fidanzato di mia madre era suo padre.

Mi alzo dal divano e raggiungo il frigo, prendendo la prima bottiglia di alcol che mi si presentava davanti. Raggiunsi a grandi falcate la mia camera e chiusi la porta a chiave, avevo bisogno di stare da solo con i miei demoni. Controllai più volte il cellulare, sperando che avesse cambiato idea e mi chiedesse di andarla a prendere ma niente, nessuna notifica. Mi infilai sotto le coperte cercando di dormire e di dimenticare, volevo poltrire sotto le coperte e non vorrei più svegliarmi. L'odore delle coperte, però, mi riportano in mente la figura di Cindy. Cerco di spostare i cuscini su cui ha dormito Cindy ma il suo odore è perennemente impregnato anche suoi miei vestiti. Scendo velocemente in cucina e prendo un'altra bottiglia di alcol, ma verso la metà decido di prendere delle forbici e corro nuovamente nella mia stanza. Velocemente inizio a tagliare tutte le coperte e le federe dei cuscini cercando di cancellare l'immagine di Cindy che dorme tranquillamente sul letto, ricomprendo l'intera stanza di piume. Dopo pochi minuti le mie orecchie sentono la voce di Gemma che mi chiede di posare e di tranquillizzarmi, che potevamo risolvere tutto ma non lo feci, riuscii a calmarmi solo quando non trovai più nulla da rompere perché ormai era tutto completamente distrutto: i cuscini erano in mille piccoli pezzi, le piume ancora volavano davanti ai miei occhi quando raggiunsi Gemma sul pavimento e scoppiai a piangere e le molle del materasso erano le uniche cose intatte, dato che le forbici non potevano romperle. Mentre, come sempre, mia sorella mi tranquillizzava e mi teneva stretto a se, sapevo di aver fatto una stronzata colossale perché il sul profumo era ancora percepibile e mi resi conto che avevo bisogno solo che lei fosse qui, come ogni altro giorno.

Strange but Magnetic; Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora