«Perché è così strano?»
«È molto freddo, distaccato e introverso. Stava sempre con noi ma pensavo ci odiasse. Te ne accorgerai subito da come ti guarderà.»
Cindy e Harry.
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«Mi guardi come se avessi ucciso qualcuno.» interrompe finalmente il silenzioso Harry, mentre sfoglia il libro di letteratura inglese. Sono da più di tre ore a casa sua mentre cerco di spiegargli qualcosa, ma sembra di parlare con un muro.
«Hai osato dire che The Tyger è di Shakespeare, per me hai ucciso la letteratura inglese.» ammetto incrociando le braccia, mentre continuo a guardarlo. Cerco di fare la dura con lui, per farlo studiare e farlo stare meglio, ma era difficile anche per me stare così, senza fare niente, mentre lui si aggiustava i capelli oppure mi accarezzava le gambe.
«Per me è la stessa cosa.» ammette alzando gli occhi al cielo, continuando a sfogliare le pagine del libro di letteratura. Porto una mano sulla fronte, sbuffando sonoramente, poi prendo il mio libro dalla cartella e mi allontano da lui, cercando le pagine della poesia in questione.
«Partiamo formando una base: la poesia è di William Blake, contenuta nella sua raccolta Song of Experience pubblicata nel 1794.» inizio, e la sua attenzione sembra finalmente portata su di me. «Blake rapito dal fascino della tigre, con assillanti domande intende scoprire l'identità dell'artefice di un simile concentrato di bellezza e orrore. L'aggettivo 'immortale'-» spiego facendo le virgolette con le dita. «-indica che la mano creatrice potrebbe essere quella di Dio. A differenza di altre poesie, come in The Lamb, qui nessuna domanda che l'artista si pone otterrà risposta.»
«Sei molto sexy mentre mi spieghi le cose, piccola.» sussurra Harry interrompendomi di nuovo e sbuffo, alzando gli occhi al cielo. «Dai vieni qui.» continua, tirando la sedia della scrivania più vicina a lui. Era sempre il solito, da quando l'avevamo fatto credevo pensasse solo a quello e iniziavo a preoccuparmi, gli interessavo solo per quello?
«Domani abbiamo un test.» insisto, cercando di fermare le sue mani che intanto navigano sulle mie gambe.
«Io ho un azienda a mio nome e tu hai già studiato, chiudi questi libri.» ribatte tirandomi a cavalcioni su di lui. «Sei molto combattuta.» dice ironicamente. Guardo ancora una volta i nostri libri aperti sul tavolo, cercando di focalizzarmi su quelli e di tornare a studiare, ma Harry ha imparato le mie reazioni perfettamente e sa cosa fare per convincermi.
«Ti odio.» ammetto mentre mi lascio trasportare ridendo verso il suo letto. Harry strofina il naso contro il mio, subito dopo avermi poggiato sul letto.
«Mi ami.» risponde quasi di getto, ma questa affermazione mi fa bloccare. Dopo la serata al ristorante non abbiamo più parlato di nulla, e non abbiamo mai più avuto momenti intimi. «Tutto bene?»
«Si, certo.» rispondo, sforzando un sorriso, ma lui sbuffa sedendosi affianco a me.
«Parla.» sussurra cercando le gomme dai suoi jeans. Ho notato che utilizza le gomme come sigarette, le caccia in ogni parte del mondo da qualche tasca segreta dei suoi meravigliosi jeans.
«Nulla, veramente.» insisto, ma lui si gira con occhi sospetti e incrocia le braccia, non mi avrebbe lasciato andare molto presto. «Non abbiamo più parlato di nulla, dopo il tuo compleanno.» ammisi e lui fece segno di continuare, non riscontrando il vero problema. «Non so, a volte ho paura sia per un tuo sfizio o cose simili. Sono paure infondate, lascia perdere.»
«Non sei uno sfizio, non sei una notte e via. Anche perché è già passata una settimana, dovrei averti mollato da un po'.» ammette ridendo, ma la sua ironia non riesce a tirarmi su. «Sono innamorato di te, quindi tranquilla.» continua accarezzandomi la guancia.
«Davvero?» domando contenta che finalmente abbia detto qualcosa e lui annuisce, poi mi punta il dito contro con uno sguardo minaccioso.
«Dillo a qualcuno che sono diventato così fottutamente dolce e ti uccido.» dice minaccioso, poi scoppia a ridere, portando la testa sul mio petto. Adoravo la tranquillità che si creava tra di noi, era tutto così spontaneo che a volte sembrava surreale.
