«Perché è così strano?»
«È molto freddo, distaccato e introverso. Stava sempre con noi ma pensavo ci odiasse. Te ne accorgerai subito da come ti guarderà.»
Cindy e Harry.
Non siate lettori silenziosi, per piacere. Ragazze lasciate qualche stellina perché altrimenti non capisco se la storia vi piace e devo continuare o devo lasciar perdere...
I swear.
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3:24 am. È l'orario che segna il cellulare sul comodino. Decido di lasciar perdere il sonno e mi alzo dal letto, cercando di muovermi nel mondo meno rumoroso possibile per non svegliare Harry, che subito dopo essere entrati in camera si è addormentato. Infilo la sua felpa che ha poggiato sulla sedia ed esco fuori al balcone della camera, o meglio dire suite. Il panorama è mozzafiato, ma la tranquillità del mondo esteriore non porta tranquillità al mio mondo interiore, che continua a farsi domande e problemi. Fino a un mese fa ero una tranquillità ragazza, studiosa in uno dei college più prestigiosi di Londra. Evitavo, quasi come se fosse la peste, la vita frenetica e mi dedicavo ai miei libri classici. Ora, un mese dopo, sono in una suite a Miami con un ragazzo, che sembrava tranquillo come me, invece dietro la sua aria misteriosa ti nascondeva un vero mistero, e non era solo una maschera. La maschera. Una delle idee principali di Pirandello era che l'uomo indossasse una maschera. C'erano varie maschere, una per la società, una per la famiglia, una per il lavoro e poi quando si restava da soli si è nessuno, perché le varie maschere che indossi ti confondono, ti fanno perdere cosa realmente sei. E se avessi fatto questo per tutta la mia vita? Indossare una maschera, ma non era la mia. Non mi andava più bene, dovevo cambiare personaggio, o forse abbandonarla completamente ed essere finalmente me stessa.
«Perché sei qui fuori?» domanda Harry con voce bassa, facendomi saltare dallo spavento. Mi giro verso di lui e lo trovo appoggiato alla veranda con i capelli scombinati.
«Mi hai fatto mettere paura.» ammetto portando la mano sul petto. «Non riuscivo a dormire.»
«Torna dentro, vieni.» dice allungando la mano verso di me. Prendo la sua mano e torno in stanza, sedendomi poi con lui sul letto. «È qualcosa di specifico che non ti fa dormire?»
«È una situazione un po' strana, questa che sto vivendo ora.» rispondo sorridendo.
«Effettivamente.» commenta ridendo, poi si stende sul letto, infilandosi sotto le coperte. «Puoi farmi tutte le domande che vuoi.»
«Perché mi hai portato con te?» domando di getto, non perdendo l'occasione che mi ha dato.
«Perché ero stanco di stare ogni anno da solo e sentire sempre le stesse domande, come perché sono solo oppure se sono fidanzato.» risponde e annuisco, guardandolo negli occhi.
«Di cosa si occupano i tuoi?»
«Si occupano di varie aziende importanti, si occupano di troppe cose che fatico anche a ricordarmi. Entrambi sono avvocati.» mi spiega. «I tuoi che fanno?»
«Viaggi, so solo che viaggiano molto.» rispondo ancora di getto, scoppiando poi a ridere.
«Non sai che lavoro fanno i tuoi genitori?» domanda poi Harry, appena capisce che non avrei risposto.
«Non mi è mai interessato veramente, possono fare quello che vogliono.» ammetto stendendomi sotto le coperte. «La macchina bianca è tua?»
«La Ferrari di prima?» domanda, ed io annuisco. «Si, è una delle macchine che ho.»
«Una delle macchine?» domando, ancora.
«Ne ho tante, troppe forse.» risponde ridendo e alzando le spalle, come se fosse una cosa normale. «Ah, ti dovrei chiedere un enorme favore.»
«Certo, dimmi.»
«Dovresti far finta di essere la mia ragazza.» ammette velocemente, quasi fatico a seguirlo. «Prima che entri nel panico, dovrai solo tenermi la mano, non sarà niente di strano. Saluti qualcuno e filiamo via, giuro.»
«Giuri?» domando quasi terrorizzata.
«Giuro.» risponde sicuro, portando la mano sul petto. «Ora domiamo.» continua girandosi di spalle per chiudere la luce.
«Notte.» sussurro chiudendo gli occhi, cercando di rilassarmi. Finalmente in breve tempo sento le braccia di Morfeo avvolgermi.
