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Non siate lettori silenziosi, per piacere.

Vincerò - Annalisa.

Mi guardai allo specchio aggiustando il vestito che Gemma aveva scelto per me, eppure mi sentivo sbagliata.
Sbagliata per com'ero vestita, io non ero quell'immagine che vedevo allo specchio.
Sbagliata perché, anche se non sapevo cosa fosse l'amore, ero convinta che tutto quello che stava succedendo tra me ed Harry non era amore.
Sbagliata perché non mi stavo ascoltando, cercavo di reprimere i miei sentimenti e di continuare questa cosa, che per me non andava bene per me.

Mi misi seduta sul letto e guardai la porta, che era chiusa a chiave per non far entrare Harry, ormai abituata alle sue entrate non programmate.
Non era questo quello che volevo, tutto quello che avevo immaginato era completamente diverso e questo che stavo vivendo ora non mi andava bene. È andato a letto con un'altra perché non stavamo insieme eppure è tornato perché vuole stare con me?
Cosa girava nella sua testa? Cosa voleva da me?

Guardai di nuovo l'immagine che lo specchio rifletteva e continuai a non sentirmi io quella riflessa, poi mi chiesi cosa volevo io. Forse dovevo portare proprio me davanti a tutte le domande che giravano nella mia testa ed avevo tutte le risposte: non volevo uno uomo così. Non volevo, al mio fianco, qualcuno che mi dava perennemente la paura di potermi tradire, che scappava dai problemi, che non sapeva spiegarmi cosa girava nella sua mente e darmi una spiegazione delle sue azioni.

Sfilai velocemente il vestito ed indossai i miei soliti jeans ed una maglia, poi presi la mia valigia e sistemai le mie cose e presi un foglio per lasciargli un messaggio, cercando che potesse capire e capirmi attraverso poche righe. Sperando che potesse cambiare, che potesse diventare come prima, anche se non si tornava indietro.

Prima di andarmene mi riguardai allo specchio, riconoscendomi finalmente nella persona che vedevo, così soddisfatta presi le mie cose e lasciai silenziosamente la camera. Percorsi velocemente il corridoio e le scale, e più mi allontanavo più mi sentivo libera, mi sentivo le spalle più leggere, il dolore che sentivo al petto si alleviava e le mie gambe prendevano velocità.

Fermai il primo taxi fuori l'hotel dove si teneva la festa e mi diressi verso l'aeroporto. Mentre uscivo dal lungo viale dell'hotel notavo tutte le macchine che entravo, piene di donne con vestiti eleganti, quasi da principesse ma tristi, sorridevano solo se incontravano qualcuno e non era quello che volevo. Io volevo essere felice, anche se questo significava indossare i jeans per tutta la vita.

Arrivo in aeroporto e cerco subito un aereo che mi porti il prima possibile a Londra, lontano da questo posto che non mi dava la sensazione di essere casa, di stare bene, di essere protetta.
Dopo aver preso il biglietto per il primo volo disponibile, prendo il cellulare e attivo la modalità aereo così da non ricevere nessuna chiamata. Mentre camminavo verso il check-in mi sentii finalmente libera da tutto e pensai che tutto ciò mi avesse solo resa più forte, un esperienza che mi serviva a crescere, uscire dalla visione troppo fiabesca dell'amore e capire come funzionasse veramente. Mentre guardavo le nuvole dal finestrino mi sentii completamente diversa, diversa in modo positivo. Sentivo di essere quasi cresciuta, che prima scappavo solo dall'essere grande ed ora avevo avuto il coraggio di prendermi le mie responsabilità, non aver più paura di rimanere sola, non aver nemmeno più paura di incontrare il mondo.

Infilai le cuffie alle orecchie e sorrisi, stavo bene.

Strange but Magnetic; Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora