Nina 5

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Lascia un buon odore la pioggia

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Lascia un buon odore la pioggia. Mi manca. È da un paio di settimane che in città splende il sole in un limpido cielo azzurro.
Non glielo dico spesso di amarlo, non so perché. Forse il mio inconscio vuole proteggermi, mi difende. Prima lo urlavo e scrivevo sui muri. Ora è un amore diverso. Un amore maturo. Leo me lo ripete spesso. Adesso i ruoli si sono invertiti. E che nei suoi occhi lo leggo davvero, distintamente. Non che prima non lo fosse, ma sono dell'idea che oggi, non so, abbia maturato il significato della parola stessa.
Sono felice, non quanto vorrei, ma lo sono.
E quando uniamo i nostri corpi, vivo una completezza esaustiva. Le parole non bastano mai, potrebbero essere infinite, complicate, ricercate. Io sono per i fatti. Sono importanti sì, ma i fatti, i fatti stessi di quelle parole lo sono di più.
Leo è la mia vita migliore, ma collegata a quella peggiore. Molti occhi mi hanno guardata, alcuni uomini toccata, frasi accarezzata, lodata, ammirata. Decantata da poesie, ritratti, fotografie. Attratta da uomini artisti. In nulla ho rivisto i suoi occhi, quelli ti mangiano nel vero senso della parola. Ed è meraviglioso che in tutti questi anni passati di assenze, siamo rimasti sospesi solo io e lui, per poi ritrovarci e curarci dalle ferite del tempo. Sarà questo l'amore? Ha questa forma? Questa dimensione? Veniamo al mondo già destinati? Non so per gli altri ma mi piace pensare che per noi sia stato così. Ho zittito le voci nella mia testa, ho cessato di ascoltarle, ho riprovato la gelosia, incuriosita dalla sua immutabile presenza. Lo sfarfallio di battiti d'ali che mi schiaffeggiano lo stomaco. È anche vero che il suo amore mi fa male ma non esiste bianco senza nero, pioggia senza nuvole, ossigeno senza vita. Ho perso peso, dilaniata dal bivio da quelle scelte che poi si pagano.

So che quelle ore, determinate dallo scoccare del tempo, ci fanno provate quel coinvolgimento perfetto, all'interno di quattro mura, sai che ti devi completamente. Verità. Promesse. Anima e sudore. Ti concedi per paura del domani.

Siamo strani noi. Strani insieme. Nessuno potrebbe capire le nostre scelte o condivisioni. Le abbiamo ricamate su di noi, quando le ossa fragili della nostra ingenuità si stratificavano con il carattere e la caparbietà. Delle scelte del futuro. Sbocciavano Nina e Leonardo

E sorrido nel ripensarlo mentre rideva. Non lo fa spesso ed è un dono che, quando avviene, ti appaga di tutto.

Non esistiamo solo noi però. Esiste un mondo al di fuori del nostro letto. La nostra unione farebbe male a troppi affetti a me cari. Io so che lui c'è e questo mi fa stare bene, riesco a temporeggiare, egoisticamente, lo so.
Il tempo non può fermarsi per noi, tracorre inesorabile, ma voglio vivere di quegli anni persi a soffocare le mie urla sul cuscino vicino ai peluche. Non mi fido abbastanza, di noi, di lui, soprattutto di me. Non so come potrebbe essere.

Le ragazze mi aspettano alla caffetteria in prossimità del mio negozio. Mi sono preparata velocemente e rischiato di cadere giù per le scale. Ci siamo salutati ancora una volta quando dalla finestra si è affacciato.

Che bellezza.

Entrambi con un passato pesante, con esperienze disagianti, ma con la stessa convinzione di condividerle all'altro, come se in un certo qual modo farebbero meno male.

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