Nina20

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Schiudo lentamente le palpebre ritornado al mondo reale. Da prima le immagini appannate si sostituiscono in bianche pareti, le lenzuola candite che coprono il mio corpo e la flebo posta sopra la mia testa. Il tavolino è colmo di fiori bellissimi.

Mia madre si asciuga le lacrime spostandosi gli occhiali, seduta sulla piccola sedia di legno poggiata al muro. Mio padre è vicino la finestra. Guarda al di fuori con la mano a sorreggergli la testa.

《Mamma》mormoro flebile procuramodi una fitta infuocata in gola. Entrambi stupiti mi raggiungono con lunghe falcate sistemandosi, più vicini a me 《oh, bambina mia》trattiene a stento la commozione, mentre mio padre lascia che prendano il sopravvento. Mi accarezzano i capelli, il viso, le mani

《Cos'è successo?》《Nina mia》inizia singhiozzando 《il tuo corpo non ha retto alle troppe emozioni. Ci hai tenuto all'oscuro di tutto》mi rimprovera dolcemente ed io abbasso lo sguardo, colpevole 《avremmo potuto rimanere al tuo fianco bimba》inizia mio padre, e non trovo nemmeno il coraggio di guardarlo in faccia. Mi sento così piccola e stupida in questo momento. 《Perchè... perché c'era tutto quel sangue intorno a me?》

Ho paura della risposta. Ho sognato il mio bambino. L'ho visto che mi chiamava e che mi porgeva un lecca lecca.

Involontariamente passo il palmo sul ventre, in attesa.

Si guardano entrambi, prendono tempo, sospirano.

Panico.
L'ho perso?
E andato via?
Ma io.. io non lo sapevo, non credevo neanche che quella notte ci saremmo riusciti, la notte in cui non immaginavo assolutamente tutto ciò che in seguito sarebbe successo.

Il labbro inferiore trema, ma Tommy mi solleva il viso 《hai avuto una minaccia d'aborto tesoro. Ci è mancato pochissimo che insomma... beh, hai capito》attendo speranzosa 《è già forte questo bambino, è forte come la sua mamma》

C'è.
È qui.
Con me. In me.
Non l'ho perso.
Mi vuole come sua madre

Sorrido sollevata e inizio a piangere liberandomi da tutta l'ansia repressa tra l'abbraccio dei miei genitori. 《Diventerò mamma》sussurro incredula 《diventerò mamma》《si, si, sei di dieci settimane amore》

Dieci. Dieci settimane che questa microscopica creatura si nutre della mia anima.
Ed io non ne ero a conoscenza.
Settimane in cui mi sono massacrato, annientando anche il mio corpo.

E con flash mi riappaiono la loro immagini. Il flash del loro bacio. Il flash di Achille al mio fianco. Risistemo tutto in un unico film e, cauta, mi tiro sù fino a sedermi sul letto.

Guardo meravigliata la mia pancia 《non ti sforzare troppo, devi riposare》con le mani ferme sul ventre guardo i raggi i sole oltrepassare le vetrate e penso a Viola, al miracolo della vita. Della mia vita. Tornerò a salutarla, con il mio meraviglioso pancione. Ed è reale, la voglia di andare avanti ti prende per i capelli e ti invita a proseguire, perché non lo conosci, non sai come sarà, ma lo ami già da impazzire.

E ci era riuscito, ci era riuscito a lasciami una parte di sè. L'avevamo desiderato così tanto che si era materializzato.

Ma aveva distrutto tutto.

Cerco gli sguardi dei miei genitori e seria in viso inizio《aspettate a chiamare il medico. Prima devo sapere alcune cose》attendono curiosi 《innanzi tutto mi dispiace tremendamente che abbiate saputo di me e Leonardo in questo modo. Soprattutto tu papà, la situazione è precipitata nell'ultimo periodo e prima, mi mancava il coraggio di dirti la verità. Posso solo immaginare la vostra preoccupazione, e mi dispiace. Davvero. Ma forse è stato un bene così, dopo ciò che ho visto quella notte, dopo il dolore che mi hanno causato, penso che sia giusto nascondere questa gravidanza a Leonardo》decisa nelle parole, proseguo 《Non dovrà sapere che custodisco suo figlio. Verrà messo all'oscuro della mia vita e soprattutto della sua》il gelo si mischia al sangue che scorre nelle vene 《per lei, non ho nemmeno parole da sprecare》quando i rimasugli di tutta quella sofferenza minacciano di salire a galla, nascondo il magone inghiottendolo giù e sforzo di sorridere, distaccata dall'ombra di tutta quella situazione.

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