Nina11

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Ho ordinato cibo cinese. Per una persona sola.
Stravaccata sul divano, guardo un documentario sulla biografia di Michelangelo.

Ho parlato al telefono con Eleonora una volta rientrata in casa. Ci ho girato intorno e, indirettamente, volevo sapere se fosse a conoscenza di qualcosa. È sincera Ele. È talmente genuina che non ha badato alle mie domande. Rispondeva sinceramente. Non ne sa nulla.

Potrei sentire Beatrice.
Potrei chiedere a lei. Eppure, per un attimo lo stavo facendo. Stavo componendo il numero di telefono, ma mi sono bloccata. Per un attimo ho pensato a cose malate. A situazioni malate. Ho pensato che lei sapesse e che nascondesse tutto, consapevolmente. Per un attimo, l'ho pensato.
Perchè quei due non si rivolgono quasi la parola. Perchè lei detesta Leonardo. Non sopporta il suo odore, le sue parole, la sua vita. È così strano, che persino mio padre ne è rimasto sorpreso. Non sarebbe stato così se si fosse trovato con qualsiasi altra donna, ma non con Beatrice.

Ho un disperato bisogno di Leonardo. Più sfugge, più la mia mente distolta si aggrappa malamente alla nostra relazione.

Non può svanire.
Non può finire.
Non può andare via, ci abbiamo messo anni a ritrovarci amore. Non andare. Ascoltami. Sono con te. Mi tremano le mani, mi sento soffocare, impazzire. Non andare amore. Leo. Leo non andare.
Potrei morire forse sai? Non lo sopporterei. Non ce la farei.

Prendo il telefono e lo chiamo. Al quarto squillo risponde 《Nina》 《amore, dove sei?》mi trema la voce. Ho un magone allucinante. È una sensazione orrenda.
La paura.
Paura che tutto questo finisca. Vivi male. Vivi con il continuo risentimento. Agitata. Ansiosa. Paranoica.
《Hei, sto arrivando, che succede?》singhiozzo disperata dall'altra parte del telefono. Fluttuo. Volo appesantita con il cuore incementato. 《mi manchi, fai presto per favore》 ed è un bisogno reale. Un bisogno dovuto. Intriso di rimorso e annebbiato di terrore.

Corro in bagno, mi passo il rossetto rosso sulle labbra. Infilo dei cerchietti dorati ai lobi delle orecchie.

Sento percorrere distante le rampe di scale che ci dividono, osservo dall'occhiello e spalanco la porta correndogli in contro.
Mi lancio fra le sue braccia che mi cingono strette le cosce, barcolla per un attimo, gli bacio il viso. Gli stampo le mie labbra su ogni centimentro di pelle. Ogni lembo pulito e sporco di colore e saliva.
Ci fissiamo.
Silenzio.

È bello da morire Leonardo.
Bello che qualunque genere e sesso ne sarebbe sedotto. È affascinante. Misterioso. Tremendamente schivo e intelligente. Carismatico e seduttore.

《Ti amo Leo. Ti amo da impazzire》sussurro con voce tremante. Mi apro di tutto e sputo la verità. Gliela vomito in faccia. Così, prima che si allontani, saprà tutto. Ci penserà più volte prima di commettere il passo sbagliato.

Tremo fra le sue braccia. Tocco con la punta dei piedi il pavimento, senza staccarmi troppo, senza smettere di abbracciarlo. Senza smettere di appiccicargli il mio spirito contro.

Delicato mi trascina dentro casa. Chiude con un calcio la porta. Mi bacia il collo, mi stringe il mento, mi bagna di lacrime che sgorgano silenziose dai suoi occhi vitrei. Piange.

Leonardo piange.

Mi afferra i capelli, risucchia la mia vita nel suo respiro, e ci spogliamo, meccanicamente, in simbiosi.

Siamo solo noi ora.
Solamente noi.
Io e te. Nina e Leo.

E so di non averlo mai amato come in questo momento. Gli bacio ogni singolo polpastrello. Beandomi di ogni deciso passaggio di inchiostro sul suo corpo. Percorro i suoi lineamenti con il dito. E ci baciamo. Avidi. Soliti. Avari.

E stiamo per venire. Glielo sussuro all'orecchio. Lui deve rallentare.

《Io... io Leo... 》affonda i denti sul mio capezzolo roseo e tondo. Strizzo gli occhi, mi fa male, ma i nervi sono tutti riuniti in un unico punto che sta per crollare. Stretto a me che quasi mi manca il respiro. Impresso il rossore delle impronte, le mani salde sulle mie carni chiare.

Uniti. Più uniti che mai.
Una vita insieme. Una vita insieme ma lontani.

In questa vita ho sempre e solo amato l'unico uomo dai capelli lunghi e gli occhi profondi. Nella prossima vita amerò lui. In quella precedente amai solo lui.

Abbozzata per il suo tocco. Strutturata per il suo dolore.
Incatenata alla sua personalità.

《Ti amo. Ti amo anche io Nina》mi sigilla con gli occhi 《qualunque cosa. Ricordalo sempre》è duro, autorevole. Promessa. La mia promessa è sigillata.

Ma io mi sento troppo strana, e la bocca emette suoni senza che io riesca ad attaccarvici prima il cervello.

《Leo. Perdonami se potrai》, scollo il seno dal suo petto, immobilizzandogli il viso con le mani. Seduti con le gambe divaricate, uno di fronte all'altro

Sto.
Per.
Vomitare.

《Ho commesso un errore... 》piango, piango di fronte ai suoi occhi straniti e preoccupati 《aspetta》 , ci riprenso 《baciami prima. Un bacio solo》 , mi faccio pena da sola. Incastro la mia bocca con la sua, tennetta un attimo, io non demordo e lo obbligo a darmi ciò che voglio. Ciò che avrò un'ultima volta. La fronte sulle sue labbra, colano incessanti, non provo nemmeno a trattenerle, ormai, le lacrime, hanno una vita propria.

《Ti ho tradito Leo. Sono stata con Gaspard》 , lancio la bomba e mi copro le orecchie con le mani.

I battiti del cuore aumentare drasticamente.

Mi sento libera di un macigno, ma ho paura di guardarlo negli occhi. Ho paura dei suoi occhi.

Respira forte.

E ho appena commesso una cazzata. E Beatrice? E lui? E che cazzo ho detto? E l'americano?
Perchè l'ho fatto?
Che cazzo ho fatto?
Dovevo aspettare. Dovevo tacere. Sarei morta con questo segreto, forse, sì forse era meglio così.

Mi spintona via dal suo corpo. Gli faccio schifo. Quelle spalle chine. I ciuffi lunghi che coprono il suo viso.

《Non volevo Leo,》inizio, inginocchiandomici davanti 《è successo, sì amore, ma devi credermi

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《Non volevo Leo,》inizio, inginocchiandomici davanti 《è successo, sì amore, ma devi credermi. Mi sentivo un mostro, mi sentivo in colpa per i suoi sentimenti》digrigno i denti sofferente. La faccia mostruosa dal dolore. Cerco i suoi occhi. Cerco dentro quelli, ci provo ma svia, scansa le mie mani aggrappate al rimorso

《Non mi lasciare. Non te ne andare 》urlo. Urlo tutto l'ossigeno che mi è rimasto in corpo. Mi accascio sul pavimento. Piango. Singhiozzo. Sciolta in un lago.

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