Nina25

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Strabuzzo gli occhi
Sono tutti qui. Per me.

Ad attendermi un semicerchio di applausi e sorrisi che si irradiano fino a centrarmi il cuore.

Quando lo stato catatonico misto a spavento si affievolisce e il tepore delle loro risa centra le mie corde, non posso far altro che lasciarmi contagiare dal loro entusiamo e con le mani a sorreggermi il viso ci avviciniamo contemporaneamente.

Osservo i miei genitori, Eleonora e la nipote Ilaria, Silvia, persino Mattia è qui, tiene stretto al petto Noa il quale, sorridente, si sbraccia verso di me.

Sono riusciti a rendere questo giorno speciale. Ognuno di loro.

Li stringo a me energicamente nel tentativo di fargli percepire quanto io sia riconoscente di averli nella mia vita.

《Ma come avete fatto?》domando al centro del gruppo 《ci ha pensato tua madre tesoro》spiega Eleonora stringendomi le spalle《sono settimane che organizza tutto》continua Mattia. Accetto il bicchiere che mi viene offerto e vago con lo sguardo intorno soffermandomi sull'allestimento.

Ha realizzato un vero e proprio amplesso di tovaglie a scacchi e cestini di legno, di lucine che si diramano tra le braccia degli alberi che ondeggiano a suon di sprazzi di vento dal sapore di inizio estate. Ci scompiglia i capelli e gonfia le gonne, lo stesso che ha soffiato per tutto il giorno ripulendo il cielo completamente esteso sopra i nostri occhi.

Tolgo le scarpe per sentirmi libera fino al midollo ed immergo i piedi sulla soffice erba curata e fresca.

《Amore mio》Tommaso mi raggiunge, mi solleva e lascia vorticare il mio corpo insieme al suo in un girotondo, rischiando di far scivolare dal bicchiete il liquido 《grazie Pà. Grazie per esserci sempre》. Una volta in equilibrio sulle mie gambe sollevo il calice e schiarendomi la voce attiro l'attenzione《non so davvero come ringraziarvi. Grazie per essere qui, per aver fatto diversi chilometri pur di rendere questo giorno speciale e per avermi imbrogliata questa mattina》alludo ironica scaturendo risate di coro 《vi voglio bene》concludo per poi sorgeggiare a suon di Auguri.

Chiacchieriamo animatamente tra di noi addentando stuzzichini e prelibatezze tiepide 《Ele, come mai non c'è Roberto?》si incupisce appena e fissa il bicchiere che stringe tra le mani《doveva occuparsi della pasticceria e nessuno poteva sostiturlo》spiega velocemente, la guardo interdetta fino a quando Mattia si unisce a noi due《come stai?》domanda; i capelli più lunghi del solito e la barba incolta a coprirgli le guance, la cicatrice sembra essere sempre stata sullo zigomo sinistro. Spesso mi sono chiesta come abbia fatto a vivere guardandosi allo specchio e vedere il taglio procupatogli dal nonno.

Ha entrambe le mani in tasca prima di sfilarne una cingermi il collo avvicinando i nostri fianchi《benissimo》mento, e così, in maniera del tutto sincera, deposita le labbra fra i miei capelli respirando fra questi, come se capisse le cicatrici che mi porto dentro《tu piuttosto?》《mmmm vediamo...》 mi scollo appena e alzo il viso fino al suo, 《il solito incasinato》risponde frettoloso

《Leo?》è un sussurro che esce ancora prima che la testa ci ragioni; parte per la tangente la lingua che accarezza appena gli incisivi. Per un attimo dubito che le loro orecchie abbiano udito, ma, indagatori e allarmati mi fissano.

《scusa》sibilo intimidita, più per loro che per me stessa; abbasso lo sguardo sui miei piedi, sentendomi in un attimo sulla difensiva

Non dovrei amare un uomo così?
No, non dovrei.

Con le dita mi alza il mento, le pupille saettano sulle mie frenetiche; mi pizzica la guancia fra le dita e poi si avvicina al mio orecchio, sposta la ciocca dietro questo e mormora 《ne parliamo dopo》annuisco poco convinta e quando il pianto di Noa si fa sempre più acuto ne approfitto per allontanarmi alla ricerca di ossigeno puro

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