Leonardo12

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Polvere al vento. Corro disconneso tra i lampioni e i palazzi su questa moto che stride spregiudicata ed esibizionista. Corro con occhi consumati dal tempo nascosti dalla visiera. Sfreccio ai semafori rossi, ai divieti, nelle rotatoie.

Accosto lasciando precipitare al suolo i pezzi di metallo tecnicamente assemblati che stridono con un frastuono.

Robotico, apro la porta il cui nome evidenziato in rosso al di sopra mette i brividi e ti angoscia di paure

PRONTO SOCCORSO

Non so nemmeno da che parte cominciare. Mi insinuo tra i freddi corridoi, colmi di pazienti e non, tra camici e visi prigionieri. Quando scorgo ĺa donna seduta davanti un computer mi precipito scivolando appena sul pavimento piastrellato.

《Sto cercando...》 il suono della mia voce soffocato e lo sguardo confuso della donna mi ricordano di avere ancora il capo coperto dal casco

《Sto cercando Alfonso Calò, mi hanno chiamato...》
《Oh sì, mi segua, immagino che lei sia il nipote》 si alza dalla sedia setacciando nelle serie di stanze 《cosa, cos'avuto?》non riesco nemmeno a parlare《infarto》 dice tra i suono dei difibrillatori che si assodano ai timpani tappati e al blackout. Una parola, basta una semplice parola per rovinarti.

Forse sto per averlo anche io. Sarà questa la sensazione.

Attendo diverso tempo dinnanzi la stanza su e giù fino a quando si spalanca e la stessa donna di prima mi invita ad entrare.

Nonno.
L'americano.

È sdraiato su questo cazzo di lettino scomodo con tutti questi cazzo di tubi e flebo e aghi infilati nel corpo. Mi auguravo di non dover rivivere dell'odore di disinfettate misto ad apatia.

Lo scruto dal fondo del letto. Ha gli occhi chiusi e quel rilevatore che trasmette i battiti del suo cuore, lenti e misurati, a suonare nell'ambiente.

《È stazionario》 bisbiglia al mio fianco 《ma, la situazione non è delle migliori》conclude, infierendomi il colpo di grazia.

Morirà?

Non mi sembra vero possa essere lui.

Il mio amico
Il mio complice
Il mio rompi coglioni per eccellenza, ma non si può vivere senza un rompi coglioni. Per uno come me poi, e impossibile. È necessario.

Mi siedo al suo fianco guardandolo mummificato in me stesso. Non riesco nemmeno ad aprire bocca. Si è incollata ermeticamente e la saliva mancante ne accentua la forza di chiusura.

Ma perchè dio te la stai prendendo così con me?
Che cosa cazzo ti avrò mai fatto per inveire le tue frustrazione su Leonardo Calò. Eh? Cosa mi stai dimostrando? Che devo farla finita? Che ho perso tutto? Che morirò solo? Dimmelo. Apparimi e dimmelo. Lo vedo che ti stai portando via il meglio di me.

Accenna un sorriso, davvero poco accentuato.
Sorrido anche io dal mio posto. Starà vedendo tante belle donne ronzargli intorno. Donne sexi, con le ali.

《Svegliati rompi coglioni. Svegliati》gli spiffero avvicinandomi all'orecchio 《so a cosa stai sognando sai? Cazzo ma le vedi ovunque? Adesso immagino la mia faccia che irrompe tra tutte le fanciulle e mi starai mandando a fanculo》sghignazzo tra le lacrime

《Americano, ma che scherzi fai? Ti sei messo in testa di farmi morire pure tu eh? Guarda che.. guarda che non sono mica di ferro. Dai, ti perdono, apri sti occhi e dimmene quattro secche in faccia. Incazzati pure, va bene ugualmente》giocherello con le dita percorrendo il suo viso rilassato. Non ho mai preso l'ipotesi di vederlo in questo stato. È sempre stato ovvio nella mia vita da crederlo quasi immortale.
Ho lui. Soltanto lui.

Nina Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora