Leonardo 15

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《Era Nina quella sul taxi Mattia, perchè cazzo non hai impedito che fuggisse via? Perchè... perchè non mi hai permesso di vederla?》grugnisco 《apparte il fatto che non hai la chiara certezza fosse davvero lei》parla ma non mi guarda intento a sistemare il cavalletto 《ma che problemi hai?》《nessuno》risponde disonvolto《ti è chiaro che quella fosse Nina o no?》continuo 《non ne sei sicuro e comunque...》si gira nella mia direzione 《che cosa vuoi ancora? eh? Non ti è bastato? Cazzo Leo gliene hai combinate di tutti i colore, dove cazzo lo troveresti il coraggio di fermarla? per dirle cosa poi? Perdonami? Mi sono scopato Beatr...》di impulso lo afferro per il colletto della giacca,gli sono attaccato alla faccia 《non sbagliare a parlare pezzo di merda, sai perché ho dovuto agire in questa maniera》《non dare la colpa agli altri per le tue scelte》non è per nulla tranquillo, tutt'altro, mi afferra anche lui, il riflesso della mia immagine 《e sono stato un coglione a permetterti di costruire questa situazione implicando, anche se indirettamente, Nina. Non permetterò di farle altro male. Ma hai una coscienza? Un'anima? Nemmeno dinnanzi un figlio ti sai fermare?》duro, risoluto, vero. Maledettamente vero.
Gli tolgo le mani di dosso, quasi schifato, indietreggiando di qualche passo 《non giudicarmi, non farlo》gli punto il dito contro, con un cipiglio sul volto 《non l'ho mai fatto. Non lo farei mai e sono l'ultima persona al mondo a porterlo fare ma Leo, raccogli i cocci della tua vita e sistemali, se continui di questo passo rimarrai con un pugno di cenere tra le mani》《sai che questo è il tassello mancante per liberarci, me lo dicevi sempre tu》《ma cristo santo non abbiamo più vent'anni, le idee cambiano, la vita cambia e si matura》

Guardo il ciglio della strada, seguito da un lungo silenzio, in balia di emozioni contrastanti, scuoto il capo, e convinto, raccolgo la cicca di sigaretta da terra 《era Nina》inizio mostrandogliela dritta davanti gli occhi 《lei le fuma a metà, questo è il colore del suo rossetto》e da malato quale sono, chiudo gli occhi e l'annuso. Annaspo la sua fragranza. La immagino nelle note di gelsomino e fiori d'arancio. Fresca e pulita. E poi, senza pensarci troppo, ammattito, me la porto alla bocca, sotto gli occhi contrariati del mio migliore amico, e la bacio. Pizzicano le labbra al contatto. Rivedo le mani che mi stringeva meravigliosamente attorno alla mandibola. Alla costellazione rame che si spalmava sulla mia pelle e all'espansione della sua bocca nella mia. Vivida. Perfettamente impressa.

Lancio la cicca consumata《ti sei preso una cotta per Nina?》sputo diretto. Tanto spiazzante è la sua espressione, da fare un passo all'indietro, gli occhi gli escono fuori delle orbite e credo non respiri per alcuni secondi. Io tiro su la bocca da un lato, una linea dura, incisa. Decisa.

Incredulo e offeso mi guarda dispiaciuto un'ultima volta prima di incamminarsi diretto verso l'entrata ma lo blocco per il gomito, mi avvicino all'orecchio e sussurro 《stasera lo ammazzo Mattia》ghigno malefico 《e comunque scherzavo amico. Di te mi fido ciecamente e la tua espressione ne è la conferma》concludo con un sorriso accattivante ma, mio malgrado, senza proferire parola, procede il suo cammino senza voltarsi nella mia direzione. Disarmato.

Ovunque mi giri riesco a seminare merda.

Destabilizzato e ai limiti della lucidità, fermo il primo taxi che incrocio nella mia traiettoria e mi ci infilo dentro. Gli indico il mio indirizzo di residenza e chiudo gli occhi poggiando la testa nel sedile

《portami a casa》bisbiglio《portami a casa》

Che cazzo ho fatto?
Mattia non si meritava le mie parole. Il mio angelo. Il mio compagno di vita

《Sono venti cinque euro signore》sfilo le banconote dalla tasca dei jeans e glieli poso sopra la mano, 《tenga il resto》《grazie ancora, signore》apro la portiera e mi sorprende la pioggia battente che mi si scaglia contro 《cazzo come piove》impreco, poi richiudo la portiera alle mie spalle.

Ma non riesco a fare un solo passo mentre l'auto riparte, come se avessi spalmato della colla sotto la suola delle scarpe o mummificato o impietrito. Mi ha manomesso i sistemi funzionali del corpo.

Non la vedo, lui sì invece, l'inconscio, lui sa già che è qua. Grondo acqua, scatto la testa alle mie spalle.

Luce

Si copre con un piccolo ombrellino da borsetta. Tacchi alti. Calze a rete. Capottino stretto in vita e lungo fino alle ginocchia. Sublime. Perfetta. Sensuale. Eccitante da morire.

Togli il fiato Bubi.

Ridacchio appena sprofondando le mani nelle tasche dei pantaloni. Le piccole gocce sospese sulle ciglia. Le pupille fisse per lei, che si solleva dal muro e, dritta sulla schiena, scopre gli occhi.

A rilento.
Immagine dopo immagine.

Tac.

Percepisco tutto poco alla volta.

Lei. Io. Acqua.
Gambe. Respiro. Profumo.
Freddo. Buio. Nina. Nina.
Nina. Nina. Nina

Tre falcate, scanso la macchina parcheggiata, sono davanti al suo viso. I respiri non si uniscono. Cessano.

Il cuore cede. Si crepa. ESPLODE. Le scivola l'ombrello dalla mano, trema sotto di me. Tremo anche io. Pozze celesti. lucide, languide. Pupille espressive più delle parole. Incerti avviciniamo i nostri sapori. Insicuri ci sfioriamo, impacciati attendiamo. Sussurra un ansimo, un verso inudibile tra il rumore della città che lo smorza sicuramente, un tenue lamento di desiderio che le esce involontario, il mio udito lo percepisce però.

Vicini.
Più vicini dai
Avvicinati
Entra.
Impastati, così ci si sente

Guardami. Lo fa, ma scende, mi assapora, esamina i miei contorni, li disegna, ripercorre.

Nostalgia amore? E la diga si rompe.

Grazie vita.

Nina è tornata 😍

Ma non sarò crudele e vi lascio subito il prossimo capitolo.

Piccolo spoiler= il prox capitolo a mio avviso è di una intensità spettacolare. Spero sia di vostro gradimento.

Vi aspetto
F.

Nina Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora