Nina7

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Ho accompagnato mia madre alla stazione di porta Nuova .
L'auto parlante metallico annuncia di arrivi e di partenze. Ci siamo accomodate su una panchina in rigoroso silenzio, ad osservare la flotta di gente che scende dai vagoni di destinazioni lontane.

L'atmosfera del saluto è meraviglia. Una pellicola di qualche film strappalacrime in bianco e nero estrapolata da una realtà che ha qualche sapore in più: gli addii, gli arrivederci, i ciao amore al prossimo week end, i bentornato.
Non ci sono retroscena, liberi di personificare l'emozione che si custodisce in pancia. E ti prende per le mani, leggiadra, acuta e pungente la nostalgia.

Troneggiano indifferenti le colonne portanti, il cui vertice è ospitato da colombi grigi e silenziosi, la sagoma che riflette sulle ampie finestre

Non ho dormito. Oscillo sul filo del rasoio, tentenno, ricordo e piango.

E mia madre lo sente, mi guarda in silenzio, impaurita da una mia reazione veemente, o solo per paura di sapere, per paura che scoppi in un lamento angosciaso.

Incatenate ad osservare gli abbracci di quelli poco più il là, di quella madre che stringe commossa il viso sereno del figlio rientrato a casa

《Vorrei venire con te》confesso senza sguardo, ammiro distaccata, recisa e abbandonata. Attende, e con quegli occhi colmi di tenerezza arrotola il suo braccio col mio per stringermi infine, la mano.

《Fa male vero?》mormora piano appoggiata con la guancia sulla mia spalla

《Da morire, ti toglie il fiato》,
si solleva, mi sistema i capelli sulla schiena. È quì, con me, dentro di me, come io lo ero in lei, non dice nulla, non domanda, non ascolta, non sente. Ma fa tutto. Consola lentamente la mia testa, cura i rimasugli di lacrime acerbe, estirpa le spine dolorose

《Ama, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato ama il tuo peccato e sarai innocente, così diceva Shakespeare, cosi ti dico io piccola mia. Non puoi pensare di scappare dai tuoi tormenti perchè proprio essi sono la tua principale vittoria. Impara a convivere con il dolore, con la sofferenza, ascoltali e non nasconderli, fatti consigliare da loro cosa sarà meglio per te e vedrai che quando gli avrai dato voce, il peso che hai nel cuore si scioglierà》

Madre.
Carezza di note affettuose.
Carne della carne.
Sangue del mio sangue.
Nessuna meglio di una madre, che vola leggera fuori dal nido, per planare su quei pezzi di cuore che hanno strappato il suo quando hanno visto per la prima volta la luce

《Ho commesso un errore inqualificabile, ferendo me ed una persona importante》

Tiro su col naso.
Stringo la base di questo per attenuare il bruciore del salato.

《Lui non ti fa felice amore, lo vedo》incredula la osservo in attesa 《sii libera Nina, libera di vivere la tua vita come meglio vorrai, abbi questa certezza ed il resto poi scivolerà nel verso giusto》
《Non so proprio cosa fare》intrappolo i singhiozzi chinando poi il capo, nascosto tra i capelli crespi

《Piangi, sfogati, urla e grida e supplica ma poi, alla fine alzati e parti》

《Dimmi solo una cosa Nina》continua qualche minuto dopo 《 Perchè non leggesti mai la lettera che ti scrisse Leonardo prima di lasciarti? Insomma, il problema è lui no?》
Ammutolita e sgamata elaboro frasi comprensibili e specifiche, prima di aprire il vaso di pandora

《Più o meno è successo questo: quando provi un dolore estremamente forte, la tua psiche può combattere in diversi modi per sopravvivere alla situazione. La mia si è semplicemente isolata, come se il mio corpo fosse lì ma la testa da tutt'altra parte, nel tentativo di proteggermi. Ho completamente estraniato il resto. Lui non c'era, mi bastò questo. Paura della verità, del male, della sofferenza, paura di non riuscire a sopportare altro dolore. E sì Mà, c'entra》concludo, sospira silenziosa, quasi rassegnata ma non cupa o sofferente

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