Nina17

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《Sto scoppiando》rivela ad un tratto 《anche io》《allora continua Bubi》mi invita saturo 《mmmm sì. Continuo. Anzi no Leo. Fallo tu》ci ripreso sistemando meglio la testa sul bracciolo 《io proprio ti vedo. Le guance ti si sono arrossate per via dell'eccitazione. Hai un paio di mutandine semplici e chiare, quelle che mi fanno impazzire》digrigna al pensiero 《si, ho proprio quelle, quelle che mi sfilavi con la bocca》sto ansimando senza ritegno.

Mi sento sporca ma terribilmente soggiocata. Tossisce un paio di volte, riprendendo fiato《il seno si sarà accumulato alle estremità del torace, perchè sono piene e morbide, si muovono sinuose ad ogni tuo ansimo, ad ogni mio tocco》mi abbandono completamente al trasporto della situazione, frizionandole più e più volte 《ti fisserei, ordinando di toccarti da sola. E tu, tu lo faresti senza indugio》《fai tanto la timida e composta, ma a letto Bubi, sfoderi le unghie e profumi di proibito e seduzione》《Leo, fermati. Sono al limite e... non ce la faccio... io... vieni qua. Insieme a me》piagniucolo.

Tentenna un po' alla mia richiesta, ma sento il respiro diventare irregolare e a tratti anche distante. Il portone scricchiolare e, una volta in strada, il mio citofono suonare. Apro di corsa e mi rimetto subito sul divano. In attesa. Passano pochi attimi prima che la porta si apra e richiuda immediatamente e, avanza nella mia direzione. Si catapulta sulle mie labbra senza lasciarmi possibilità di parole. Gli sfilo la camicia dalle spalle. Non è mai abbastanza. Non saremo mai abbastanza. Anzi, più il tempo passa in nostra assenza, più si nutre il desiderio

Mi penetra con un unico colpo deciso e assestante, trafiggendo i miei occhi con i suoi. Siamo in bilico. Al limite. Scioccati, ma elettrizati.

Mi masticano lo stomaco le sue pupille. Tanto chiare quanto cupe. Sta fermo lì, senza muoversi, senza emettere suoni. Mi stringe forte le cosce divaricate. Schiuse.

Mi sollevo con il busto raggiungendo le sue labbra leggermente aperte. Gli afferro la mandibola con la mano e la spingo contro la mia. Mi tira i capelli, punendomi, straziandomi. Mi aiuta a sdraiarmi a pancia in giù, è lui a decidere cosa sia meglio. Quello che lo renderà meglio

Ed inizia a dettare il ritmo, mi fa impazzire.

Si sistema al mio fianco, stringendomi tra le braccia. Con una mano asseconda i movimenti del bacino, accarezzandomi di tanto in tanto il ventre.

Ma sto per giungere al piacere assoluto, e nell'attimo prima, quello dove hai ancora un po' di lucidità, gli stringo i capelli e calco la guancia contro la mia. Imprimo lo sfogo disumano con le unghie. E ci siamo. Si carica. Si ciba. Si attorciglia. Accende la miccia ed i brividi si liberano elettrizzanti su tutto il corpo. Gli conficco i denti sul braccio per attenuare l'urlo, soffocandolo.
Geme forte il mio nome, annaspando dietro l'orecchio

Poco dopo si affloscia, i muscoli tesi di prima si rilassano magicamente. Nessuno dei due ha fiatato è dietro di me ma immagino non abbia aperto le palpebre. E ogni volta è sempre meglio di quella precedente. Ogni volta è sempre la migliore. Quella che dici non si potrà mai ripete un'emozione di questo tipo.

Ma una cosa è diversa. Le mie gambe sono umide.

Ho incastrato la testa sotto la sua, rannicchiata al suo corpo in posizione fetale.

Mi accarezza su e giù lungo la spina dorsale soffermandosi su ogni vertebra.

Che odore

《Ho la sensazione che dovrai dirmi qualcosa di... non so》biaschico rilassata 《... che non ne usciremo mai da questo incubo》sprofondo ancora di più nell'incavo del collo, stringendogli le braccia intorno

Non voglio vada via
Non lo merito
O forse sì

《Voglio leggere la lettera che mi scrivesti nove anni fa》

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