Nina26

226 15 3
                                    

Abbiamo insistito parecchio affinché li convincessimo a trascorrere la notte da noi, ma non c'è stato verso. I ragazzi sono ripartiti poco dopo la mezzanotte diretti a casa e, ormai rassegnata, li ho raccomandati di avvisarmi a qualsiasi sarebbero arrivati, e così è stato, mi hanno inviato un sms poche ore fa, ma la notte sembra non voler finire mai. Mi rigiro e rigiro tra le lenzuola alla ricerca di qualcosa che non vuole avere ragioni.

Scatto seduta quando è proprio uno di questi pesanti pensieri ad insinuarsi viscido fino alla ragione. Stringo tra le dita il tessuto del pigiama al livello dello stomaco ed è la stessa sensazione che provano i miei organi. Mi alzo in piedi percorrendo frenetica il pavimento freddo nella totale assenza di luce. E via via si fa sempre più decisa e tenebrosa. Surreale.

Le dita aggrovigliate ai capelli strette dolorasamente.

Arriva. Arriva.
Spunta la bastarda consapevolezza.

Ci hanno trovato.
Mi hanno spiata.
A me. A Noa.

Mi hanno vista nuda.
Giocare.
Mangiare o lavorare.
Ci hanno trovati.

Piango pene, distesa sotto le ginocchia che picchiano sotto il peso.

Mi ripulisco il naso. Gli occhi. La faccia. Le mani. Spoglia.

Mi precipito nella stanza di Noa che prendo dalla culla per poi stringerlo al petto, si lamenta nel sonno ma mi concede di beare di quell'odore così familiare e vitale.

Paranoica, scosto le tende che oscurano le finestre. Perlustro palmo a palmo le campagne deserte fino all'orizzonte ed è proprio là, che, dopo qualche ora compare l'alba davanti il mio corpo gelato con la prima luce a schiarire il nero stellato del manto notturno.

Dovrò partire da casa nelle prime ore del pomeriggio, ma, prima di ogni cosa, attendo le 7.30 per chiamare mia madre e comunicarle del mio improvviso viaggio. Ovviamente non le dirò la verità; le ho raccontato una vera e propria frottola inventata sul momento, un invito lavorativo che si terrà fuori città e che mi impedirà di rientrare prima di domattina

Preparo un piccolo borsone con il cambio e il necessario e indosso i primi vestiti che trovo.

Preparo anche il cambio del piccolo e mi domando più volte se sto facendo la cosa giusta. In seguito a poppate, bagnetto, e giochi di intrattenimento, all'ora di pranzo lo sistemo nel seggiolino dell'auto e mi avvio da mia madre che, come suo solito, mi aspetta sull'uscio di casa

《Tesoro, così ti avvertono? Quanta negligenza che ci circonda, non possiamo fare affidamento neanche nell' ambito lavorativo》《hai ragione mamma》la appoggio richiudendo la portiera 《anche io avrei preferito dei giorni di preavviso per organizzarmi, ma è meglio non mostrare dissapori ancor prima》《oh, certo certo cara. Farai il viaggio in auto? Sai già in che albergo dormirai? Hai controllato il meteo di questi giorni?》《Mamma, mamma ti prego》la blocco per le spalle 《stai tranquilla. Sono solo diverse ore di viaggio. Non preoccuparti inutilmente, piuttosto rilassati con Noa. Nella borsa ti ho messo anche il latte e i pannolini. Se hai qualsiasi dubbio chiamami, non farti problemi, io appena sarà possibile mi farò sentire, va bene?》prende Noa tra le braccia e lo zaino in spalla 《stai attenta mi raccomando》《sì e grazie, per tutto ciò che fai per noi》 sorride 《ciao amore di mamma, ci vediamo domani e fai il bravo. Ciao Mà, ah, dovrebbe far merenda intorno alle 15, non esagerare con il cibo e ...》《vai adesso vai, questo principino è in buone mani》《a dopo. Ciao》un ultimo bacio pieno di speranza e mi rimetto in auto con mia madre che sventola la mano alzata in procinto di rientrare in casa mentre io intraprendo il viaggio più difficile di tutta la mia vita

La resa dei conti

Ho lasciato scivolare il cd nello stereo e con un volume moderato canticchio le canzoni di Vasco coprire l'aria dell'abitacolo.

Nina Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora