-Cosa vuole che facciamo, scusi?- chiese Tony con aria tra il sorpreso e l' arrabbiato, sicuro di aver capito male come il resto degli Avengers.
-Voglio che troviate Spider-Man e che lo arrestiate.- ribadì il segretario di Stato, Thaddeus Ross, attraverso l' ologramma. Tony non si trattenne dal nascondere una risatina derisoria: -Sta... sta scherzando, vero?-
-Mai stato più serio.-
-Signore, con tutto il rispetto...- si fece avanti Rhodey, -... Spider-Man non è una minaccia. Ha commesso qualche furto, è vero, ma nulla di grave. Per il resto, lui salva la gente.-
-Non mi interessa che cos'ha fatto e cosa no, è un mutante spara-ragnatele e tanto mi basta. Per quanto mi riguarda, un giorno potrebbe anche perdere la testa e compiere chissà quale crimine o peggio.-
-Mi scusi, come l'ha chiamato?- fece un passo verso l' ologramma Stark, stringendo i pugni, venendo bloccato dal suo amico e colonnello con una mano sull' addome.
-Mi spiace, segretario, la nostra risposta è no.- disse in fretta Steve, evitando così a Tony di fare o dire qualcosa di avventato. -Non potremmo arrestarlo comunque e nemmeno voi.-
-Per quale motivo?-
Nella sala cadde il silenzio. Gli Avengers si guardarono tra di loro, lanciandosi occhiate, non sapendo se fosse opportuno dire la verità. Alla fine, Bucky sospirò: -È minorenne.-
Ross sgranò gli occhi e fissò sconvolto l' uomo. -Come ha detto, prego?-
-Grazie tante, Buckingham Palace.- grugnì sottovoce Tony, facendosi poi comparire controvoglia un sorriso cordiale. -Sì, il ragnetto è minorenne, ciò vuol dire che non ha ancora la mentalità adatta per...-
-Non tenti di ingannarmi, Stark. Questo fatto lo rende ancora più ricercabile.- alzò la voce Ross, guardando autorevole il milionario. -Come ben saprete, prima dei vent'anni la mente umana non ha quello che noi chiamiamo "campanello d'allarme", ciò che ci impedisce di correre pericoli... ovviamente questo non penso valga anche per lei, Mr. Stark... Per questo gli adolescenti sono più spericolati, avventurosi e indomabili. Se Spider-Man è veramente un ragazzino, allora vi consiglio di trovarlo prima che mandi io stesso una squadra di ricerca. È un ordine, Capitano; non si discute.- asserì in direzione del biondo. Steve Rogers non poté non acconsentire. -È già tanto che abbiamo acconsentito a Barnes il rientro in patria, invece di rinchiuderlo buttando via la chiave.-
-E che cosa intendete farci?- domandò Natasha, -Che farete dopo che l' avremo preso? Non vorrete mica tenere un ragazzino rinchiuso, vero, segretario?-
-Contatteremo la sua famiglia, in primis. Dopo di che, io e il congresso vedremo come si comporterà. Decideremo noi se potrà ancora circolare per New York e dintorni.-
-Non ha famiglia.- lo informò Clint e lanciò un' occhiata di scuse a Tony, -Il suo ultimo parente è morto mesi fa.-
Ross fece una smorfia. -Sapete che è minorenne, che non ha famiglia, dite che è innocuo... come mai avete così tante informazioni su Spider-Man?-
Per la seconda volta, la risposta esitò ad arrivare. Fu Tony a capire che nascondere la verità alle autorità non sarebbe servito a niente. -Perché Spider-Man è mio figlio.- confessò, fronteggiando il segretario. Quest'ultimo sentì il sangue ribollirgli nelle vene. -Si spieghi meglio.-
Stark sbuffò, affranto, e fece solamente un nome: -Richard Parker.-
-Richa... Richard Parker?!- chiese infuriato Ross, Tony giurò di avergli visto alcuni capelli bianchi rizzarsi. -Quel disastro avvenuto nel 2001, mi aveva detto che il bambino era morto! Si rende conto di che cosa vuol dire? Se il ragazzo è ancora vivo, allora l' Avvoltoio verrà a riprenderselo! Adesso mi spiego perché era andato a quella scuola, cercava suo figlio, giusto, Stark? Questa storia è solamente colpa sua.-
Tony si limitò ad alzare un sopracciglio. -Lei sa perfettamente perché ho fatto quello che ho fatto, dovevo pensare al bene di mio figlio.-
-Andando contro il volere della madre naturale, Mary Parker ti avrebbe denunciato se non fosse morta.-
-Possiamo cambiare argomento, per favore?- si allontanò dal muro alla quale era appoggiato Bruce e parlò a Ross: -Signore, la prego, mi ascolti. Forse so come aggiustare tutto. È vero, Tony le ha mentito, però possiamo migliorare le cose.-
-E come, Mr. Banner?-
-Facendo diventare Spider-Man un Avenger.-
-Oh, che Dio ci aiuti... ma mi ascolti quando parlo?- sussurrò Tony all' amico scienziato, -Non voglio che diventi uno di noi, è troppo pericoloso!-
-Taci, Tony, sta tentando di salvarti le chiappe flosce che ti ritrovi.- gli rifilò uno schiaffetto da seduta alla gamba la russa, stringendo fra loro i denti.
-Sono anni che osserviamo questo ragazzo, nessuno lo conosce meglio di noi.- continuò Banner, -È da solo, è spaventato, per questo si comporta male. Con il giusto aiuto, potrebbe imparare a usare i suoi poteri a fin di bene, proprio come noi. Io e sua zia abbiamo finto di frequentarci, lei era a conoscenza di tutto, per tanto so anche che avrebbe voluto che Tony se lo riprendesse. Ci pensi: padre e figlio, di nuovo insieme, e un nuovo supereroe per la squadra. Il suo costume è già pronto, basta solo che lo alleniamo. Ci dia un' occasione, signore, non la deluderemo.-
Tony sudava freddo, Bruce aveva praticamente messo in campo tutte le sue armi migliori contro lo Stato: la saggezza e l' intelligenza.
Ross sospirò dopo molti secondi di silenzio e annunciò: -D'accordo, starò al vostro gioco. Stark? Puoi tenerti il ragazzo. Sarà sotto la vostra custodia, deciderete voi se sarà degno o no di essere un Avenger. Trovatelo. Non mi interessa se gli insegnerete a combattere, se c'è una cosa che sapete fare è cambiare le persone. Fatelo diventare la persona che è destinato a essere. Però vi avverto, se comincerà a dare segni di cedimento, ho già una cella pronta per lui. Sono stato chiaro?-
-Sì, signore.- proclamò Cap e chiuse la chiamata.
-Sei stato formidabile.- sorrise Thor in direzione di Bruce, il quale annuì. -Grazie.-
-Perciò... che si fa ora? Cerchiamo Peter?- domandò a nessuno in generale Barton, incrociando le braccia al petto. -L' avete sentito, no? Ora lui è una nostra responsabilità al cento per cento... chiamiamo Fury?-
-Se non voglio mio figlio vicino a Ross, secondo te lo voglio vicino a Capitan Harlock?-
-Ma di Nick ti fidi di più.- protestò Rhodey, ricevendo in risposta un mezzo verso di approvazione.
-A Fury ci pensiamo dopo. Prima è meglio se qualcuno qui faccia una piccola riunione di famiglia.-
-Grazie della frecciatina, Katniss, ma non ne ho bisogno.- sorrise fintamente Tony a Clint.
-Stai dicendo che vuoi farlo unire a noi senza dirgli chi sei tu?- alzò le sopracciglia stupito Steve, poi si leccò le labbra nervoso. -Tony, dovevi farlo già mesi fa alla sua scuola, perché continui a rimandare? Oramai lo sa tutto il mondo che sei padre, i giornali ti stanno tartassando, che ti costa dire la verità?!-
-Perché non sono pronto, va bene?!- gridò Stark, incenerendo con gli occhi il biondo. -Non parlo con lui da quasi sedici anni, non ho il coraggio di dirgli "ehi, ciao, sono tuo padre e ti ho rovinato la vita!". Non posso perderlo.-
-Lo perderai se non aprirai bocca.- sentenziò Romanoff, la fronte corrugata per l' irritazione. -Fallo, Tony. Non sarai da solo, ti aiuteremo a fronteggiarlo e poi a conquistarlo. Chiunque ha bisogno di un padre... persino lui.-
Tony si morse il labbro, non sapendo davvero che cosa fare. Ma di una cosa era certo: suo figlio gli era stato lontano per troppo tempo. Era arrivato il momento di riprenderselo.
STAI LEGGENDO
The Hero's Secret
FanfictionDedicato a chiunque non abbia un buon rapporto col padre. Se non avete mai visto i film della Marvel, ATTENTI AGLI SPOILER. Contiene le storie: • Iron Dad • Spider Son • Magissa Peter Parker non è altro che un sedicenne del Queens, New York, che des...