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-Questa è una pessima idea...- parlò sottovoce Natasha, guardando Tony e Peter che combattevano l' uno contro l'altro con la loro rispettiva armatura e tuta.
Il cocciuto adolescente, alla fine, non ci aveva messo molto ad accettare la sfida e a mettersi in campo. Si stavano affrontando oramai da circa venti minuti, parevano stremati, però nessuno dei due voleva cedere tanto facilmente la vittoria all' avversario.
La donna si voltò verso Clint quando sentì un masticare rumoroso, -Ti sei fatto i popcorn? Davvero?-
-Cibo e spettacolo, la mia combinazione preferita.-
-Non è uno spettacolo, Tony sta facendo a fette la propria progenie.- indicò con la mano padre e figlio, troppo presi a combattere per dare loro retta.
-Andiamo, Peter non se la sta cavando così ma...-
-Eeeee ha appena perso.- constatò Sam, interrompendo Bruce. Rhodey, al suo fianco, annuì.
Peter cadde all' indietro, battendo la testa contro il pavimento senza farsi troppo male. Si tolse la maschera del costume e recuperò l'ossigeno perduto. Gemette di dolore, dolore sia fisico che nell'orgoglio, e serrò gli occhi. Come al solito, Iron Man l'aveva spiazzato e messo in imbarazzo; ora doveva affrontare l'aver perso. Si alzò, aiutato da Rhodey che gli porse una mano, e guardò con una fiamma che si ostinava a non morire il "carceriere" della torre. -Ok, ok, ha vinto, niente festa.- disse, ma intanto pensava a un modo per andarci comunque. Si tolse in fretta il resto del costume nuovo e restò in tuta da casa. -Cosa succede adesso? Che vuole di più da me?-
Tony, un luccichio intimidatorio per il ragazzo negli occhi, si allontanò di poco solo per poter aprire il proprio borsone da palestra. Peter si allontanò di colpo con un balzo quando l'uomo tese tra le mani una benda bianca lunga quanto una cintura. -No, woh, ehi, che ha intenzione di fare?!-
-Calmati, ragazzino.- si affrettò a dire Tony, leggermente offeso. -Per chi mi hai preso? Vieni qui e voltati.-
Il sedicenne deglutì e con gli occhi chiese palesemente "aiuto" al team. Pareva però che neanche gli Avengers sapessero che cosa il loro originale amico avesse in mente.
-Ragazzino, primo avvertimento: vieni qui, adesso.-
Sospirando e tremando, anche se cercava di nascondere il suo timore, fece come gli venne chiesto: si parò davanti a Stark e gli diede le spalle. Le mani del miliardario gli presero entrambi i polsi e si agitò a malapena. -Spider-Man ha la bruttissima abitudine di usare principalmente le mani nei combattimenti a causa delle sue ragnatele. Ecco che cosa ne faremo in proposito...- Tony strinse il nodo, non abbastanza da impedire alla circolazione del sangue di proseguire, e prese il giovane per le spalle per poterlo ammirare in viso. -Per le prossime ventiquattr'ore, tranne quando dovrai andare in bagno e stanotte mentre dormi, starai con le mani legate dietro la schiena e l'unico modo che avrai per fare le tue solite cose sarà chiedere aiuto ad uno di noi. In questo modo, valorizzerai anche l'importanza di avere una squadra.-
Peter sbiancò e provò a liberarsi le mani. Niente da fare, la lotta con Stark l'aveva indebolito parecchio. Ci sarebbe riuscito più tardi.
-Prova a slegarti e la punizione ricomincia da capo. Vuoi davvero andare a scuola con le mani legate?-
Parker ringhiò sottovoce e ringraziò Dio che il giorno dopo era una domenica. -E va bene, ci sto.-
Tony annuì, sorridendo. -Bravo, cominci a capire.-
-Stark.- lo chiamò Steve e gli mostrò un messaggio inviatogli da Fury: l'Avvoltoio era uscito dal suo nido e stava attaccando il Damage Control.
-Qualcosa mi dice che saltiamo il pranzo.-
-No, noi saltiamo il pranzo. Tu resti qui, con Peter.-
-Che sta succedendo?- domandò il diretto interessato.
Steve fissò con sguardo serio il suo compagno. -Non vorrai lasciarlo qui da solo e legato, giusto? Questo stupido gioco di sfide è opera tua, quindi tu ne riscuoti i debiti.-
Tony alzò gli occhi al cielo. -D'accordo, hai ragione. Andate. Jarvis, non appena la squadra esce sigilla tutte le porte e le finestre.-
-Sì, signore.-
-Buona fortuna.-
-Ne avrai più bisogno tu.- Thor fece cenno al ragazzo e uscirono tutti in vari modi diversi, eccetto Spider-Man e Iron Man.
Tony si morse la guancia per non ridacchiare spudoratamente all' espressione frustrata quanto adorabile di Peter e batté le mani. -Pappa?-
-Col cavolo che mi lascio imboccare da lei.-
-Non hai altra scelta, un castigo è un castigo. Su, cammina.- parlò, poggiandogli una mano sulla schiena e dirigendo entrambi verso la cucina, senza mollare la presa su di lui. Tony lo aiutò a sedersi allo sgabello della penisola, oramai erano abituati a mangiare lì quando erano soltanto loro due, e cominciò a preparare il pranzo. Avrebbe voluto andare a prendere a calci Toomes, dopotutto anche Peter era una priorità di cui era ben felice di occuparsi.
Decise per il pollo, accompagnato da dell'insalata. Meno male che aveva Jeremy per la spesa, sennò si ritrovava per l'ennesima volta ad ordinare d'asporto. Ci mise del tempo a cucinare tutto a dovere e sentiva costantemente gli occhi del figlio sulla schiena, evidentemente l'idea di aver perso contro di lui non gli andava giù. -Dopo aver mangiato aspetterai tre ore, che passeremo insieme, e poi andrai a fare una doccia o un bagno, a te la scelta. Puzzi di sudore e terra, dopo la battaglia con quel bestione e il nostro incontro di lotta.-
Peter corrugò la fronte. -Ho letteralmente le mani legate, come faccio a lavarmi?-
Tony annuì e si morse il labbro, la mascella poco di lato e le mani occupate a mettere la carne in forno. Emise un verso che pareva dicesse "ah, sì". -Vada per il bagno, ci penso io.-
Il tremolio che percorse l'adolescente fece quasi muovere lo sgabello. -Con "ci penso io" intende...-
-Ti lavo io.- spiegò con semplicità. Gli aveva fatto il bagnetto quando non aveva neache un anno, non era un problema per lui. Per lui no, ma il figlio...
-Adesso è lei ad oltrepassare uno dei miei limiti!- tentò di alzarsi e andarsene, l'uomo lo prese per un braccio in tempo. -Non osare pensare cose schifose su di me, ragazzo. La sfida non cambia, anche se devi lavarti. Puoi indossare un costume, se proprio lo desideri.-
Inutile dire che Peter era rosso fin sulla punta delle orecchie dalla vergogna. -Qualunque cosa, ma questo no! Se lo scorda!-
-Qualunque cosa?- ne approfittò subito, -Guarda che non puoi rimangiarti la parola, o questa opzione o l'altra.-
-Sì, sì, ho capito.- si arrese, -Cosa vuole?-
-Ricordi la rissa con quel ragazzo della tua scuola? Ho parlato col preside e mi ha spiegato che sei a rischio sospensione, complimenti a proposito. Siamo arrivati ad una conclusione: ti ritiro dalla scuola e studi da casa a partire da questo lunedì.-
Livello di rabbia in Peter Parker? Centomila per cento. -Ora mi sta seriamente facendo rodere il culo, Stark!-
-Tieni a freno quella linguaccia! È stato il tuo comportamento e le tue azioni a portarti fin qui, è giusto che ne paghi le conseguenze.-
A Peter parve che un nuovo muro gli stesse crollando addosso. Addio alle lezioni che in fondo gli piacevano? Addio ai suoi nuovi amici? Addio a M.J.?
No... no, M.J. no...
-Mi arrendo.- soffiò le parole che sperava con tutto sé stesso di non dire mai; quand' era troppo era troppo. -Faccia di me ciò che vuole, non m'importa più. Non mi tolga dalla scuola, per favore. So che faccio sempre tardi alle lezioni, che non rispetto nessuno più grande di me e che ne vandalizzo i muri... però è la mia scuola. Riesco quasi per niente ad essere ancora Spider-Man, se fuori da qui non posso neanche essere Peter Parker... la prego... la scongiuro, non mi faccia questo.- supplicò, sentendosi patetico e debole. Gli si erano anche inumiditi gli occhi, maledizione!
Tony alzò il mento e lo guardò con interesse. Stava finalmente dimostrando un po' di umanità, di tenere a qualcosa per lui importante. Col cuore addolcito da quegli occhioni teneri, fece il giro della penisola e andò da lui. -Ho bleffato: non ho mai parlato col preside di farti studiare a casa. Piuttosto abbiamo pensato entrambi che fosse più opportuno iscriverti a uno dei club della scuola da frequentare a fine lezioni. Ti darebbe dei crediti extra, ti terrebbe lontano dai guai e occupato con la mente.-
Il figlio rimase con la bocca aperta e la mascella bloccata dallo stupore. -Sta forse cercando di farmi perdere la pazienza?-
-Non miro alla tua rabbia, Pete. Voglio solo capirti. Devi iniziare ad aprirti di più con me, non mi piace tirarti fuori le parole a forza così.- lo ammonì come si ammoniva un bambino piccolo.
-Non sta scritto da nessuna parte che dobbiamo avvicinarci...-
-Invece sì, è una delle regole sottintese della casa.- lo contraddisse e da lì in poi presero a parlarsi sopra a vicenda, senza mai alzare la voce, finché Tony non lo sorprese e lo abbracciò.
Peter restò di sasso, non si mosse per i primi attimi. Prese più confidenza in seguito e sistemò meglio la testa incastrata tra la spalla e il volto dell'adulto. -La sua barba punge, Mr. Stark.-
L' uomo rise. -Oh, davvero? Allora devo porvi rimedio immediatamente, sennò come faccio a farti questo?- e gli fece una pernacchia sul collo, sfregandosi contro di lui. Il ragazzo scoppiò a ridere, non aspettandoselo e contorcendosi sullo sgabello. -Vieni, oggi ti mostro come ci si fa la barba, ometto. Nel frattempo, il nostro bel polletto può cuocere senza problemi. Ma il bagno te lo fai lo stesso nel pomeriggio e sì, ti slegherò, ma solo se mangi tutto quello che avrai nel piatto.-

-E il cavaliere sguainò la spada, attaccò il drago e il drago sputò fuoco, mentre il robot malefico se la vedeva col cowboy senza più armi! Boom! Slam! "Attenti a voi, messere, attenti!" Bam, bam! "Beccati questo, vecchio ammasso di ruggini!".-
Tony ride, deliziato dalla storia che sente raccontare da un ignaro Peter di nove anni. Grazie al chip, può vedere attraverso gli stessi occhi del bambino quanto stia tartassando e torturando i suoi giocattoli.
Tuttavia, quello che sta guardando è solo un vecchio ricordo di tre anni prima. Il Peter di adesso ha dodici anni e sta dormendo, dato che sono le undici e mezza di notte.
-Ma come gli venivano?- sorride ammaliato Stark, prestando attenzione alla scena d'azione-barra-drammatica inventata dal figlio. Ha visto e rivisto scene simili a questa tante volte, frugando tra le registrazioni raccolte di lui, e pareva non averne mai abbastanza. L' avrebbe ascoltato per ore.
-"Aiuto, aiuto, qualcuno ci aiuti!". I soldati erano in trappola, troppi anemici!-
-"Nemici", piccolo, non "anemici".- lo corregge sottovoce, non volendo perdere neanche un dettaglio. Questo filmato non l' aveva ancora visto, se ne accorge adesso perché è troppo divertito dal racconto e dal continuo cambio di tempo dei verbi.
-Il temibile Mr. Rotella ride cattivo: "Non vincerete mai!", ma ecco che arrivano i soccorsi! "Oh, no! È il temuto Iron Man!".-
Tony sospira all' improvviso e si poggia allo schienale della poltrona del suo studio. Che Peter abbia ancora...? La sua domanda non detta ottiene risposta quando vede un giocattolino di Iron Man, lo stesso che lui gli ha regalato a quattro anni un giorno in cui è andato a fargli visita.
-"Liberate i buoni!". L' ordine del potente Tony Stark tuona, era meglio ascoltarlo. Lanciò un razzo, beccò le gabbie e liberò l' esercito e via in volo! Brum, brum!-
L' uomo ridacchia e si passa una mano sulla faccia. Deve proprio chiedere a May o a Ben di regalare un dizionario a quel piccoletto.
-"Grazie di averci salvato, Iron Man!", "Di niente, soldati, è il mio lavoro". Un'altra vittoria per Iron Man, la città è grata ed è in delirio!-
Fa una smorfia e sbuffa. È felice che Peter lo veda in senso positivo, sul serio, d'altra parte sa che se venisse a conoscenza della verità non lo troverebbe più così eccezionale. Il suo cucciolo continua a giocare per altre due ore, inserendo nella storia il resto degli Avengers, e smette solo quando i suoi zii lo richiamano per la merenda.
-È adorabile.- mormora sognante il miliardario, stoppando l' immagine proprio quando il piccolo si trova seduto sui talloni, con le ginocchia piegate e le gambe in bilico sulla sedia. Ha un sorriso enorme, con Ben Parker che lo stringe e gli fa il solletico da dietro.
Tre anni... solo tre anni prima lui era così. Ora sta crescendo, sta iniziando ad interessarsi ai computer, al cellulare, ai libri e alle ragazzine della sua età più di prima. Tony darebbe e farebbe qualsiasi cosa pur di tenerlo bimbo per sempre. Pur di tenerlo con sé.
Si morde l' interno guancia e guarda l'orologio; è quasi l' una, ma non gli importa. Lancia velocemente un'occhiata alle ultime registrazioni del chip di quel giorno: Peter ha passato la maggior parte della giornata a studiare, senza pause troppo prolungate. Sta migliorando molto nello studio, Stark se ne rende conto, e pensa che suo figlio abbia bisogno di una vacanza.
Gli nasce un mezzo sorriso all' idea che gli viene: a Ben e May non dispiacerà passare una settimana o due su un'isola tropicale, come le Hawaii o la Tailandia, pagata da lui col nipote, giusto?

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-Kitta♡

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