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Dallo stereo che si erano portati dietro proveniva I'm on my way dei The Proclaimers - Peter aveva insistito nel viaggio per fermarsi a comprare uno dei loro CD - e essa portava un po' di buon umore in più.
Per tenere il più giovane del gruppo al sicuro e godersi un po' di compagnia insieme, avevano deciso di andare fuori città... molto fuori città grazie all' aiuto di un quinjet. Per la precisione, si trovavano in una baita di Stark sulla spiaggia con tanto di giardino. C' era bel tempo e ne avevano approfittato per andare lì.
Natasha era nella cucina assieme a Bruce, avevano usato la scusa del "fare l'insalata" per stare un po' da soli. La loro finestra dava sulla veranda dove, seduti al tavolo di legno con tanto di ombrellone e panche, Sam, Bucky, Rhodey, Clint e Thor stavano giocando a carte. Vicino a loro, Steve ed Happy cuocevano la carne nel barbecue.
Dalla porta uscì un agitatissimo Peter Parker, che venne afferrato dalla collottola da Tony. -Fermo, metti il cappello se non vuoi bruciarti la testa.- lo rabbonì e gli mise l'oggetto interessato. Tra le mani teneva due guantoni da baseball e una pallina bianca. -Ti sei messo la crema solare?-
-Sì, Mr. Stark.-
-E hai fatto colazione? Non mi ricordo, l' hai fatta?-
-Sì, Mr. Stark, l' abbiamo fatta insieme.-
-Tony, lascialo respirare.- disse Rhodey, senza guardarlo e mettendo sul tavolo una delle sue carte.
Il ragazzo guardò tutti con dubbio, in sottofondo si sentiva perfettamente il rumore delle onde. -Perché nessuno di voi è in spiaggia? L' acqua sembra fantastica vista da qui.-
-Ci andiamo nel pomeriggio.- Bruce si sporse dalla finestra e poggiò le braccia sul davanzale. -Pensavamo di farci un picnic per la merenda e poi di fare un tuffo prima di tornarcene a casa.-
-Mi sembra un bel programma.-
-Che si fa stasera? Dico, quando torniamo alla torre.- Thor si guardò in giro, vestito con solo dei bermuda e i capelli legati.
-Mmh, potremmo vederci un film. Che ne dite di "Il solista"? C'è l' attore che assomiglia a Mr. Stark.-
-Ancora? Se io fossi quell' uomo, sarei brutto.- Tony puntò un dito contro suo figlio, facendolo solo ridere. Gli consegnò un guantone e la pallina. -Vai, io ti raggiungo.-
Lui annuì e corse verso la sabbia.
-Steve ci ha detto che ha dormito con te, stanotte. Sta bene?- Sam guardò preoccupato il nipote, intento a lanciare in aria distratto la palla.
Stark si sistemò la visiera del cappellino e si allacciò al polso il guantone. -Sì, niente di grave. Solo un incubo, nulla di irreparabile.-
-E come mai è da stamattina che non smetti di sorridere?- Happy passò a preparare le bistecche, mettendole però in una piccola griglia portatile.
Tony si morse il labbro per smettere con quel sorrisino sciocco, niente da fare. I suoi occhi rimasero sui suoi amici con una luce tutta nuova. -Mi ha chiamato "papà".-
-Lui cosa?!- Natasha si sporse assieme al proprio compagno, vestita con pantaloncini corti scuri e una maglietta rossa con bretelline. I capelli corti e ondulati le toccavano le spalle.
-Stai scherzando?- sorrise Steve, lo stesso sorriso che c' era sulla bocca degli altri.
Tony ridacchiò nervoso. -No, lui... l'ha detto davvero. Era mezzo addormentato, certo, però l' ha detto. È stato... non trovo neanche le parole per esprimermi, è stato fantastico. È bastata una sola parola e tutto in me è salito a mille; il battito, la pressione, i pensieri... cavolo.-
-Be', congratulazioni, è un maschietto.- gli fece il brindisi Clint, facendo ridere la squadra.
-Non che non mi piaccia la tua compagnia, Regina Susan di Narnia, ma non dovresti essere con la tua famiglia?-
-Cooper è in gita scolastica, Lila dorme da un' amica e Laura è andata in campeggio con Nathaniel. Non mi andava di starmene da solo in casa.-
-Buon per te. Divertitevi e, Rhodes, guai a te se scommetti dei pezzi della tua armatura come l' ultima volta. Te l'ho regalata io, vedi di starci attento.- li salutò e raggiunse Peter.
-Limonata?- li raggiunse Natasha, poggiando sul tavolo caraffa e bicchieri serviti su un vassoio.
-Grazie, Nat.- Steve ne prese subito un sorso. -Davvero hai scommesso sulla tua armatura, colonnello?-
-In mia difesa, non avevo niente da giocare.-
-Come no.- alzò gli occhi al cielo Bucky, sorseggiando la bevanda fresca. I suoi occhi finirono sul migliore amico. -Ti ricordi le nostre serate insieme?-
-E chi se le scorda? Finivamo talmente ubriachi che la mattina ci svegliavamo dentro a dei barili.- rise con lui e scontrarono i bicchieri.
Thor si alzò per andare a fare altra limonata, portandosi dietro il suo mazzo di carte per sicurezza, e si accorse dello sguardo perso di Happy. -Amico, tutto bene?-
L' uomo non distoglieva lo sguardo da Tony e Peter. Fra la lieve erba e la sabbia colma di conchiglie, si lanciavano a turno la pallina e parlavano. Il sedicenne emise una risata che gli riempì il cuore. -Sì, sto... sto bene.-
La rossa li raggiunse e posò una mano sulla sua spalla, coperta da una maglietta grigia. -Sappiamo quanto sia stato traumatizzante per te, quel giorno. Avremmo voluto esserci.-
Happy mise la mano sopra la sua. -Non importa, agente Romanoff. Ringrazio solo il cielo che quel ragazzo sia ancora vivo.-
-Ci tieni a lui, non è così?-
-Ora non esageriamo, è un demonio.- che nel suo linguaggio significava "da morire".
Bruce uscì con degli stuzzichini e baciò la guancia della sua donna. -Ci penso io al resto, va' a sederti con gli altri.-
Lei sorrise di poco e si accomodò vicino a Clint, il quale la guardò pensieroso. -Tutto bene? Vi vedo strani, ultimamente.-
-Tu e il tuo passato da spia...-
-No, solo che sono tuo amico e ti conosco. Cosa c'è?- parlò fitto fitto per non farsi sentire da orecchie indiscrete, se era una cosa privata l'avrebbe rispettata.
La russa sospirò e incrociò le braccia al petto. -Stiamo... prendendo in considerazione l' idea di sposarci.-
Clint sgranò gli occhi. -È meraviglioso, Nat, auguri!-
-No.- scosse il capo, -Non è solo questo. Ci sposeremo, sì, quando troveremo il tempo. Però c'è anche il fatto che... Bruce vuole dei figli.-
-E tu no?-
-Certo che li voglio. Ma Clint... l'adozione... non mi sentirei a mio agio sapendo che il bambino non è mio.-
Le sopracciglia scure dell' arciere si contrassero. -Che stai dicendo? Natasha, sappiamo bene entrambi che il fatto di essere genitori non c'entra niente col sangue. Conta l' amore.-
-Ah, sì? Stai dicendo che se uno dei tuoi figli non fosse tuo, tu lo ameresti comunque?-
-Certo, con tutto il mio cuore e allo stesso livello degli altri due. A volte capita, succede che una persona o due vadano in un orfanotrofio, trovano un bimbo o una bimba e...- si interruppe e gli venne spontaneo sorridere, -... e scatta la scintilla. È come il vero amore, l' amore a prima vista e tutte quelle altre stronzate da fiaba o favola. Solo che questo è più forte, perché è reale.-
La donna sentì una fitta al petto per via dell' indecisione che la colse. -E se non sentissi questo legame?-
-Lo sentirai, Nat, sei umana. Io e te sappiamo la storia di Mary e Richard, no?-
-Lei non voleva figli, lui sì. Temeva che il fatto di essere una spia li avrebbe messi in pericolo.-
-Esatto. Poi ha avuto Peter e ha completamente cambiato idea. È diversa l' idea di non volere un figlio tuo dal non poter averlo. Pensaci su, pensaci bene. Se hai dell' amore da donare, fallo. Anche se non avrete lo stesso sangue.-
Poggiò gli avambracci sul tavolo. -E se avessi già provato quel legame e non me ne fossi accorta?-
-Oh, fidati, te ne accorgi.-
Gli occhi chiari di lei presero a evitare quelli dell' amico. Sembrava... spaventata, colta sul fatto.
Barton battè le ciglia, incredulo. -Tu... tu l' hai già provato? L' hai provato, Nat?-
Romanoff deglutì e trattenne le lacrime. -Io... credo di sì.-
-E con chi?-
Chiuse le bocca e respirò pesantemente dal naso, guardandolo in silenzio. Lui sbiancò non appena capì e dovette reggersi al piano, menomale che era seduto. -Oh, no... M.J.?-
-Ma che diavolo, Peter!-
L' imprecazione che si udì fece sobbalzare tutti e si girarono verso Tony e suo figlio, entrambi arrabbiati.
-Quando pensavi di dirmi dei tuoi attuali pessimi voti? Mi spieghi che combini a scuola invece di studiare?-
-Glielo sto dicendo adesso! Non è la fine del mondo, posso recuperare!-
-Avresti dovuto dirmelo!-
-Oh, se è per questo sono tante le cose che avrebbe dovuto dirmi lei!-
-Come?!-
-Ragazzi, basta!- li fermò Thor, sull' uscio della porta. -Siamo venuti qui per riposarci, potreste evitare di litigare?-
-Stanne fuori, Hercules.-
-No, no, invece ha ragione.- gli diede corda Sam, -Voi due trovate sempre una scusa per urlarvi contro, perché uno o l' altro è stressato e vuole gridare, perché uno non fa come vuole l' altro... sembrate dei bambini.-
-E mi fate sempre divertire.-
Amaranta.
Peter provò a spararle una ragnatela quando si voltò alle sue spalle, ma Tony lo mise dietro di sé. L' uomo aveva di già puntato la mano coperta da metà armatura contro di lei, mentre il resto della squadra si preparava ad attaccarla.
-Tu.- fece conciso Cap, alzando i pugni. Non aveva lo scudo a portata di mano, accidenti.
-Io.- sorrise fiera la ragazza, l' abito nero sfiorava le cosce magre e gli occhi viola puntarono Peter. Era bella quanto letale. -Non voglio fare del male a nessuno. Voglio solo parlare con te.-
-Me?-
-Sì, te.- camminò sulla sabbia senza produrre il minimo rumore, per niente spaventata dai coltelli e dalle pistole che aveva contro. -Di' un po', come stai, Parker?-
-Che ti interessa?-
-Oh, non fare così, non ce l' ho con te. Sto dalla tua parte. Più che altro, da quella della verità. Mi cibo dei sentimenti negativi, sono il mio pane quotidiano, e se tu vuoi sapere la verità chi sono io per impedirtelo? Voglio solo aiutarti, Peter Parker. Tu, dolce anima innocente, la tua vita è costellata da bugiardi e sono qui per liberartene. Dovresti ringraziarmi, tesoro. È buffo, sai? Mia sorella sta continuando a cercare dove ho nascosto Venom e nel frattempo io posso farti visita quando voglio. È così ingenua.-
-Non è ingenua, perché sa che non è da solo.- Bucky caricò la sua pistola, mirando alla testa. -Vattene.-
-Pete, caro, digli che io resto.-
-Perché dovrei farlo?-
-Non vuoi sapere di più su mammina e papino?-
Peter si sentì punto sul vivo e strinse il braccio libero del miliardario. -So già quanto mi basta. Ora sparisci.-
-Davvero? Allora saprai anche che Mary era un' agente dello S.H.I.E.L.D che non voleva figli, dico bene?-
Vuoto. La testa svuotata e il caldo di giugno divenne freddo. -Che cosa?-
Sua madre non... non lo voleva?
No.
-Peter.- lo richiamò Tony quando andò da lei, -Peter, torna qui.-
Il ragazzo lo affrontò. -Tu lo sapevi?-
-Ma certo che lo sapeva, come sapeva il fatto che i genitori della tua migliore amica, Louisa e Frank Jones, sono morti per causa sua.-
Cosa?
L' adolescente tentò di cogliere anche il minimo segno di bugia sul viso di lei. -Stai mentendo.-
-Oh, no, affatto. Purtroppo, nulla di quello che ti sto dicendo è una manzogna. Visto, Peter? Io sono l'unica persona disposta a dirti tutto quanto. Di me ti puoi fidare. Lo sai com'è morta la nostra amata madre? Incidente stradale provocato da un... come l'aveva descritto il giornale? "Uomo in armatura con ali da avvoltoio". Ha attaccato l' auto dove c'era lei e i Jones, che li seguivano per proteggere Tony, sono finiti in mezzo a tutta questa storia. Sui sedili posteriori, la piccola Michelle.-
Come se gli avessero appena sparato, Peter indietreggiò. No, non era possibile, non poteva essere così! -L' Avvoltoio? Lui... lui ha ucciso i genitori di M.J.? E mia madre?-
-Uh, ma il suo obbiettivo non era Mary, no, era l' uomo alle tue spalle. Colui che ti ha preso con sé quando eri per strada. Era solo nel luogo sbagliato, al momento sbagliato, perché Stark le aveva offerto un passaggio. E chi c' era alla guida? Ciao, Mr. Hogan.-
-Brucia all' inferno, strega.- ringhiò lui, desideroso di darle un pugno.
Amaranta si limitò a ridere. -Ecco, Parker, un' altra bugia. Un altro inganno. Povero piccolo... sei facile da raggirare. Proprio come Richard Parker.-
La vena sul collo prese a pulsargli. -Scusami?-
-Pete, non ascoltarla.-
-Chiudi il becco, Banner. È la verità, dolcezza, voglio solo aiutarti. Richard era debole, vedeva il bene dappertutto e in chiunque. Non mi è mai andato giù, ho sempre preferito Mary.- si avvicinò a suo "fratello" e gnignò, -Si è fidato, di tutti, senza pensarci due volte. Mi faceva schifo come persona, era uno sputo su questo mondo pronto a mangiarselo. E tu stai diventando come lui, un credulone. Fa' un favore a te stesso e apri gli occhi, orfano.-
E quella parola, quel soprannome, fu troppo: alzò il pugno, pronto a colpirla - chi se ne frega se era una femmina, era pur sempre un essere immortale - e...
-Peter, fermo!-
Accadde. Il braccio si bloccò, i muscoli si irrigidirono e il pugno rimase dov'era. Spider-Man andò in panico e si guardò, tutto il suo corpo non accennava a muoversi. -Ma che... che diavolo...?-
-Oh, no...- sussurrò Clint, cosciente come tutti quanti di cosa fosse appena successo.
-Che mi prende? Perché... perché non riesco a muovermi?!-
-Ah, non saprei.- finse un' aria innocente Amaranta, -Forse sei stato paralizzato oppure... il chip che Stark ti ha messo di nascosto dietro al collo sta solo facendo il suo lavoro. Lo stesso chip che gli permette di vedere qualunque cosa tu veda, sentire quello che tu senti, che ti fa muovere a suo piacimento e che regola qualsiasi cosa nel tuo corpo, tra cui il cuore e i muscoli.-
-Oh, porca puttana...- gemette sottovoce Sam, massaggiandosi le palpebre con le dita.
-Tesoro, non lo sapevi? Quanto mi dispiace, desideravo solo darti una mano. Meritavi di sapere e la cosa peggiore è che la storia non è ancora fini... Toh, ma guarda tu, si è fatto tardi. Peter, dolcezza, se mai vorrai parlarmi di tua spontanea volontà, farò in modo che tu possa trovarmi. Sono sempre a tua disposizione. Divertitevi!- rise la Magissa e scomparì in una nube di fumo.
Lì tutti compresero: ecco perché era andata da loro, ecco qual era il suo obbiettivo.
Far scoprire a Peter del chip.
Iron Man sentì tutte le sue difese crollare. Sapeva che prima o poi questo momento sarebbe arrivato, sperava solo di poterglielo dire lui con calma e coi suoi tempi.
Porca merda maledetta...
Ok, il fatto che il corpo di Peter stesse tremando letteralmente dalla rabbia come una bomba pronta ad esplodere non era un buon segno. Per niente. Alzò una mano e si toccò sotto il capo, girandosi verso Stark. Non sentiva niente sotto i polpastrelli, però dall'espressione del suo mentore intese che non poteva essere una bugia. Inutile palesare il fatto che il suo sguardo urlasse "ora ti uccido". -Da quanto?-
-Peter...-
-Da quanto cazzo ce l' ho addosso?!- sbraitò, rosso in faccia e incazzato come mai era stato.
Tony sospirò, l' avrebbe strangolata quella ragazza. La risposta venne fuori a fatica: -Undici... anni.-
-Anni?!- urlò sorpreso, deluso, ferito, e si ricordò di tutte quelle mattine in cui aveva sentito uno strano dolore alla base della nuca. -Oddio... oh, mio Dio!- fece avanti e indietro, agitandosi e muovendo alla rinfusa le mani. -Che cazzo... Dio, non ci credo! Ma allora, la mia privacy? E tutte le volte in cui agivo senza capire il perché! Merda, state scherzando?! Ecco come mi avete trovato, alla faccia del "ti tenevamo d' occhio da un pezzo"!-
Nessuno osò dire nulla in contrario, aveva perfettamente ragione.
Con l' affanno e la testa che girava dalla furia, Peter puntò un dito minaccioso contro Tony. -Mi stia bene a sentire, d'accordo? Adesso torniamo a New York e lei mi fa togliere questa mostruosità della tecnologia o giuro su Dio che la denuncio e che questa è l' ultima volta che mi vede in vita sua!-

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Commentate, grazie! :)

-Kitta♡

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