Peter scuoteva il capo con ansia, non volendo credere a una sola parola. Sua madre non era sua madre, Pepper Potts era sua madre, la quale era morta, sua sorella gli aveva mentito fino a quel momento... e nessuno sapeva niente della sua famiglia per colpa di Anya e della sua illusione.
-Viene fuori così anche perché, per tutto questo tempo, tu non mi hai mai battuta, Anyesse. Per diciassette anni, hai concentrato i tuoi poteri sull' illusione mondiale richiesta da Stark. Ci credo che sei meno potente di me.-
Anya la fulminò con lo sguardo infiammato d'oro, sudata e affannata per lo sforzo nel spezzare la sua magia.
-Quindi... stai dicendo che...- Peter non riusciva più a ragionare.
Amaranta fece un mezzo sorriso. -Esatto. Lei ti ha portato in grembo per nove mesi, lei ha chiesto di essere uccisa con un parto cesareo provvisorio per mettere alla luce te, lei ti ha messo il siero per farti vivere, creando la natura di ragno in te... tutto porta a lei. E a Tony Stark. Pur di non farti fare la fine di Morgan Stark, ti hanno fatto diventare un mostro. Successivamente, prima che mia sorella facesse l' illusione, Tony e Mary volevano adottarti insieme così che lui potesse tenerti, si era affezionato molto a te e loro erano amici ormai. A nessuno dei due sarebbe dispiaciuta una famiglia con l' altro. Toomes però ti ha rapito e Tony ha pensato che Mary fosse morta nell' aereo con Otto. Era lei la donna che era andata a salvarti con Stark, non Pepper. E siccome aveva già dato il permesso di sostituirsi a Pepper come moglie di Richard Parker, Anyesse ha fatto la magia. Quell' incindente con l' aereo convinse Stark che era meglio tenerti lontano da lui, per proteggerti.- concluse con orgoglio. Usando un' altra volta la mano, fece sparire Mary, riportandola a casa sua; non le serviva più.
Non vomitare, non vomitare, non vomitare.
-Segreto numero quattro. La vedi l' auto dietro quella di Tony?- Amaranta indicò la sfera, dove si vedevano due macchine. -Le due persone sui sedili davanti sono Louisa e Frank Jones. I genitori della tua amata Michelle. Morti nell' incidente provocato da Otto, la piccola era nei sedili posteriori in auto con loro. Nessuno a cui poterla dare. Pessimo giorno per portare i figli a lavoro. Oh, aspetta... quindi M.J. è orfana per colpa di Tony, esatto? Insomma, erano stati incaricati di proteggerlo, in quanto agenti segreti dello S.H.I.E.L.D. Che ridere! Prima i suoi genitori e poi suo fratello. Non mi stupisce che ti odi, sai? Lei sa tutto.-
M.J., no. No, Michelle, no...
Un inizio di attacco di panico gli prese i polmoni, facendolo respirare male.
Non volevo. Mi dispiace. Non volevo.
-Amaranta, ora basta. Gli hai già detto troppo.- la supplicò Anya, non sopportando la visione del fratello in piena crisi.
La squadra aveva cominciato a tirare ancor più forte le proprie gambe per farle camminare, senza alcun successo. Si mossero sul posto, ringhiarono, l' unico che restava fermo al suo posto era Tony. Non volevano che Peter ascoltasse altre parole velenose della strega, non volevano vederlo soffrire in quel modo.
-Tranquilla, sorella, ho quasi finito. Siamo al gran finale. Segreto numero cinque.- Amaranta gli accarezzò una spalla con le unghie lunghe smaltate di nero e lo fece voltare verso la sfera. -Torniamo un secondo indietro per capire meglio, ti va?-
La magia fece vedere il punto in cui Pepper si piegava dal male la prima volta sul sedile posteriore dell' auto e sia Peter che Tony ingoiarono indietro la bile per non rimettere.
-Come mai, così all' improvviso, si è sentita male, secondo te? Era solo all' ottavo mese, non doveva ancora partorire. Eppure...-
Pepper emise un rantolo di dolore, bocca aperta e occhi stretti fino a lacrimare, rossa in viso.
Amaranta finse di ragionare. -Mmh, che sia stato... questo?- chiese innocentemente e alzò una mano per far tornare indietro il ricordo. Poco dopo che Pepper era salita in auto, dicendo di aver dimenticato le sue vitamine, Tony le aveva porso quelle che aveva dimenticato da lui alla torre.
-Un integratore.- riconobbe Bruce, -Che c'entra?-
La Magissa Nera si mise al centro della sala, sorridendo serafica ai suoi ospiti, e decise di liberare Peter; sapeva di avere la sua più completa concentrazione. -Oh, no, miei cari, quello non era un integratore. Gli assomigliava, certo, ma non lo era. Avete mai sentito parlare... dell' aborto salino tardivo?-
Silenzio. Più. Assoluto.
Non vi fu alcuna mossa, alcuna parola, nessuno emetteva un fiato. Quella domanda aveva un significato oscuro, una risposta disgustosa e mostruosa.
-No? Be', allora ve lo spiego io. L' aborto salino tardivo si fa dopo la ventunesima settimana di gravidanza per uccidere il bambino. Lo brucia lentamente e lo fa nascere morto. Viene fatto con un' iniezione direttamente nell' utero e Stark, per non dare nell' occhio, l' ha trasformato in una pillola usando strumenti di Helen Cho e di Stephen Strange. Peccato però che lui sia un ingegnere e non un medico. Non ha chiesto aiuto a nessuno e, non avendo esperienza, ha combinato un bel pasticcio. Non è così? Il concentrato di salina ha attaccato i reni di Pepper Potts, questo spiega il suo male atroce, e alla fine di tutto... hanno ceduto. Ebbene sì, non è morta per il parto o per l' incidente, ma perché i suoi reni sono collassati. Triste, vero?-
Tony Stark.
Peter aveva rinunciato a respirare. Poteva solo piangere. Piangere e disperarsi.
Tony. Stark.
I battiti gli erano andati nelle orecchie per quanto fossero forti. Disgusto, tanto disgusto, non sentiva altro. E scrutò nell' anima oscura di Iron Man guardandolo negli occhi. -Tu... hai ucciso mia madre... tentando di uccidere me.-
La tensione si poteva tagliare con un coltello, gli Avengers stavano involontariamente stringendo più forte le loro armi e miravano il loro amico.
-Per... perché l' hai fatto?- la voce tremò e la sua faccia si bagnò con le lacrime.
Tradimento, incredulità, rabbia.
Amaranta si ammirò le unghie, annoiata. -Boh, non saprei. Forse non sopportava l' idea di avere un figlio storpio e in fin di vita come erede della Stark Industries, i giornali ci avrebbero banchettato con questa notizia.-
Cos...
Boom. Boom.
E Peter sentì un fischio.
"Figlio"?
Boom. Boom.
La Magissa finse stupore nel vedere il suo viso pallido. -Come, non lo sapevi?- esclamò con una moina infantile e sussurrò senza rimpianti: -Oh, Peter... hai chiamato "padre" l' uomo sbagliato.-
Il fiato raschiò, le dita tremarono.
-Pronto?- dalla sfera uscì la voce di Ben Parker.
-Buon duemilatre, stronzo! Come sta la piccola canaglia?-
-Tony? Sei ubriaco?-
-Chiudi quella boccaccia, non farmi la paternale. Sai che c'è? Ci ho pensato molto... tenetevi il marmocchio, non mi serve. È solo un peso. Se ho in testa lui e tutti i problemi che mi ha causato, come faccio a divertirmi? Sono Iron Man e Iron Man non deve tener conto a nessuno!-
-Stark, va' a dormire, lo so che non stai parlando seriamente.-
-E invece sì! Era malato, il bastardo, lo sapevi? Volevo togliermelo dai piedi.- una risata sguaiata rimbombò nella cornetta, -Chi ha tempo per un disagiato? Per un errore... Malgrado ciò, non ce l' ho fatta e ho ucciso la mammina.-
-Che cosa hai fatto?-
-Sì, sai, un piccolo incidente, capita con gli esperimenti. Che ne posso sapere io di medicina? Se fossi stato mio padre, altro che aborto tardivo, l' avrei buttata giù dalle scale e allora sì che mi sarei sbarazzato di lui. Non ho bisogno di un bimbetto mezzo ragno pronto a spendere i miei soldi non appena scoprirà che sono suo padre. Vuoi Peter, Benjamin? Tienitelo! È tutto tuo, non me ne fotte un cazzo di lui.-
-Sei disgustoso. Va' a dormire prima che dica qualcosa di cui poi mi dovrò pentire.- la chiamata finì con queste parole.
Amaranta diede al giovane, diventato duro e fermo come una statua, qualche pacca sulla spalla. -Eh, già, ragazzino. Lo sapevano tutti. I tuoi zii, Anya, gli Avengers... tutti loro ti hanno mentito. Tutti.- e si allontanò per lasciarlo nella sua sofferenza.
Tutti.
Si sentiva raggirato, truffato, ingannato. Era l' unico fesso a non sapere niente.
Mi hanno tradito tutti.
-D'accordo, Peter, ora devi restare calmo.- a malapena riusciva a sentire Anya. Era andato.
Padre...
Il fischio aumentò. Sempre più forte, invase la sua mente. La vista si appannò, divenne bianca, non riusciva a vedere più niente.
Padre... mio padre.
E in qualche modo, sapeva che aveva ragione. Amaranta era furba, era perfida, non una bugiarda. Sentiva dentro di sé che quella era la verità.
-Tieni duro, va bene? Resta sveglio!- Anya gridava distrutta.
Tony era davanti a lui. Vedeva i suoi colori, la sua forma. Era impassibile.
-E se non ti ami tu, ti amerò io.-
Dolore, tormento. Niente più aria. Non ci riusciva a prenderla, a respirarla.
-Se fossi morto tu, mi sarei sentito in colpa io.-
-Peter, stiamo arrivando! Resta in te!-
Cadde. In ginocchio, sulla terra. Non riusciva più a percepire nulla. Il tocco era sparito come gli altri sensi.
-E devo proteggere l' unica cosa senza la quale non vivrei. Sei tu.-
Scivolò giù, nel vuoto, nel nulla totale. Non c'era nessuno, era da solo. Era sempre stato da solo.
Male... fa male... fa male da morire.
Gridò. -Fatelo... fatelo smettere... vi... prego...-
Tanti richiami, troppe voci. Chi era? Chi stava parlando? Lui chi era? Perché era lì?
Cos' era tutto quel dolore?
-Se potessi tornare indietro, se potessi rivivere ogni cosa della mia vita da capo, cambierei tutto. Tranne te.-
Si accartocciò su sé stesso, si piegò, si spezzò.
-Peter! Alzati, Peter! Non lasciare che vinca, combatti!-
Ma cosa... asma. Aveva un attacco d' asma. Non lo aveva mai avuto prima del potenziamento dei suoi poteri. -Non... respiro... non riesco... più a...-
Fatelo smettere! Fa male, aiuto!
-Calmati, Peter! Non lasciarci!-
Michelle. Quinn. Ben. May. Pepper. Tony.
Tutto gli cadde addosso come una valanga.
Tony...
Non voleva più sentirlo. Non voleva più sentire nulla di tutto quel male.
-Peter, siamo qui, siamo tutti qui per te! Puoi farcela, lotta!-
Troppo tardi. Era troppo tardi.
-Tu sei la mia Terra, Peter.-
Si distrusse.
-Ti amo tre mila, Petey-pie.-
Basta... per favore, basta.
Buio. Distruzione. Niente. Solo niente. Poi... una voce.
-Vuoi che finisca, Peter? Vuoi non sentire più nulla? Io posso aiutarti.-
Amaranta.
-Con Venom, con lui, non sentirai più niente. Non soffrirai mai più. Lo desideri?- la strega lo incantò, facendogli ritornare la vista naturale. Non si era nemmeno accorto di essere finito sdraiato in posizione fetale sul terreno. Lei gli offrì la mano e lui l' accettò.
Non sentire più nulla. Non sentirò più nulla.
Gli andava bene. Sì... andava più che bene. E fu così che si ritrovò faccia a faccia con il simbionte rinchiuso nel contenitore. Era frenetico, scombussolato, impaziente di essere liberato.
Mai più. Niente. Non soffrirò più.
-Peter!-
Lentamente, girò la nuca. Tony Stark, affannato, era in lacrime e lo pregava. -Non farlo, piccolo, ti supplico. Non posso perderti!-
Gli occhi scuri, vitrei, quasi non lo riconobbero. Faticava a rimanere sulla sua figura con lo sguardo, gli procurava solo altro sconforto. -Ma non lo capisci? Tu mi hai già perso.-
L' uomo scosse la testa, corrucciato e afflitto. Aveva appena perso tutto e doveva incolpare solo la sua codardia.
Peter Parker alzò un pugno, spaccò il vetro e Venom si impossessò di lui.************************************
Commentate, grazie! :)-Kitta♡
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The Hero's Secret
FanfictionDedicato a chiunque non abbia un buon rapporto col padre. Se non avete mai visto i film della Marvel, ATTENTI AGLI SPOILER. Contiene le storie: • Iron Dad • Spider Son • Magissa Peter Parker non è altro che un sedicenne del Queens, New York, che des...