Il sacco nero sopra la sua testa venne tolto, permettendogli di vedere. Sbattè le palpebre per mettere a fuoco e qualcuno gli tolse il bavaglio dalla bocca.
-Buongiorno, ragnetto.- lo salutò una voce femminile che aveva imparato a riconoscere.
D' altra canto, la persona che stava di fronte a lui lontano cinque passi non era Amaranta, bensì Quinn. Era legata a una sedia di legno con la schiena e i polsi ai braccioli. Non ci mise molto a capire di essere nelle stesse condizioni.
Tirò con forza le corde per liberare almeno le braccia senza riuscirci e provò ad alzarsi; niente. Una figura girò intorno e la strega si mostrò finalmente nelle sue sembianze umane.
-Amy... eri tu.- ringhiò, frustrato per non averlo capito prima. Ma come avrebbe potuto? Amy e Amaranta sembravano due persone completamente diverse se viste assieme.
-Sempre e comunque.- sorrise, attorcigliandosi un capello scuro al dito. -Volevo aspettare un po' per questo momento, detesto le cose affrettate, ma tu non mi hai lasciato scelta. Amavo veramente Carl. E tu... tu gli hai fatto questo.-
-È stato un incidente ed è ancora vivo! Sopravvivrà, ne sono certo.- le parlò attraverso la semi oscurità, ci vedeva a malapena e solo pochi lampadari di quel posto erano accesi. A proposito... -Dove diavolo ci hai portati?-
-Nel nuovo compound degli Avengers, Stark non te ne ha parlato? E dire che sembrate così vicini.- lo derise e camminò verso Quinn. La ragazza era ancora senza sensi, anche se cercava di svegliarsi. -Ma che carina...-
-Non la toccare!- l' avvertì, ritentando nuovamente di sciogliere quei nodi. Per quale motivo i suoi poteri non funzionavano? Si era liberato da cose ben peggiori, in passato.
-Rilassati, voglio solo conoscere meglio la tua amichetta. E provaci pure quanto ti pare, non hai le forze per scappare.-
-Perché mi sento così debole?-
-Oh, niente di serio, ti ho solo preso i poteri.-
Gli si raggelò il sangue. -Tu che cosa?!-
-Temporaneamente, tranquillo. Sto usando la mia magia per tenerti sotto controllo. L' unico modo che ho per prenderteli per sempre è avere il tuo permesso. Ma non è questo ciò che voglio attualmente.- scosse la testa, camminando dietro la sedia della bionda col suo lungo abito nero luminoso e a strascico, i tacchi fecero rumore. -Tu sai cosa desidero, giusto?-
Sentiva la paura pompargli nel cuore e decise comunque di mostrare una faccia impassibile. -Il mio sangue.-
-Che bravo, vedo che la mia sorellina ti ha ben informato.- ghignò spavalda, accarezzando con le nocche le guance di Quinn. -Non devo darti o chiederti nulla in cambio, perciò...- alzò la mano e fece schioccare le dita.
Peter urlò dal dolore quando una mano gli tirò i capelli e la sua testa si piegò di lato mostrando il collo, dove una siringa gli prese una dose di sangue. Una volta libero da quel trattamento meschino, guardò male la persona che gliel' aveva inferto.
Otto Octavius, senza quei suoi tentacoli meccanici addosso, era lo stesso un uomo inquietante. Subito rilasciò il suo sangue in una fialetta col tappo di sughero e lo consegnò ad Amaranta con un inchino. -Mia signora.-
-Ottimo lavoro, Dottor Octopus. Finalmente ce l' ha fatta.- gioì e guardò da vicino quel liquido scuro talmente importante quanto mortale se inserito nella loro creazione. -Svegliamo la ragazza, divertiamoci un po'.-
-Troppo tardi.- sbottò la voce di Quinn dietro di loro, -Sono già sveglia, deficienti.-
Peter respirava male e tentava di capire cose fosse successo. Non l' aveva sentito arrivare per niente, quindi era sul serio senza potere. Proprio adesso che il suo senso di ragno gli serviva più che mai, dannazione!
-Buon pomeriggio, Miss Kenny.-
-Professor Gillian.- salutò per nulla cordiale, con tono canzonatorio, il suo ex professore la giovane, indietreggiando come poté con la testa per stare alla larga da lui e dal suo sorriso macabro.
-Ci siamo svegliati con la luna storta?-
-Diciamo che l' ultima volta che mi sono svegliata legata era un momento piacevole e questo non è piacevole. Tu sai a cosa mi riferisco, vero, Parker?-
-Vuoi parlarne proprio adesso con loro, Kenny?- rispose a tono con lo stesso sarcasmo. Entrambi sapevano bene che il loro era solo un modo per nascondere la paura.
Spider-Man si guardò attorno. Era un posto grande, parecchio, faceva leggermente freddo e le mura erano bianche. Gli ricordava uno di quei posti dove si vendevano le auto a noleggio. Non molto distante da loro, vi era un grosso telo che copriva qualcosa di quadrato. Suppose una gabbia e non aveva la minima voglia di scoprire cosa vi fosse all' interno.
Lanciò un' occhiata al braccialetto elettronico; non stava brillando, quindi il localizzatore non funzionava.
Perfetto.
Nell' altro polso, dove vi era l' orologio di suo padre, lessa l' ora. Erano spariti da almeno sedici ore, qualcuno doveva pur aver iniziato a cercarli. Stark e gli Avengers sicuramente. Dovevano solo tenere duro.
I loro rapitori risero di cuore. -Siete uno spasso, vi starei ad ascoltare tutto il giorno... ma ho altro da fare.- Amaranta fece un occhiolino di intesa a Peter e si diresse a un tavolo imbandito di oggetti da laboratorio, dove preparò il sangue del ragazzo.
-Ehi, ma quello è il materiale della nostra scuola!- si lamentò Quinn e osservò schifata Octavius, -E poi aveva il coraggio di incolpare me e i miei fratelli per questi furti di fronte al preside!-
Quinn, no! Non innervosirli!
-Sai com'è, quando si recita una farsa, la maschera resta su fino alla resa dei conti.- la prese in giro, togliendosi gli occhialini e pulendoseli.
-Jethro Gillian, lei come essere umano fa schifo! Lo sa? Io non ci ho mai creduto alla storia della studentessa salvata da lei, quella brutta faccia se la sarà guadagnata in qualche modo disgustoso. Siamo solo due ragazzini, che volete da noi?-
Quinn guardò negli occhi il ragazzo di fronte a lei, il quale recepì il messaggio: si sarebbe fatta odiare per evitare che se la prendessero con lui.
Per quanto temeraria e nobile potesse essere, non poteva lasciarglielo fare. Era lui quello con abilità straordinarie, era lui l' eroe. Doveva trovare un modo per salvarli e in fretta. Peccato che non vedesse nessuna porta d' uscita, solo finestre oscurate.
Otto agì in fretta e la prese per la mascella, tirandogliela su. Peter saltò sul posto e tentò di andare da loro per istinto. -Quinn!-
-Il mio nome, ragazzina, è Otto Octavius. Non Jethro Gillian.- le fece il verso e la mollò malamente. -Mia signora, perché questa mocciosa è ancora qui?-
La strega fermò i suoi movimenti e si voltò, annuendo. -Hai ragione, non ci avevo pensato. Fanne quel che vuoi o sbarazzatene, non m' importa. Tanto non mi serve più.-
No!
-Quinn! No, fermo!- urlò terrorizzato Peter, agitandosi e facendo addirittura muovere la propria sedia.
Amaranta corrugò la fronte quando sentì un lieve ruggito provenire da sotto il velo nero. Octavius tirò fuori una pistola e la puntò alla fronte di lei.
-Quinn!-
Il ruggito stavolta fu più forte e il velo si alzò.
-No!- lo bloccò la strega e in un attimo l' arma volò via dalle mani dell' uomo. Osservò interessata ciò che nascondeva ai loro occhi e toccò quella che pareva una sbarra. Sì, ora Peter ne era certo, era senz' altro una gabbia. -Interessante... Scateni la bestia, ragazzina. Solo il nostro Peter, fin'ora, c'era riuscito. Solo Spider-Man.-
Oh oh.
-Che cosa?- Quinn sgranò gli occhi verso di lui, -Spider-Man?-
-Ops! Non lo sapeva, Petey?-
-Tu sei Spider-Man?!-
La loro conversazione venne interrotta da un rumore metallico. Il tetto si aprì e l' Avvoltoio atterrò in mezzo a loro e alla profetessa. Si tolse la maschera, le ali e il resto della sua armatura in poco tempo. -Amaranta, sono qui. Gli Avengers stanno arrivando.-
Gli occhi viola di lei, già illuminati per la magia nel contenere i poteri di Peter, si infiammarono. -Quello stupido asgardiano, è tornato umano!-
-Chi, Thor?- non comprese Peter, sentendo l' adrenalina salirgli nel sapere che forse erano salvi.
Amaranta gli rifilò uno sguardo ovvio. -Il gatto che ti sei preso dalla strada, non è altri che il mio carissimo conoscente, Loki. A quanto pare, il fratello ha capito che era lui più in fretta di quanto mi immaginassi.-
-Era con loro, sono su dei jet e pare abbiano portato i rinforzi: parlo di F.B.I., S.H.I.E.L.D. e polizia.-
-Bah!- grugnì Octavius, andando a prendere uno zaino su un tavolo e mettendoselo in schiena. -Se pensano di portarmi di nuovo via la mia roba se lo scordano.-
-No, un attimo, fermi tutti... ho fatto i grattini a Loki?!-
-Ti sembra il momento adatto per parlarne, Parker?- lo rimbeccò Quinn come aveva fatto poco prima lui a lei.
-Non faranno in tempo.- li ignorò Amaranta e una risata le nacque in gola, -Diamo inizio allo spettacolo.-
Dallo zaino di Otto uscirono i suoi tentacoli che si attaccarono alla sua colonna vertebrale, creandogli un fastidio iniziale che venne poi sostituito dall' eccitazione. Con essi prese le sedie dei sue ragazzi e li unì nello stesso punto, al centro, scontrandole e rompendole. Quinn e Peter finirono a terra, doloranti e con dei fischi nelle orecchie.
-Che sta succendendo? Non era così che dovevamo procedere.- Toomes passò lo sguardo dai ragazzi ai suoi colleghi.
Lei fece spallucce. -Cambio di programma. Vediamo a chi staccherà la testa a morsi per primo.-
-Cosa? No.- sbiancò e le mise una mano sulla spalla, -Avevi detto che a parte Stark non sarebbe morto nessun' altro. Avevi detto di averlo promesso a tua sorella.-
Lo spinse via. -Non toccarmi! I piani sono cambiati non appena Westcott ha agito di impulso, rovinando tutto. E poi le promesse sono fatte per essere infrante. Apri il tetto e le finestre.-
Octavius inchiodò coi bracci meccanici i due adolescenti al suolo, facendoli strillare dal male che sentirono.
A Toomes la cosa non piacque. -Abbiamo preso il suo sangue, dovevamo fare solo questo. Per favore, sono solo dei bambini, hanno l' età di mia figlia.-
-Senti un po', tua figlia non è quella tipetta lì, è lontana da te perché Stark ti ha reso un fallito e la tua ex moglie te l' ha portata via. Vuoi vendetta o no? La rivuoi indietro o no?- disse, come se stesse parlando a uno stupido. Picchiettò la siringa pronta e si avvicinò alla gabbia coperta. -Hai iniziato con noi e andremo a fondo a questa cosa nella stessa maniera. Dobbiamo far vedere al mondo la sua potenza, devono avere paura. Quale miglior modo per mostrarlo se non questo? Perciò chiudi quella boccaccia, stupido mortale, e aprì tutto quanto.-
Toomes rimase zitto e fermo per poco, poi agì come gli venne chiesto. Fece finta di non sentire le grida disperate di Quinn e Peter, mentre Octavius li stringeva così tanto giù da spezzar loro delle costole e mentre abbatteva addirittura le mura di quel posto.
Una volta che il loro covo fu all' aperto e alla luce del giorno, ancora in preda ad un temporale ineguagliabile e con lievi spruzzi di raggi solari, il suono di un elivelivolo risuonò sopra le loro teste. Esso era accompagnato da sirene.
-Ci siamo.- ridacchiò emozionata Amaranta e sollevò un pezzo di velo, inserendo la siringa tra le sbarre.
-Peter.-
Il sedicenne deglutì e osservò come poté la sua amica. A entrambi sanguinava la testa dalla botta presa.
-Se non ce la faccio...-
-Non dirlo.- la interruppe.
Quinn trattenne le lacrime. -Se non ce la faccio... ricorda ai miei fratelli da parte mia quanto sono stupidi.- rise di poco assieme a lui e strinse i pugni, -E... di' anche loro che gli voglio bene.-
Oh, Quinn...
Tremando e muovendosi a scatti, strinse la sua mano con la propria. L' aveva messa lui in questo casino, Amaranta l' aveva rapita per portare lui lì. Era tutta colpa sua e non era riuscito neppure a metterla in salvo.
Come Spider-Man faceva schifo.
-Invece, se ce la faccio... ma ne dubito... il tuo segreto è al sicuro con me.- sbattè le ciglia più volte e gli sorrise.
Nonostante il male al petto e alla schiena, Peter provò un forte sentimento per quel sorriso. -Grazie. Se invece non ce la facessi io... so che può sembrare strano, ma...- si sforzò molto per tirare fuori le parole.
Avanti, ammettilo. Dillo.
Decise di essere uomo, un uomo che non aveva paura di nascondere sé stesso e quello che provava, e chiese: -Se non ce la faccio, puoi dire a Tony Stark che anche lui è la mia Terra? Lui capirà.-
Quinn sorrise dolce e annuì come meglio riuscì. -Certo. Spero che glielo possa dire tu stesso.-
-Signore e signori!-
La voce risuonò in modo potente per chilometri e chilometri, Amaranta si era alzata in volo e aveva modificato la propria voce. Peter riuscì ad alzare pochissimo il capo, abbastanza da vedere un familiare quinjet volare in aria.
-Lieti che ce l' abbiate fatta a venire, vorrei presentarvi un ospite molto speciale quest' oggi.-
-Amaranta, no!- Anya prese il volo dal quinjet per raggiungerla.
-È grande, è potente, è insaziabile e molto desideroso di vedervi tutti sepolti a metri e metri sotto terra.- rise divertita e tolse il velo.
Peter poté vedere solo una macchia scura, enorme, però il suo cuore partì comunque a raffica. Octavius li liberò dalla sua presa e non esitò a far alzare entrambi. -Coraggio, Quinn. Su, in piedi.-
-Non ce la faccio... la mia anca...- gemette, tenendosi un fianco.
-Dobbiamo andarcene, Quinn.-
-Scappa tu.-
-Col cavolo, non ti lascio!-
-Vi presento la creatura più possente nell' universo, gente. Il solo e unico...- mosse le dita luminose e la gabbia si aprì, -... Venom!-
Un alieno di melma nera con occhi bianchi uscì allo scoperto, ruggendo e mostrando una sfilza di denti paragonabili ad uno squalo e una lingua lunghissima.
Le forze armate fecero un passo indietro, terrorizzati.
-Oh, mio Dio!- imprecò Rhodey nel quinjet assieme agli altri.
-Bontà divina...- scappò al segretario di Stato Ross, a terra assieme allo S.W.A.T.
Quinn urlò a squarciagola in modo acuto e si aggrappò con tutte le proprie forze a Peter. Quest' ultimo sentì come un déjà-vu all' angolo della mente, non aveva mai provato un tipo di paura così forte.
-Oh, troppi spettatori.- tornò a terra con un sorriso da vincitrice Amaranta e toccò una gamba alta quattro metri del suo mostro, -Teniamoli occupati.- dichiarò e la luce nei suoi occhi tornò, più forte di prima.
-Ehm, Peter? Quelle non sono le armature di Iron Man?- domandò la sua amica, indicando dei corpi estranei entrati improvvisamente nell' atmosfera.
-Sì e non mi sembrano affatto dalla nostra parte.- capì, vedendo gli occhi delle maschere di metallo dello stesso colore della Magissa davanti a loro. Una delle armature attaccò subito Anya, intanto che le altre invasero il territorio degli agenti di polizia e dei loro colleghi.
Quinn grugnì dolorosamente e tenne più forte il fianco. -Peter... Peter...- sospirò e svenne, il cappello le cadde.
Lui la mise sul pavimento, incosciente. -Quinn? Quinn, maledizione, svegliati!-
Un ruggito lo bloccò e gli fece tirar su la vista. Venom gli si fece vicino e lo puntò. -Peter Parker.-
-Oh, sì...- rise euforica Amaranta, tornando in volo e sorridendo. -Diamo inizio alle danze.-************************************
Commentate, grazie! :)-Kitta♡
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The Hero's Secret
FanfictionDedicato a chiunque non abbia un buon rapporto col padre. Se non avete mai visto i film della Marvel, ATTENTI AGLI SPOILER. Contiene le storie: • Iron Dad • Spider Son • Magissa Peter Parker non è altro che un sedicenne del Queens, New York, che des...