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Lo scalpitio degli zoccoli di Jueves era sempre più veloce man mano che lui e Anya si avvicinavano alla barriera. Quest' ultima pareva rinforzarsi e sul punto di chiudersi, passando da un rosa scuro a un lilla. Amaranta doveva sapere che stava arrivando e voleva impedirle di proseguire.
Dannazione!
-Più veloce, Jueves.- supplicò il cavallo, dandogli un colpetto leggero con il tacco di uno dei suoi stivali. Anche se la cavalcata aumentò di velocità, Anya poteva perfettamente vedere come le parti della barriera si stessero per unire ulteriormente.
Tre, due, uno...
Prima che potesse anche solo ragionarci sopra, si mise in equilibrio con le punte sulla schiena dell' animale e saltò in avanti, passando appena in tempo e lasciando fuori Jueves.
Ce l' ho fatta!
Sorrise confidente e corse verso l' entrata, ma la porta era sigillata e di certo l' ascensore doveva essersi rotto con tutti i danni subiti alla torre. Se non riusciva a teletrasportarsi, forse volare sarebbe stato ancora più faticoso, d'altronde tanto valeva tentare.
Prima che potesse spiccare il volo, una voce alle sue spalle la fece voltare: -Tu devi essere Anya.-
Nel frattempo, Amaranta camminò fino al centro del salone, osservando scrupolosa i suoi alleati e i suoi nemici. -Bene, adesso che ho la vostra più completa attenzione e avete compreso che vi conviene starvene zitti e fermi, possiamo proseguire. Tutti nel laboratorio di Stark, proseguiremo lì la nostra festa. Lizard, porta Hulk nella prigione della torre, quella specializzata per il bestione.-
Peter si ritrovò preso per il collo, di nuovo, stavolta da Mysterio, che lo costrinse a scendere le scale con tutti gli altri. Vide il Dottor Octopus andare verso un computer e dei comandi, dove cliccò dei pulsanti e abbassò una leva. Una luce diversa si accese, mostrando una specie di incubatrice di vetro. Doveva essere la culla della dottoressa Cho e vi avevano attaccato il reattore Arc di Stark che gli avevano fatto rubare con la forza come fonte di energia.
-Vuoi riassemblare Venom, dico bene?- Natasha era arrabbiata come non mai, non riusciva a non guardare ogni due secondi il corpo inerme di Bruce che avevano messo a terra. Ancora non si era svegliato.
La strega ridacchiò e aprì lo sportello di vetro della capsula. -Esatto. E voi mi avete portato proprio quello di cui avevo bisogno.- ghignò e lanciò uno sguardo ammonitore in direzione di Lukas. Aveva notato che si era trattenuto nell' ultima lotta e non andava bene.
Non sapendo più con precisione che cosa fare, Lukas costrinse Quinn tra le sue braccia e la portò malamente verso la culla, tentando di tenerla ferma.
-No, lasciami!- la ragazza si dimenò con tutta sé stessa e piantò i piedi per terra con disperazione. Notò il suo ragazzo e il resto della squadra che cercava di liberarsi per poterla salvare.
La culla era stata modificata con tanto di recipiente di vetro per tenerci dentro il simbionte, ma Tony sapeva che era ancora in grado di emettere radiazioni. E Quinn era incinta.
-Non farlo, non puoi!- pregò la Magissa Nera, venendo strattonato da Toomes. Natasha, bloccata come Rhodey, Clint e Sam dai tentacoli meccanici di Octavius, capì perché era così spaventato. Lei stessa, nel realizzarlo, provò lo stesso terrore.
Amaranta alzò una mano per impedire a Toxin di proseguire e la biondina guardò supplicante l' uomo. Gli fece cenno di non dirlo, sapeva bene che avrebbero usato la cosa a loro vantaggio.
-Perché no, Stark? Sarà doloroso, sì, ma la libererei completamente da Venom. Come mai l' idea non ti aggrada? Dammi una buona ragione.- sentiva che c'era qualcosa sotto.
Tony prese dei respiri profondi, cercando una qualunque scusa per salvare la madre di suo nipote.
Pensa, dai, salvala!
I suoi occhi cercarono quelli del suo compagno. Steve lo fissava confuso e timoroso, inquieto che facesse qualcosa di pericoloso. Trovò poi suo figlio, in tuta da Spider-Man fatta di gomma e senza maschera. Con lo sguardo, lo supplicava di agire per proteggere Quinn.
Alla fine... un colpo di genio. O di idiota, dipende dai punti di vista.
-Perché Venom ce l' ho io.-
Eh?
Peter provò un forte dolore al cuore causato dal timore. Cosa diavolo stava facendo?
Amaranta si lasciò sfuggire uno sbuffo indignato. -Cosa? Mi hai preso per scema? L' ho visto uscire dal corpo di questa ragazzina, poco fa, al piano di sopra.-
-Non è il Venom originale.- sostenne la sua affermazione, -È un' illusione di Anya. L' abbiamo fatto di proposito per ingannarti, ma Quinn non merita di soffrire. Si è impossessato di me in questi giorni, mentre ci nascondevamo. Venom ce l' ho io, è dentro di me.-
Una delle più grandi bugie che io abbia mai detto pur di parare il culo a me o ad un altro.
Gli Avengers si guardarono fra di loro, coscienti della menzogna del loro amico e temendo cosa ne avrebbe portato. L' immortale e inarrestabile strega andò a mettersi a pochi centimetri di distanza dal viso del miliardario e assottigliò gli occhi neri nell' esaminarlo. Li fece brillare d' un viola acceso e ringhiò. -Non sono abbastanza forte al momento per percepire la mia creatura in te. Beck? Senti che c'è un' illusione sulla ragazzina?-
Mysterio fece spallucce e strinse la presa su Peter. -Lo sai che non rientra nelle mie capacità.-
Amaranta fece un sorrisetto quando le nacque un pensiero molto divertente in mente. Allungando un braccio verso il basso, si fece apparire una spada in mano. -D'accordo, verifichiamo di persona. Se Venom ti salva, hai detto la verità. Altrimenti... be', avrò finalmente la soddisfazione di vederti morto. Toomes!-
L' Avvoltoio costrinse Tony in ginocchio e lo fece piegare in avanti con la schiena. Amaranta si mise da un suo lato e posizionò la lama tagliente contro il suo collo per tagliargli la testa, non dando retta alle urla che sentiva provenire da tutte le parti intorno a sé.
Iron Man non fece una piega. Se doveva morire per salvare il figlio di suo figlio, per proteggere la sua famiglia, lo avrebbe accettato. Il resto non aveva importanza. Sperava solo di poter dare loro così un po' più di tempo per creare un piano.
Quinn si ribellò come poté alla forza di Lukas, non capendo perché Venom, quello vero e dentro di lei, non stesse facendo niente per aiutare l' uomo.
E Peter...
Peter provò una sensazione sconosciuta, strana, mai provata fino ad oggi. Gli parve che ogni cosa si muovesse a rallentatore: le suppliche gridate dei suoi amici, il pianto isterico della ragazza che amava e Amaranta che alzava la spada sopra la sua testa per decapitare Tony. Non riusciva a sentire nulla, se non il battito del suo cuore. Gli mancava l' aria.
Non farlo!
Si sentì lacerare dentro, come se qualcuno gli stesse strappando il cuore a mani nude. Era un terrore, un male, che non sapeva di poter provare. E sapeva che sarebbe peggiorato se Stark fosse morto.
Ti prego, no, ti prego!
All' improvviso, un ricordo nella sua testa si accese.

Tutto preso dalla sua costruzione fatta coi Lego, vede i piedi di May che si avvicinano a lui. Alza la testa, dolorante e che gira, per guardarla sorridere. -Ciao, amore. Guarda chi è venuto a trovarti.-
Un uomo poco più alto di sua zia li raggiunge e prende in braccio Peter. Lo sta osservando con amore, quasi lo stesso amore che vede tutti i giorni negli occhi della donna. -Ciao, piccolo. Zia May mi ha detto che hai la febbre. Povero bimbo.-
-Tony, non tenertelo così vicino, rischi di ammalarti anche tu.-
-Non m' importa.- lui, Tony, lo stringe ancor di più a sé e lo bacia sulla fronte con affetto. -Voglio che stia meglio, me ne frego se domani starò da schifo. La mia unica priorità sei tu, bambino. Me lo fai un sorriso? Adoro i tuoi sorrisi. E adoro te, Petey-pie.-

-Uccidi me!-
Amaranta bloccò a mezz' aria l' arma e si voltò, come tutti quanti, verso Peter. Aveva le guance rosse e piangeva disperato.
Tony provò un senso pesante e disgustoso di nausea alle parole che aveva sentito pronunciare da suo figlio.
La strega mollò la spada a terra, la sua espressione esterrefatta era priva di emozioni e le pupille erano vuote di luce. -Che cosa hai detto?- soffiò in un modo appena udibile.
Non poteva aver detto quello che lei credeva.
-Ti prego... uccidi me.- Peter tremava dalla paura e, quando capì che non si sarebbe spostato da lì, Mysterio lo lasciò andare. -Lascialo stare e prendi me. Uccidi me!-
-No!- Tony scattò in avanti per correre verso il ragazzo, ma Toomes fu più veloce e gli mise un braccio intorno al collo.
Amaranta era senza parole, stupita per la seconda volta in un solo giorno da quel giovane mortale. La sua inquietudine era dovuta al pensiero di poter perdere Stark per mano sua, non di poter morire lui stesso. Aveva salvato lei, la quale gli aveva praticamente distrutto la vita, e ora stava proteggendo l' uomo che aveva pugnalato colui che aveva chiamato padre.
"Il ragazzo è la salvezza". "Il ragazzo è la salvezza".
-Tu daresti la tua vita... per la sua?- chiese, cercando di comprendere meglio il suo desiderio. -Perché mai?- insistette. Le orecchie le fischiavano, come se i suoi poteri le stessero mandando un segnale.
Peter portò il suo sguardo caldo e profondo su Iron Man. Ricordò i momenti passati insieme in quei mesi, le visite che gli faceva quando aveva sì e no quattro anni e tutto il bene che gli aveva voluto anche quando lo rimproverava o lo sgridava. -Perché lui è la mia Terra.-
Tony aveva le lacrime agli occhi e un sospiro tremolante gli scappò dalle labbra. In quel momento desiderava come non mai andare da suo figlio, abbracciarlo e tenerlo con sé per sempre.
-E pensi che lui farebbe lo stesso per te?- la Magissa Nera era confusa dallo sguardo che aveva l' adolescente, dalla connessione innegabile con Stark. Lui si limitò ad annuire. -Perché?-
Gli occhi di Peter erano legati indissolubilmente a quelli identici ai suoi e, senza aprire bocca, si stavano dicendo mille parole. Comprese che tutto quello che gli avevano raccontato non era una bugia, Tony c'era stato veramente nel suo passato.
E mi ha amato e mi ama come se fossi suo.
-Perché mi ama tre mila.-
La vista del miliardario si riempì di luci e trattenne a stento sia un pianto che un sorriso, non potendo credere che avesse ricordato una sua frase così importante che gli aveva potuto dire solo quando era piccolo.
Amaranta era seriamente andata nel pallone. Quella loro unione, quel loro legame... com' era possibile? Era una cosa degli umani? Eppure, lo sguardo di Peter, lo aveva visto anche su sua sorella. Quando guardava lei.
"Il ragazzo è la salvezza".
I suoi poteri le fecero quasi male al cuore; quel gesto aveva risvegliato una parte di lei. Era un avviso, un allarme, un presagio.
Il sacrificio di Peter significava qualcosa. I poteri che aveva della gemma del Tempo si stavano agitando.
"Il ragazzo è la salvezza".
Prima che potesse fare un solo movimento, il muro alla sua sinistra eplose creando un buco. Ne entrarono Anya, le mani producevano scintille dorate, e una donna in armatura da Iron Man violetta. Il suo casco si alzò, mostrando due paia di occhi d' ambra e un sorriso deciso. Con tenacia, Hailey Devon si rivolse alla strega: -Fossi in te e nei tuoi tirapiedi, metterei subito giù il mio ex marito e i suoi amici, stronza.-

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-Kitta♡

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