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-Come ti senti? Da uno a dieci.- Quinn si sedette sul letto di Peter, ancora stordito dai farmaci post operatori. Si guardava curioso le dita e tentava di fare un numero. -Aspetta, quante dita sono il sei?-
-Aah... sei?-
-Ah, giusto.-
Sì, era proprio andato. -Ti senti diverso? Dico, rispetto al solito.-
Peter piegò la testa di lato e alzò un dito, poggiandolo sul piccolo naso di lei. -Boop.-
-Ho capito, è meglio se parliamo quando sarai di nuovo in te. Riesci almeno a dirmi se hai avuto paura prima dell' operazione? Non ne hai voluto parlare con nessuno.-
Il giovane grugnì indispettito. -Io non ho paura di niente-
-Ma se ti spaventi ogni volta che vedi una donna incinta! Non una mosca, un ragno o un serpente. Una donna incinta!- rise la biondina.
-È un corpo fatto di ossa, muscoli e organi dentro ad un altro corpo! È disgustoso quanto impressionante!- si lamentò, incrociando le braccia al petto e facendo un verso di lamento quando tirò per sbaglio le flebo.
La ragazza si trattenne dallo sbattersi una mano in fronte, piuttosto si piegò su di lui e lo baciò su una guancia. -Ti amo, sciocco. E anche se te lo dimenticherai, non lo ripeterò.-
-Sì, ti amo anch'io!- rise lui, aprendo le braccia e gemendo ancora di dolore. -Ahio, male.-
-Ecco, vedi di stare fermo.-
-Kenny?- Steve Rogers entrò dalla porta e sorrise ai due giovani, -Puoi andare dagli altri? Bruce mi ha dato il compito di farlo tornare tra noi e ho bisogno di parlargli.-
Quinn annuì e diede un' ultima carezza a Peter, come a sincerarsi che non avesse nulla di diverso fisicamente. Pareva apposto per ora, forse avevano tempo per capire cosa gli fosse successo. Dopo che aveva confessato di aver usato la pietra delle opportunità ad Anya e agli Avengers su Peter, si era fatta mille controlli in poche ore per capire se il suo corpo o lei stessa avesse qualcosa che non andava. Ma dato che lei era in forma - con tanto di sangue alterato a causa di Venom -, l' unica risposta era che il prezzo da pagare era per Peter.
Perdonami.
Lasciò da soli i due supereroi e Captain America si sedette sulla sedia vicina al letto. -È stata una lunga operazione complicata, sai? I tuoi poteri hanno messo in serie difficoltà persino il dottor Strange. Però lui, Bruce ed Helen sono riusciti a guarirti. Be', loro e la pietra di Amaranta. Il cancro non c'è più, sei tornato come nuovo. Sei felice?-
-Molto. Ma lo sai cosa mi renderebbe felicissimo?- si sporse leggermente dal letto con un sorriso enorme, a Steve ricordava uno di quegli ubriaconi che vedeva nei bar negli anni quaranta. Piegò l' indice per fargli segno di avvicinarsi e gli sussurrò nell' orecchio: -Avere una famiglia. Tu però non dirlo in giro! Mi vedrebbero tutti come uno bisognoso di affetto.-
L' uomo sbuffò una risata. -Hai già una famiglia, ragazzo. Una famiglia colma di eroi che darebbero la vita per te.-
-Lo so... e tengo a tutti voi.- mise su improvvisamente il muso, -D' altro canto, non mi basta. Voglio dei genitori, dei punti di riferimento. Adesso ho diciassette anni, il prossimo anno sarò maggiorenne e nessuno potrà più prendermi con sé. Non l' ho mai ammesso perché ho sempre pensato che fosse una richiesta stupida e inutile che non si sarebbe mai avverata, ma voglio davvero chiamare qualcuno "mamma" o "papà" per l' ultima volta prima che sia troppo tardi. Ora che mio padre è morto, lo desidero tantissimo, più di prima. È un pensiero egoista il mio, capitano?-
Il cuore di Steve si contorse su sé stesso nel sentirlo parlare con quel tono lagnoso da bambino, aveva tentato di spiegargli la sua situazione e come si sentiva e il fatto che avesse scelto di confidarsi con lui fra tutti lo commosse. Decise di fare un passo importante nella sua vita. -Sai mantenere un segreto?-
-Solo se posso dirlo a tutti.-
Ridacchiando, tirò fuori dalla tasca dei pantaloni una scatolina elegante e la aprì, mostrando al ragazzo una fede nuziale da uomo.
-Woh, ehi, adesso... sono minorenne e lei non è esattamente il mio genere, capitano.-
-È per Tony.- lo corresse gentilmente, -Voglio chiedergli di sposarmi per il nostro anniversario. Dopo di che, vorrei chiedergli se vuole adottarti con me. Saremmo i tuoi genitori adottivi. Ci stavo pensando da parecchie settimane e, più mi veniva in mente, più l' idea mi piaceva. Sei d'accordo?-
Per un attimo, il ragazzo col camice e sotto le coperte sembrò tornare lucido. -È... è un piano, sì. Non mi dispiacerebbe affatto avervi come papà.-
L' animo di Cap si sciolse un po'. -Davvero?-
-Sì. E poi, siete Captain America e Iron Man! Chi non vi vorrebbe come genitori?-
Non riuscì a non ridere. L' aveva fatto apposta nel parlargliene proprio quando non riusciva a capirci niente. -Bene. Vorrei che mi nascondessi l' anello per Tony. Pensi di poterlo fare fino a Gennaio? Prometti di proteggerlo?-
-Signor sì, signor Capitano.- fece il saluto militare e prese la piccola scatola, rigirandosela fra le mani come fosse un cubo di Rubik.
-Grazie. Così ti ricorderai della promessa e non dell' adozione. Quando avrai di nuovo la mente meno offuscata, penso proprio che io e Tony ti faremo una bella sorpresa. Ti piace come piano?-
Peter ridacchiava senza senso. -Sì, mi piace molto. Ma shhh, non lo dire a Peter.-
-Esatto, non lo dire a Peter.-
-Io sono Peter.-
-E io sono Steve Rogers. Va bene, vediamo di abbassarti il livello di antidolorifici.-

-Posso spiegare.-
-Oh, sì, spiega pure. E da brava, avvicinati. Così posso mettere le mie dita intorno a quel tuo piccolo collo per spezzartelo!- Anya stava inveendo contro Quinn da parecchio tempo ormai, arrabbiata come nessuno degli Avengers l' aveva mai vista. -Sei morta, ma così morta...!-
-Ehi, non sono stata io quella che è andata dalla perfida strega dell' Ovest, bensì Parker, non te la prendere con me.- si difese, alzando le mani come a far vedere di non star nascondendo nulla. Proprio in quel momento, Rogers tornò in salone dall' infermeria.
-Com' è messo? I parametri vitali sono stabili, ma emotivamente?- Doctor Strange si stava godendo il suo caffè, seduto al tavolo vicino a Thor.
-Se la caverà, ha già ripreso coscienza di chi è e di dove si trova. Si sta vestendo e ci raggiungerà tra poco.-
-Meno male.- Tony guardò verso l' alto e prese un respiro profondo, sentendo il senso di nausea scomparire dopo giorni.
-Non ci posso credere, è stato così stupido da chiedere aiuto a mia sorella.- riprese a borbottare la Magissa Bianca, -La pietra delle opportunità è un oggetto molto potente, talmente tanto che inizialmente pensavamo fosse una delle gemme dell' Infinito. Può rendere reale qualsiasi desiderio, e se è qualcosa di grosso il prezzo da pagare è veramente caro. Tu hai chiesto che Peter guarisse dai propri poteri, dal cancro, in pratica che non muoia. Salvare qualcuno da morte imminente porterà senz' altro ad una punizione pesante.-
-Be', scusami se la mia priorità era salvare il mio amico, alias tuo fratello!- si alterò l' umana, corrugando la fronte e serrando i pugni. -Potevo anche usarla per tornare normale e levarmi ciò che resta di Venom dal mio corpo, ma ho scelto di essere altruista per lui!-
-Quinn... calmati.- l' ordine del colonnello Rhodes fu chiaro e conciso e tutti seguirono il suo sguardo: le gambe della ragazza si stavano circondando di una melma nera che oramai conoscevano tutti bene.
Oh, no.
-Quinn, ascoltami.- Anya allungò una mano verso di lei, -Le tue emozioni negative sono il suo cibo. Devi rilassarti o perderai il controllo. Peter è al piano di sotto e so bene che non vuoi ferirlo, giusto?-
Tremando e sentendo le lacrime agli occhi per il timore di ferire qualcuno, abbassò le palpebre e si concentrò sulla respirazione. La melma si ritirò sotta la sua pelle dopo pochi secondi.
-Mi dispiace, ragazzina, ma temo che dovremmo darti in custodia allo S.H.I.E.L.D.- disse Natasha, sentendosi dispiaciuta per lei.
La fissò confusa. -Che?-
-Ha ragione. Abbiamo visto cos'è stato in grado di fare Richard dopo che era rimasto con solo i resti di quell' alieno in lui. Non possiamo permetterci di sbagliare ancora, allo S.H.I.E.L.D. forse sapranno come aiutarti. È per il tuo bene, rischi di uccidere chi ami.- Bruce strinse tra di loro le mani e le sfregò una contro l'altra, non sapendo come indorare la pillola.
Quinn respirò con l' affanno e il labbro le tremò. Erano davvero arrivati a questo? -E se non ferissi nessuno? Se anzi, potessi aiutarvi?-
-Amaranta è l' unica che sa domare Venom. Ti userebbe solamente. Mi spiace, Quinn, ma pare l' unica soluzione.- Tony non era felice di dire quelle cose e sapeva che sarebbe stato ancor più doloroso dirlo a Peter. Doveva tenerli lontani per prevedere la vita del suo bambino.
-Non potete mandarmi da loro, non voglio! Peter ha bisogno di me.-
-Lo hai già aiutato abbastanza. Quella pietra potrebbe avergli fatto di tutto.- Clint si alzò dalla poltrona, stando dalla parte dei suoi amici.
L' asolescente perse la pazienza. -Adesso state decisamente esagerando. Dai, non gli avrò fatto nulla di grave!- sbottò.
Proprio in quell' istante, Peter li raggiunse con un' espressione colma di ansia e paura. -Ho perso i miei poteri!-
-Questo è grave.-

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-Kitta♡

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