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M.J. se ne fregò ardentemente del danno fatto al vestito che portava quando lo strappò per poter correre meglio, sapeva che Natasha avrebbe capito. Andò nel parcheggio col cuore in gola, le persone scappavano spaventate mentre i tentacoli meccanici portavano Octavius e Peter verso la città.
Le fischiarono le orecchie, aveva un bruttissimo presentimento.
-Dov'è andato quel figlio di puttana?- Happy, alle sue spalle, si premeva un fazzoletto contro la ferita sanguinante.
-Si dirige in centro, ha preso Peter!-
Grugnì e si tolse la giacca. -Stavolta sono licenziato, me lo sento.- zoppicò fino all' auto e andò al posto di guida. -Vuoi un passaggio?-
-Dobbiamo trovare Anya.-
Un corpo la sfiorò e andò a sbattere contro un albero. La ragazza in questione parlò: -Anya sta facendo una piccola riunione di famiglia. Va' da Peter, mi devo occupare di Amaranta.- e volò verso un' altra tipa che incuteva timore, ma a detta di M.J. aveva un gran bell' outfit.
-Ok, possiamo andare.- si mise subito al sedile posteriore e chiuse la portiera, allacciandosi la cintura.
-Tieniti forte.- questo fu l' unico avvertimento prima che gridasse a causa della troppa velocità. Si immise in strada sbandando, lasciando il segno sul cemento e scrivendo con una sola mano sul telefono.
-Che sta facendo?-
-Sto cercando il numero di Tony.-
-È impazzito?! Vuole davvero dirgli che suo figlio è stato rapito perché lei non è stato in grado di proteggerlo?-
-Senti, ragazzina, io sono solo un uomo con una pistola e tanti rispettati chili dovuti al duro lavoro, ok? Che potevo fare contro quel ti...?- capì solo dopo cosa lei avesse realmente detto e si voltò con esagerazione, -Tu sai?!-
-Io so sempre tutto, bello. Attento!- indicò la strada, facendolo tornare dritto di colpo ed evitando così una macchina.
Michelle parlò attraverso le mani che si era portata alla faccia. -Oddio, moriremo, moriremo e io morirò vergine...-
-Le priorità di voi ragazzini di oggi mi fanno dubitare per il futuro.- borbottò e le tese il suo telefono, -Cerca nella rubrica e chiama Tony.-
-Va bene, va bene.- accettò e digitò più in fretta che poté. -Ehi, ho già le mani che tremano, potrebbe andare un po' più lento?-
-Sto cercando di stare dietro a Octavius e non è una cosa facile.- svoltò una curva e finalmente vide quel criminale che tentava di allontanarsi dalle macchine della polizia che lo inseguivano.
-Lei conosce quel tale?-
-È una lunga storia, chiama e basta!-
-Tony's Pizza, solita ordinazione, Happy?-
-No, scusi, ho sbaglia... aspetti, ce l'avete la capricciosa?-
-Ma ti pare il momento?! Da' qua!- le tolse malamente il cellulare dalle mani e tenne gli occhi su Otto, -Rasha, sono io. Ascolta, è un' emergenza, ok? Nel Queens c'è un enorme minaccia che potrebbe ferire parecchie persone, avverti la polizia di Manhattan, Brooklyn, chiunque! E chiama Fury, serve anche lo S.H.I.E.L.D.- concluse e glielo ridiede, -Prova di nuovo.-
-Prima mi vuole spiegare perché ha detto ad una pizzaiola di chiamare le forze armate più segrete d' America?-
-"Tony's Pizza" è solo un nome di copertura sul mio telefono, lo uso quando ci sono problemi grossi. In realtà è il numero di un' agente e spia, conosce Romanoff e Barton. Dopo che Tony è stato rapito ho preso seri provvedimenti. E come cavolo fai a sapere dello S.H.I.E.L.D. ora?-
-I miei lavoravano per loro.-
Alzò le sopracciglia. -Questo spiega il tuo temperamento.- poi si riscosse: -No, aspetta, non ci credo, tu eri quella bambina!-
-In carne e ossa e preferirei rimanerci dato che stai per beccare un palazzo!- urlò alla fine e sia lei che Happy si tennero stretti e gridarono.
La macchina per poco non fece un orribile impatto, se non fosse stato per Iron Man che si mise davanti a loro e prese il cofano con le mani, fermando la corsa.
I due nell' auto respirarono pesantemente. -Lode al suo capo.-
-Eh, già.-
Scesero in fretta e Tony li raggiunse, la maschera rossa e d'oro si abbassò. -Avevi un solo compito, Happy! Lo lascio andare a un classico ballo da scuola e me lo ritrovo svenuto in tv tra gli artigli di quello squilibrato!-
-Potrebbe sgridarlo più tardi?- lo interruppe M.J., la bella acconciatura oramai rovinata e in disordine. -Salvi il mio amico.-
Tony sospirò preoccupato, annuì e volò via. Di conseguenza, un quinjet atterrò e ne uscirono gli altri Avengers. Ma mancavano Thor, Falcon e Winter Soldier.
-Tony, Rhodey, rapporto: vedete dove sta andando?- Steve aiutò vari sconosciuti a liberarsi dalle macerie.
-Forse nel loro covo, magari riusciremo così a prendere anche Toomes.-
-Già, ma prima liberiamo mio figlio.- Stark alzò un braccio e mirò alla schiena del Dottor Octopus.
-Tony, no! Non alla base delle braccia, mira direttamente a uno dei tentacoli! Non possiamo rischiare di ferire Peter.- Clint fece evacuare un bar e vide tutta la scena.
La mano tornò giù. -Hai ragione.-
Octavius si arrampicò all' improvviso su un pallazzo, causando danni gravi e demolendo appartamenti.
-Si dirige verso il tetto!- constatò Bruce, che aveva hackerato le telecamere del Queens e guardava tutto dal quinjet. -Ditemi se devo intervenire.-
-Non ancora, Bruce. Al mio segnale.- gli comunicò il capitano, facendo scendere le scale antincendio di quell' edificio ed arrampicandosi. Poté vedere i tentacoli allungarsi, prendere le persone dalle loro case e lanciarle. -Stark, Rhodes, a voi!-
Iron Man e War Machine presero al volo le povere vittime, portandole a terra. -Sta cercando di distrarci.- Rhodey si dovette alzare in volo in fretta per prendere una coppia contemporaneamente assieme a un bambino.
Otto sorrise, mostrando ancora di più l'orripilante pelle che ricresceva sulla sua faccia deformata. Avvicinò a sé il corpo non vigile di Peter e con la mano guantata tirò fuori una siringa. Gli tenne il capo e prelevò una dose del suo sangue, facendolo mugugnare. -Fase uno completata.- comunicò, sapendo che Amaranta nella sua testa lo stava ascoltando. -Porto alla base il ragazzo.-
Prima che potesse fare un solo passo, un proiettile gli colpì la spalla e uno scudo stridette contro uno dei tentacoli. Nascose la fialetta col sangue del ragazzo nella tasca interna della giaccia e si girò, Natasha Romanoff e Steve Rogers lo guardavano temerari.
Steve prese lo scudo che tornò da lui. -Giù le mani dal nostro figlioccio.-
Ridacchiò spudoratamente, innalzandosi. Due tentacoli lo tenevano a terra, due erano presi a distrarre gli Avengers in armatura, e gli altri due erano liberi dato che aveva poggiato a terra Peter.
-Non era così che speravo di conoscervi. Capitano.- gli fece il saluto militare, -Piaciuto il coma criogenico? Che ne dici di tornarci, eh? Vediamo se ti svegli di nuovo!- e i due tentacoli liberi si piantarono sotto i loro piedi, rispuntando alle loro spalle e prendendoli.
Natasha volò giù, presa in tempo da Clint, mentre Steve si tenette con entrambe le mani all' orlo del soffitto. Tony lo aiutò a tornare su, dovendo poi riprendere a salvare la gente. Il primo Avenger mostrò i pugni. -Posso farlo tutto il giorno.-
-Ne dubito.- rise e gli scagliò entrambe le braccia. Steve saltò, lanciò lo scudo e ruppe uno degli artigli. Corse per evitare di venire acchiappato, pensò di saltare su un altro tetto ma non ce n'erano altri abbastanza alti e non voleva mettere al rischio altri innocenti.
E Peter era ancora lì, da solo e con gli occhi chiusi.
-Ehi, Cap? Mi hanno detto che non sei questo grande ballerino. Ti insegno io... balliamo!- agitò le dita e di nuovo i tentacoli andarono giù. Riapparirono e lo spinsero contro un muro dall' altra parte della strada. Lo schiacciarono, lo scudo gli impediva sia di ferirsi che di respirare meglio.
M.J., da sotto, vedeva due lunghi tubi di metallo sospesi nel vuoto come corde da funambolo. -Steven!- gridò spaventata. Non stava andando bene per niente.
Il cielo della sera divenne grigio, un tuono si fece sentire mentre Steve gridava dal dolore.
Con un laser, Iron Man tagliò le braccia e liberò il compagno, prendendolo al volo ed evitando che si schiacciasse al suolo. Purtroppo, nuovi tentacoli apparirono al posto di quelli distrutti.
-Deve essere una magia di Amaranta.- constatò Rhodey, il casco abbassato e senza forze. Il fiatone gli bruciava i polmoni, era stanco.
Michelle corse verso l' entrata del palazzo dove Octavius teneva in ostaggio il suo amico, venendo bloccata da Natasha: -Che cosa pensi di fare?-
-Ha Peter! Non posso starmene qui a fare niente, devo aiutarlo!-
-Piccola, lo so come ti senti, ma se ha messo in difficoltà noi, con te farà di peggio.-
-Rhodes, che vedi da lassù?- Steve si toccò l' orecchio e gemette per il dolore al petto, ancora disteso a terra con Tony che gli teneva su il busto.
-La polizia sta sparando dalle finestre più vicine, ma non serve a niente, e Peter si sta svegliando.-
-È un buon segno.- annuì Clint e notò lo strano colorito tra il viola e il rosa delle nuvole, seguito da un nuovo rombo di cielo. -Qualcosa mi dice che le due sorelle stanno per finire la loro lotta e che Anya non ha avuto la meglio.-
-Se state parlando di quella strega cattiva, penso che abbia fatto un illusione al nostro ballo. Ci siamo ritrovati tutti svenuti senza alcun ricordo, eccetto Peter.- fece Michelle.
Tony grugnì: -Una baraonda di studenti tutti controllati nello stesso momento... Proprio come ci aveva detto Anya, sta diventando più forte.-
-Il sangue!- sentirono urlare dall' alto e alzarono le teste, -Mi ha preso il sangue!-
Oh oh.
-Questo... non va bene.- gemette Rhodey, scuotendo il capo.
Il biondo si rimise in piedi. -Bruce, codice verde, non deve andarsene se ha una provetta di sangue in tasca!-
-Ricevuto.-
Peter si mise in piedi su gambe tremanti, il prelievo gli aveva causato vertigini e debolezza.
-Buongiorno, ragnetto.-
Anche se sapeva bene con chi fosse, quella voce giunse fin troppo conosciuta alle sue orecchie. E infatti... -Professor Gillian?-
-Sorpreso, vero? Spero tu abbia imparato da tutto ciò che le chiacchiere a scuola sono solo chiacchiere; non ho salvato alcuna studentessa, questa bruciatura me l'ha inferta Stark e il suo velivolo di merda! Ma avere il volto diverso mi ha aiutato. Secondo te perché quel tuo chip non mi ha mai riconosciuto, nonostante fosse una delle sue funzionalità? Triste, non trovi?-
-L' unica cosa triste qui è la sua faccia.- ringhiò e mirò col polso verso i suoi occhialini, ma prima che potesse sparargli una ragnatela qualcuno lo bloccò da dietro.
Amaranta gli rise nell' orecchio. -Ci si rivede, Spider-Man.- sorrise complice al Dottor Octopus, -Comincia lo spettacolo.-
-Che significa? Che volete fare?!- si agitò, venendo trascinato all' indietro. Quella strega era riuscita a mandare nel pallone il suo senso di ragno, non era riuscito a percepirla!
Lo prese per il cuoio capelluto e lo costrinse a guardare di sotto. -Oddio, sarà spassossimo!- rise come se avesse appena sentito la battuta del secolo.
-Dov'è Anya?- ruggì, il cuore nelle orecchie dalla paura.
-Oh, sta bene, solo un pochino malridotta... e svenuta nel giardino della Midtown High.- sghignazzò e fece illuminare gli occhi.
Tutte le persone sotto di lui finirono sui tetti, gli appartamenti alti e le strade si svuotarono.
-Guardali, sono tutti al sicuro, proprio come volevi tu. Voglio che memorizzi bene le loro facce, Peter. È probabile che sia l' ultima volta che le vedi.-
-Lascialo andare!- Tony fece per volarle contro, quando una luce viola colpì tutti loro.
Le vene di Amaranta si scurirono, urlò dal male e un battito proseguì nell' aria. Un tuono, un fulmine e nessuno riuscì più a muoversi.
Le loro braccia, le loro gambe, ogni cosa rimase paralizzata. Ma non dal collo in su.
I civili gridarono spaventati, i bambini chiedevano i loro genitori e sul volto degli Avengers apparve: la paura. Finì inchiodato a un soffitto persino Bruce, non aveva avuto il tempo di trasformarsi. -Perché non ci muoviamo?-
-È forte, troppo forte.- disse furioso Clint, provando a muovere anche solo un muscolo. Niente.
-Lo senti?- chiese Amaranta al ragazzo che teneva stretto tra le braccia, -Il tuo senso di ragno sta impazzendo, non è così?-
Sì, aveva ragione. Lo stava facendo ammattire. I suoi respiri divennero corti e veloci, le pupille chiesero aiuto a tutti. -Sta per succedere qualcosa.-
-Esatto. Ora vedrete tutti di che cosa sono capace.- il mezzo sorriso che offrì provocò una nuova luce violetta che inondò il cielo scuro. Peter esternò il suo dolore in un grido, i suoi polsi bruciavano.
-Peter!- Tony tentò in ogni modo di liberarsi, senza successo.
-Adesso faremo un gioco che a me piace tanto tanto!- sorrise con fare infantile la strega e le pupille brillarono con forza.
M.J. e uno dei poliziotti, ossia suo fratello Elijah, si ritrovarono a volteggiare nel vuoto e finendo nell' aria sopra la strada.
-No!- si spaventò Bruce.
-No, Michelle!- proruppe Natasha, le lacrime agli occhi.
Peter fremette. I fratelli Jones si mossero come a cercare un equilibrio che non c'era. Dietro di loro, in piedi sui tetti, la folla guardava impotente.
-Resisti, M.J., tranquilla!- Elijah provò a prenderle una mano, riuscendo solo a sfiorarle il vestito da sera.
La ragazza pianse, temendo cosa sarebbe successo. -Elijah...-
-Io lo chiamo "Chi è di parola". Tocca a te, Peter. Scegli.-
Si voltò abbastanza per vederle il sorriso giocherelloso e sinistro. -Scelgo cosa?-
-Chi muore.-
Il freddo calò su tutti, nonostante fosse fine Maggio. Un freddo pungente, che faceva venire il vomito e il mal di testa.
-No...- sussurrò Happy, seguito dagli altri.
-No... no, io...-
-Hai fatto una promessa a entrambi, ricordi? A lui hai promesso che salvavi lei, a lei invece che salvavi lui. Vediamo a chi dai retta. Vediamo a chi è fedele il tuo cuore.-
Octavius, al loro fianco, rise di gusto.
Peter provò a liberarsi, a fuggire, nonostante ciò sembrava che tutti i suoi poteri fossero scomparsi. La stretta ai capelli gli provocò un male acuto.
Lui doveva... scegliere?
M.J. o Elijah.
No.
Non sentiva niente, non voleva più sentire.
M.J. o Elijah.
Spider-Man non faceva questo, Peter Parker nemmeno. Non poteva fare una cosa del genere.
M.J. o Elijah.
-Ragazzo, non farlo!- questo era Steve.
-Non sei costretto, Peter!- e Natasha.
-Dacci tempo, ragazzino, ok? Il tempo che ci liberiamo e veniamo a salvarvi.-
Mr. Stark.
Tony.
-Non c'è più tempo, invece. O scegli tu o scelgo io.-
-Peter, salva lei!- il tono dell' uomo era disperato, al pari di quello della sorella: -Non dargli ascolto! Sei più amico mio che suo, devi salvare lui!-
Vi prego... non posso.
Sentì dei fili spezzarsi man mano nella sua mente.
Jones contro Jones.
-Me l' avevi promesso, Parker!-
-Billy, ti prego, è mio fratello!-
Non chiedetemi questo.
-Tic tac, Peter...- bisbigliò Amaranta, tenendolo per il mento e costringendolo a guardare.
-Peter, salvala!-
-Me l' hai giurato, Peter!-
La stretta si intensificò. -Forse hai solo bisogno di un incentivo!- e allungò l'altra mano, facendo cascare di poco la ragazza giù.
Elijah, Peter, Bruce e Natasha strillarono terrificati più di chiunque altro.
-Smettila!- proruppe Tony, vedendo la violenza psicologica che stava facendo subire a suo figlio attraverso il suo sguardo.
-Dammi una ragione per cui lei non dovrebbe morire.- impose al giovane, portando la sua stretta al collo di lui.
-Amaranta... per favore...-
-Avanti!-
-Perché la ama!-
Entrambi fissarono esterrefatti Elijah. L' agente incrociò gli occhi scuri con quelli del ragazzino che conosceva da sempre e sorrise, un sorriso che diceva "è ok, fallo". -La ama.-
Peter singhiozzò, recepì il messaggio e il labbro gli tremò. Col cuore galoppante, strinse gli occhi.
-Chi deve morire, Peter?- insistette la Magissa.
Addolorato e volenteroso di cadere sulle ginocchia, lo disse: -Elijah...-
-Noooo!- M.J. assunse un'espressione di puro schiacciamento, delusione, tradimento e in un attimo tornò coi piedi per terra vicina a Natasha, bloccata nel camminare come gli altri. -Elijah!-
Il fratello l' ammirò con amore, le sorrise calorosamente e trattenne le lacrime.
-Scelta interessante... E ora, secondo round.-
Il corpo che volò, stavolta, fu proprio quello di Parker.
No!
Parecchie voci si alzarono in protesta mentre Peter volteggiò fino a raggiungere il più grande dei fratelli Jones.
-Che stai facendo?!- domandò Stark ad Amaranta, timoroso come tutti.
Una fonte d'energia scaturì dal corpo di lei, parve spaccarla in due e illuminò tutto d' un scuro nelle sue vicinanze. Prendendo l' aria di cui necessitava, sorrise divertita al sedicenne. -Riviviamo il passato, Peter, ti va?-
Prima che potesse porle una domanda, dal walkie talkie di Elijah e da quello degli altri agenti di polizia proruppero delle voci. Dicevano tutti la stessa cosa: tutti i fiumi di New York si erano improvvisamente prosciugati.
-Ehi, Iron Man?- lo chiamò fintamente solare, -A te la mossa.-
Un terremoto potente fece tremare tutti, gli uccelli in cielo scapparono via e Peter ebbe un tremendo senso di déjà-vu.
Oh, ma non è possibile...
La sua testa e quella di tutti gli altri si voltarono verso destra. Dopo pochi secondi, litri e litri di acqua, paragonati ad uno tsunami, colpirono i palazzi troppo alti per loro e si diressero verso i due ragazzi. Considerato a che livello di altezza aveva messo tutti Amaranta, nessuno era in pericolo.
Ma se li lasciava andare...
Il fiato sparì totalmente dai polmoni di Spider-Man.
No... no, no, no, di nuovo no!
-Peter! Elijah!- Michelle piangeva dal terrore, tremando sul posto.
Col volere della maga oscura, Tony fu di nuovo libero. -Non appena verranno investiti dall' acqua, moriranno. Questa volta devi scegliere tu, Tony Stark. O dovrei dire... ancora?- e interruppe l' incantesimo, lasciando cadere nel vuoto Peter ed Elijah intanto che l'onda avanzava impetuosa.
-Vai, Tony!- Steve e tutti quanti fecero il tifo per lui, che schizzò come un razzo per prenderli.
Prenderli entrambi.
Ma Friday gli disse quanto era grosso il rischio, quanto c'era in gioco, quante probabilità ci fossero che sia lui che i due ragazzi finissero travolti dallo tsunami...
E fece l' unica cosa che gli disse di fare il cuore: prese suo figlio e volò in alto prima di essere colpito dall' acqua, lasciando morire Elijah Jones.
Pochi secondi e l' onda svanì così com' era apparsa. Amaranta e Octopus sparirono tra fumo e risate, le persone poterono muoversi nuovamente e la città era completamente devastata.
Il corpo di Elijah venne trovato tra un marciapiede e una strada dai suoi colleghi, che subito tentarono con l' animazione, aiutati da un medico a domicilio che aveva assistito a tutta la scena in mezzo al pubblico.
I poliziotti non volevano lasciarlo andare, non era giusto. Non il loro amico.
Però...
-Niente.- pianse la donna in camice, che era tornata proprio poche ore prima dal lavoro. -Ora del decesso: undici e trentuno.-
M.J. cadde sulle ginocchia e urlò a pieni polmoni la sua ira, la sua tristezza e il suo lutto, piegata in due e piagnucolando senza respiro. Natasha e Bruce la strinsero, dispiaciuti e afflitti.
In cielo, Tony piangeva in silenzio e teneva stretto con la forza dell' armatura un Peter fuori di sé: -Perché l' hai fatto?! Non dovevi farlo di nuovo, non dovevi scegliere di nuovo me!- emise, colpendolo ovunque e scalciando, rivivendo la Thailandia.
Un' altra volta, aveva sacrificato una persona che conosceva e a cui teneva pur di portarlo in salvo.
Un' altra volta, un' anima innocente si ritrovò sulla sua coscienza.
Sono morti. Sono tutti morti pur di salvare me.
L' odio si fece sentire come non faceva da tempo.
Colpa tua, Stark... Sei sempre tu, è colpa tua.
-Ti odio! Non dovevi farlo...- si lasciò andare contro di lui e svenne ancora, privo di forze.
Tony tirò su col naso e gli accarezzò il capo. Se lo meritava tutto, quell' odio. -Mi dispiace... mi dispiace...-
Mi dispiace così tanto.

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Commentate, grazie! :)

-Kitta♡

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