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Peter, sdraiato a pancia in giù sul suo letto e armato di matita, guardò corrucciato il proprio libro di scuola. -Ehm, ripetimi come si legge questa.-
Quinn, seduta sul pavimento e con la schiena poggiata sulla tastiera del letto, voltò il capo per sbirciare dove il ragazzo indicava. -"Onomatopea".-
-Già, giusto. Scusa, con la dislessia fatico a leggerle certe cose.-
-Ma figurati.-
-Tu sei dislessica?-
-Mh? No, io sono solo stupida.-
Peter rise a quell' affermazione e mise da parte i compiti. -Non è vero, non hai neanche un' insufficienza a scuola.-
-Ho lottato tanto per non averne.-
-Ciò dimostra che sei una che si impegna quando lo vuole.- sorrise e le rubò il libro che teneva tra le mani.
-Ehi! Ridammelo!- Quinn si arrampicò sul materasso, allungando la mano per riprendere il libro che il ragazzo si ostinava tanto a tenerle lontano, e finirono sdraiati uno sopra all' altro sui cuscini. Risero di cuore e si fecero il solletico.
Peter rotolò e fece finire la bionda sotto di sé. Buttò a terra il libro e le tolse una ciocca dai bei occhi chiari. -Da quando ho perso i miei poteri, mi sento come penso si senta chiunque altro. Sono stati giorni tranquilli e la cosa mi piace. Mi piace la normalità. E mi piace viverla con te.- parlò piano nel loro silenzio e si chinò a sfiorarle le labbra con le proprie. -E mi piace il fatto che non riesci a non sorridere quando ti bacio, proprio come me.-
La ragazza lo prese per il bavero della maglietta e lo spinse a baciarla con più passione. Lo accarezzò sulla pelle calda e spinse il bacino contro di lui, per un invito esplicito.
E chi era lui per opporsi?
Si spogliarono a vicenda con frenesia, consapevoli di quello che volevano, e finirono sotto le coperte. Non smisero un secondo di baciarsi e Parker si stava drogando del buon profumo di quella ragazza. Quest' ultima dopo un po' gemette e si tenne con forza ad un angolo del comodino vicino a loro, che si spezzò e ruppe per la forza sovrumana di lei. Non poterono non ridere. -Ops.-
-Non importa.- ansimò lui, tornando all' attacco e perdendosi nel suo corpo caldo.
-Ragazzino, dobbiamo parlare di...- Tony si congelò sulla soglia della porta, una mano sulla maniglia.
Merda!
I due ragazzi urlarono e si coprirono col lenzuolo, mentre Stark uscì e sbatté la porta alle sue spalle. -Che cazzo, Peter! Scendete entro cinque minuti, muovetevi!-
Quinn si coprì con le mani il viso, rosso dall' imbarazzo. -Dio, che vergogna! Ci ha beccati proprio mentre...-
-Lo so.- borbottò infastidito il giovane, togliendosi da lei e sedendosi sul materasso. Si passò una mano sulla fronte sudata e iniziò a pensare. -Però ci ha dato cinque minuti. Forse potremmo concludere quello che...-
-Tesoro, farsi beccare a letto con il cocco di Tony Stark dallo stesso Iron Man ha spento tutta la mia libido. Desolata, non pensarci nemmeno.- lo fermò subito alzando un dito, poi si mise in piedi per cercare i propri vestiti.
Peter alzò gli occhi al cielo e cadde di schiena sul materasso che si stava raffreddando. -Non sono il cocco di nessuno.-
-Negare l' evidenza non la rende meno vera.-
-Come il fatto che sei la mia ragazza?-
-Cos...?- il singulto che le era salito in gola le fece fare un verso acuto e non diede più le spalle al coetaneo. Lo inchiodò con lo sguardo. -Io non sono la tua raga...!-
Il sopracciglio alzato di Peter la fece zittire.
-Ok, forse lo sono. Un pochino. Può darsi.-
-Può darsi?- si sedette e si mise i boxer.
-Può darsi.- ripeté lei.
-Mi ami, ma l' idea di stare insieme è un "può darsi"?-
-Non ti sta bene?-
Al ragazzo stava per girare la testa dalla confusione. -Mettiamola così: io sono stato costretto ad ammettere quello che provo per te, tu me l' hai detto perché è vero e ti fidi di me. Come mai vuoi tenermi lontano ed evitare una relazione con me?-
Le labbra carnose della ragazza si separarono più volte nel tentativo di pronunciare una frase di senso compiuto, eppure non riuscì ad emettere nemmeno un fiato. Una volta che si fu arresa, ammise il suo timore. -Perché non sono brava ad essere felice.-
-Che vuoi dire?- chiese e si sedette sul letto con i piedi sul pavimento.
-Andiamo, Parker, mi hai mai visto fare la fidanzatina di qualcuno? Sono un completo disastro con le relazioni, anzi tutta la mia vita fa schifo! E se rovinassi anche quello che abbiamo io e te, non me lo perdonerei mai.-
Peter sbatté le ciglia più volte nella più completa quiete, che si ruppe quando scoppiò a ridere. -La tua vita fa schifo?- domandò retorico, -Dico, ma dov'eri in questi ultimi mesi? "Quando l' orologio a mezzanotte scoccherà, l' incantesimo si compirà...".- canticchiò la previsione che aveva predetto la morte di suo padre.
-So bene che non stai avendo giorni facili nemmeno tu ultimamente e che ti manca Richard, però parlo sul serio riguardo a noi due. Venom è ancora dentro di me, in qualche modo. E se in futuro io mi arrabbiassi così tanto con te da ferirti? O peggio? Ci sono stati giorni, prima che Richard morisse, dove ero talmente infuriata da voler staccare la testa a morsi a qualcuno. Chi ci dice che non possa farlo? Soprattutto, come facciamo a sapere se quel qualcuno non sarai tu?-
Lui si mise in piedi e la prese tra le braccia. -Tu non mi farai niente, chiaro? Ne sono sicuro. Posso capire perché all' inizio non mi hai voluto dire che sei ancora infetta come lo era mio padre, ma i tuoi pesi sono anche i miei adesso, non devi temere di farmi preoccupare. Hai tenuto sotto controllo Venom dall' inizio dell' estate e ti è bastato controllare la rabbia. Devi solo farlo ancora, il tempo che Bruce scopre come liberarti definitivamente. Pure io ho rischiato di far del male a te con la mia forza quando ero ancora Spider-Man, ma continuavo a ripetermi "questa è Quinn, non fare casini". È una questione di controllo. Puoi farcela. Credo in te, da sempre.-
La ragazza sorrise commossa o lo abbracciò di slancio. -Non so cos' ho fatto per averti.-
-Hai rispettato la dieta, non è una cosa da tutti.-
Rise e si strinse di più a lui. -Spiritoso. Non seguo nessuna dieta, non vedi?-
Fingendo di esaminarla come un elemento chimico, emise un verso di affermazione. -Oh, sì, hai ragione. In effetti sei grassa, ma solo perché è oggi.-
-Come?-
-Oggi è giovedì, ricordi?-
-Aah.- illuse di aver compreso chissà quale dilemma universale. -Perché io sono grassa solo il giovedì, giusto?-
-Esatto.- la prese in giro e tornò a unire le loro labbra.

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