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La faccia di M.J. era insuperabile a qualsiasi altra cosa Peter avesse mai visto di divertente. Le aveva mostrato buona parte della torre, ovviamente non quelle aree che a lui erano vietate, e adesso si trovavano nel grande salone e nella cucina open space, dove volevano cucinarsi qualcosa da mangiare. Peccato che Peter non avesse mai usato quella cucina.
-Lei non è autorizzato a cucinare, Mr. Parker. Mr. Stark non vuole che si bruci o tagli.-
-Tra un po' non sarò neanche autorizzato a pisciare!- si lamentò, alzando le braccia e guardando il soffitto. Si appoggiò alla penisola con M.J. che ridacchiava seduta di fronte a lui.
-Le consiglio vivamente di fare attenzione al linguaggio, ordini di Mr. Stark.-
-E io ti consiglio, mio caro Jarvis, di andare a farti fottere!-
Per casa risuonò il trillo di una notifica di un telefono. -Mr. Stark è stato avvisato del suo comportamento.-
-Come?!-
-"Protocollo Lingua Lunga", Mr. Parker.-
-Oh, quanto mi sto divertendo!- rise Michelle, tenendosi al piano e ridendo forte.
Peter divenne rosso in viso, ora non poteva neanche più parlare?
-Il patto era "niente parolacce in sua presenza", lui qui non c'è.-
-Ci sono io e, in quanto invenzione di Mr. Stark, conto. Niente linguaggio scurrile in casa, questa è la vera regola.-
Il ragazzo guardò stupefatto l' amica. -E non me l'ha neanche detto, il vecchio bastardo.-
Trillo. -Seconda notifica.-
-Oh...- imprecò e si passò le mani tra i capelli, -... merda!- trillo, -Cazzo! D'oh!-
Un altro trillo. -Terza e quarta notifica. Mr. Stark mi ha chiesto di avvertirla: quando torna le laverà la bocca col sapone.-
A Peter quasi venne un tic all'occhio. Era insopportabile, diamine.
-Aspetta, voglio provare una cosa.- alzò una mano la ragazza e guardò il soffitto. -Porca puttana.-
Trillo. -Quinta notifica.-
-Che?!- disse acuto e con tono alto il sedicenne, -L'ha detto lei, non io!-
-Il protocollo comprende anche tutti i suoi amici maleducati che lei porta in casa.-
-Oh, ma cos'è, un incubo...?- sospirò e gli venne un brutto presentimento quando Michelle gli sorrise in modo provocatorio. -M.J., no. No, no, no, ti prego, non farmi questo!-
Troppo tardi, la sua migliore amica quasi si mise a cantare. -Bastardo deficiente, mongolo demente, figlio di troia che lo prende in culo. Vai a cagar!-
Tanti trilli. -Dieci notifiche.-
Peter desiderò fortemente staccarle la testa a morsi. -Brutta stronza...- gli sfuggì e si sentì un nuovo trillo. -No, merda! Cazzo! Aaaah!-
Tre trilli di seguito. -Tredici notifiche. Mr. Stark si è fermato a un negozio di saponi.-
Michelle per poco non cadde dalla sedia dal ridere. -Sì, mi divertirò da morire con questo!-
-Già, a mie spese. Gran bella amica.- sollevò un sopracciglio scettico e andò ad aprire il frigo. Prese le uova, il sale, pepe e olio extravergine d'oliva. -Tu fa' come vuoi, io ho fame e mi faccio una frittata.-
-Mr. Stark sarà avvisato dell'uso della cucina senza il suo consenso.-
Peter fece il medio senza alzare lo sguardo dai suoi ingredienti e ringhiò al suono del trillo. -Oh, andiamo!-
-Ehi, Billy, quello come te lo sei fatto? Non l'avevo notato.-
Il ragazzo seguì lo sguardo di M.J. e arrossì, ricordandosi della ferita alla mano che si era procurato il giorno prima. -Ehm... niente di che.-
Lei esaminò il bendaggio. -Sicuro? A me non sembra.-
-Sto bene.-
Michelle si morse le labbra, un dubbio orribile le si insinuò nella mente. -È... è stato lui? Stark, dico.-
Peter sentì un freddo oscuro invadergli il corpo. Prima i fratelli Kenny e ora M.J.? Perché tutti pensavano che Stark fosse un violento?
-No, cosa credi? Non mi ha mai sfiorato con un dito, anzi...- non ebbe il coraggio di finire la frase.
Dire che un uomo rispettato e ben voluto come Tony Stark l'avesse baciato sulla testa e stretto nel sonno sul divano era come dare un calcio in culo alla sua dignità.
M.J. assunse una smorfia interessata. -Anzi...?-
-Non voglio parlarne, però ti assicuro che non mi ha mai fatto del male.-
La sua migliore amica era comica nella sua curiosa espressione non fiduciosa, sapeva che era solo preoccupata per lui e la cosa gli piaceva. Gli piaceva che ci tenesse quanto lui teneva a lei.
-Ok, stavolta te la do per buona. Ma se vedo altre lacerazioni su di te, cazzo...- trillo, -... e scopro che in qualche modo c'entra Stark, porca troia...- altro trillo, -... siete morti entrambi. Tu per avermi mentito e lui per averti anche solo minimamente sfiorato, gran figlio di puttana.- e terzo trillo. Diceva le imprecazioni con calma, come se stesse dicendo le eventuali previsioni del tempo.
Peter si imbrociò. -Lo stai facendo apposta, vero?-
-Dio, certo che no, porco cane.- negò, seguita dal quarto trillo.
-Diciotto notifiche.-
Michelle sorrise apertamente, mostrando i denti e fingendo un'aria innocente. -Tornando a noi, ahm... com'è finita con la sospensione?-
A Parker si illuminò una lampadina in testa. Si era talmente incavolato con Tony che si era scordato della rissa e delle conseguenze.
Ruppe le uova, mise l'olio e accese il fuoco dei fornelli. -Sai che non lo so? Stark non mi ha detto come l' ha risolta con la scuola. So solo che sono nella mer... nei guai. Flash l' ha visto mentre mi portava via.-
Michelle di colpo parve accendersi. -Cavolo, non è venuto a scuola oggi! Pensi che sia stato messo a tacere?-
-Da Stark? No, non farebbe mai... ok, forse. Però dai, avrebbero già detto in giro che è sparito, no?- blaterò poco concentrato, continuando a cucinare.
In risposta, lei fece spallucce. -Può darsi. E poi chi ci dice che non stia programmando qualcosa lui stesso per dire a tutta la scuola il tuo segreto? Ossia che vivi col miliardario più richiesto al mondo?-
Girò la frittata nella padella. -Dovrà vedersela con me se ci prova.-
-Eh no, caro mio. Una rissa può passare se hai dalla tua parte testa-di-latta, ma due? Torni in presidenza a suon di marcia funebre.-
Peter mise il loro pranzo in un piatto e lo lasciò raffreddare, prendendo poi una forchetta. Ne offrì una seconda alla ragazza e lei rifiutò, aveva già mangiato a scuola. -Va bene, ho capito, ho capito...-
-Sarà meglio, porco Iron Man.-
Due trilli. -Questa valeva doppio.-
-Ma vogliamo scherzare?- urlò il giovane più al Signore che all'A.I. e, stanco morto di quella storia, prese dello scotch da uno dei cassetti e sigillò la bocca di M.J., la quale non smise di ridere e lo lasciò fare.
Rimasero in silenzio per un circa un quarto d'ora, con lui che mangiava e lei che chattava al telefono, probabilmente col fratello. Non si era ancora tolta il nastro adesivo dalle labbra, probabilmente non voleva disturbare o infastidire nuovamente l'amico. Peter mise a lavare piatto e posate, poi il tempo di mettersi a sedere davanti a Michelle che gli arrivò un messaggio.
"Voglio riprendere il nostro appuntamento del mercoledì notte".
Nel leggere quelle parole, gli si rizzarono i capelli più corti sulla nuca. Quinn Kenny voleva di nuovo...? Wow, e pensare che dopo quella loro pausa ad Ottobre non avevano più ripreso.
"Non volevi concentrarti sullo studio?".
"Che si fotta lo studio, i miei genitori e i miei fratelli. Sono stressata e so che lo sei anche tu. Ci stai o no?".
Bene, a questo punto doveva sul serio trovare un modo per uscire il mercoledì sera e una scusa per non dormire alla torre. Perché sì, diavolo, aveva anche lui un gran bisogno di una notte con lei.
"Sono tutto tuo se tu sei tutta mia".
"Andata. I miei fratelli danno una festa proprio quel giorno, questa settimana. Puoi dire che esci con amici, stai da loro la notte e torni a casa prima dell' alba. Stark non se ne accorgerà".
Peter suppose l'idea. Mentire a Stark, uscire con gente poco raccomandabile all'insaputa di Stark, stare fuori tutta la notte...
Sì, erano parecchie regole violate. Se l'avesse fatto, altro che punizione!
E se... avesse provato a chiedergli il permesso? Ma in quale vita? La risposta sarebbe sempre stata no.
Mentirgli usando M.J. come scusa? Seh, ci sarebbe cascato?
Doveva trovare una soluzione, per nulla al mondo si sarebbe perso una serata con quella bella bionda.
Un borbottio gli fece alzare il viso. -Che hai detto?-
Finalmente, la bruna si liberò la bocca. -Ho detto, chi ti scrive a quest'ora?-
Questa domanda gliene causò un'altra. Michelle sarebbe stata gelosa? -Quinn Kenny. Vuole riprendere i nostri incontri del mercoledì.-
Secondi di silenzio dove non si sentiva assolutamente niente, poi... un verso disinteressato. -Bene, ok.-
Tutto qui? "Ok"?
-A te non... dà fastidio?-
-Perché dovrebbe? Finché non interferisce con la Prank Week, sono apposto.- sorrise e tornò con gli occhi sullo schermo del suo telefono.
Certo, ovvio, la loro Prank Week... contava solo questo. I loro giochetti d'amici e basta.
Decise di osare di più. -Se non vuoi che vada, dimmelo. Prima ci sarà una delle loro feste, so che le detesti, d'altro canto potresti trovarti anche bene...-
-Senti un po', ragnetto, non me ne frega di te e dei tuoi amichetti del South Bronx, d'accordo? Vuoi andare alle loro feste? Fallo. Vuoi bere fino a vomitare? Chi ti ferma? E se vuoi scoparti quella strafattona bionda ogni mercoledì per sentirti meglio con la tua rabbia, di certo non starò lì a guardare e a godermi lo spettacolo.- lo attaccò con aria funesta, quasi pronta per buttarlo a terra e picchiarlo a sangue. Si ritirò successivamente nella sua posizione iniziale e si concentrò per la decima volta sul cellulare.
Peter deglutì. Mmh, sì, forse un po' era gelosa.
Ma loro non erano niente, giusto? Insomma, niente poteva impedirgli di divertirsi con Quinn. Vero?
Non gli piacque affatto il broncio che M.J. gli tenne. Così, sapendo di rischiare le botte, le schizzò con le dita un po' d'acqua dal bicchiere. Sia per provocarla che per riavere la sua attenzione. Lei, in tutta risposta, rispose al fuoco col fuoco. O meglio, all'acqua con l'acqua.
E l' acqua divenne olio, che divenne farina, che venne poi raggiunta da sale, zucchero e uova.
Nel bel mezzo della loro guerra in cucina - totalmente sporca -, vennero risvegliati da un urlo. -Ma che ca...?-
Lei, con in mano un uovo, e lui, con un pugno di farina, scattarono con le teste in direzione dell' ascensore. Gli Avengers li guardavano straniti.
Peter per poco non divenne color porpora, talmente era imbarazzato, e lo stesso M.J., la quale salutò timidamente con una mano. -Ehm... ciao.-
-Be', ciao a te.- fece Bruce con voce solenne. -Che sta succedendo qui?-
-Ahm... ecco...- balbettò lei e Peter smorzò la tensione. -Questo è... un Art Attack!-
A differenza degli adulti che non capirano la citazione, Michelle scoppiò in una grossa risata e si tenette alla penisola.
-Io direi piuttosto un "heart attack", per me.- si fece avanti Tony, che era rimasto leggermente indietro rispetto agli altri. Il suo sguardo, per nulla divertito, fissò il ragazzo. -Per quanto riguarda te, faremo i conti più tardi. Sia per la cucina, che per le notifiche che ho ricevuto da Jarvis.-
Il sedicenne aprì bocca per dire che la maggior parte di quegli avvisi non erano neanche opera sua, però capì che non sarebbe servito a niente tentare di salvarsi la pelle comunque.
Con un sospiro, indicò a Tony la sua amica e fece in fretta le presentazioni. -Comunque, Tony Stark, Michelle Jones. M.J., Tony Stark. Avengers, Michelle. M.J., la squadra.-
-Più categorico di così, eh, ragazzino?- parlò franco Tony, porgendo la mano alla ragazza. -Piacere.- lo disse, ma non lo provò. C'era qualcosa in lei che non gli piaceva.
Infatti gli strinse la mano talmente forte da fargli provare un lieve dolore. -Il piacere è tutto mio.-
I due si guardarono in cagnesco per un breve lasso di tempo, prima che si lasciassero andare a vicenda. -Bene, ora che ne dite di pulire il disastro che avete combinato? E tu, Pete, dovevi dirmelo che invitavi la tua amica.-
-Cosa? No, aspetti, le regole prevedono che io non porti nessuno dalle dieci di sera fino alle sei o qualcosa del genere.-
-Sì, ma se c'è un estraneo in casa mia gradirei saperlo. Questo posto è pieno di roba che costa più di tutte le mie auto messe assieme, non posso correre rischi.-
-Io non devo avvisarla di nulla, proprio come lei non mi ha avvisato che Jarvis tiene conto di ogni mia imprecazione!-
-Ascolta un po', tu, piccolo...-
-Ragazzi!- li richiamò all'ordine Natasha, facendo un cenno a Michelle. Non era il caso di dare spettacolo.
Peter rilasciò l'aria. -Scusa, M.J.-
-Tranquillo, te l'ho detto, i litigi mi fanno solo divertire.- gli poggiò amichevolmente una mano sulla spalla, gesto che a Tony non sfuggì.
Con una mossa fulminea, si mise in mezzo a loro e li separò. -Che ne dite, allora, di iniziare a spazzare?-
-Io avrei un'altra idea.- lo interruppe Steve, facendo qualche passo avanti. -Michelle? Credo sia il momento che tu vada a casa, dobbiamo parlare di questioni importanti e private. Peter? Falle usare la tua doccia e prestale dei vestiti puliti, poi lavati anche tu e torna qui. Nel frattempo, puliremo noi.-
La mascella di Tony quasi colpì il pavimento. Lui... lui aveva osato... davvero?
-Va bene, Steve.-
Oh, e a lui dava retta! E certo!
-Sì, fate la doccia, ma separati!- gridò dietro agli adolescenti mentre correvano al piano di sopra. Due secondi dopo, prese Steve da parte. -Come ti sei permesso di farlo contraddire a un mio ordine? È mio figlio, gli sto insegnando a portarmi rispetto e tu che fai? Mi tradisci!-
-Tony, no, è meglio così. Fidati. Lei deve andarsene.-
-Su questo sono d'accordo.-
-Già, ma tu l'hai fatto per gelosia, io l'ho fatto per proteggere lei.-
Tony corrugò la fronte. -Di che stai parlando?-
-Non l'hai sentito il suo nome? Jones, Michelle Jones. Ti dice niente?-
All'uomo si congelò la faccia dall'espressione spaventata e comprensiva che assunse. -Louisa Michelle Jones e consorte...-
-Tombola.- gli battè una mano sul petto.
-Come ho fatto a non accorgermene in tutti questi anni? Sono sempre stato così preso da Peter, Dio Santo. La neonata nella macchina... era lei?-
-A questo punto credo di sì, ci sono troppe coincidenze in questa storia.-
-E adesso anche lei è coinvolta.-
Passarono venti minuti prima che M.J. lasciasse la torre con una sacca piena dei suoi abiti sporchi e i vestiti di Peter addosso e, quando anche quest'ultimo fu in salone con gli altri, apparve di colpo Anya con una luce accecante.
-Scusate se spunto così di soppiatto, ho delle novità. Sono stata a Manhattan e a Brooklyn, mia sorella non è...- le parole non uscirono più e il cuore saltò un battito alla vista del ragazzo.
Senza esitazioni, gli corse incontro e lo strinse a sé. -Peter! Finalmente ti conosco.-
Lui, confuso, la osservò e l'allontanò. -Scusa, ma... chi sei? E da dove cavolo sei saltata fuori? Cioè, prima non c'eri e adesso sì!-
-Io sono... ehm...- fissò Tony e decise che era il caso di non proteggerlo stavolta, Peter meritava un cenno di verità. -Mi chiamo Anya e sono una Magissa. Conoscevo i tuoi genitori.-

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-Kitta♡

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