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-Andiamo, puoi fare di meglio.-
-Guardi che lei è più negato di me. E poi sono certo che stia imbrogliando.- annuì sicuro Peter, alzando un sopracciglio. Tony, seduto con le gambe incrociate di fronte a lui e sullo stesso divano, fa diventare le sue labbra una linea retta. -Vuoi davvero accusarmi di un reato tanto grave? Lei è perfido, Mr. Parker. Avanti, riprova.-
Il ragazzo ruotò gli occhi e sbuffò, sorridendo. Stark lanciò in aria l' ennesima caramella e stavolta riuscì a prenderla con la bocca. Guardò la persona davanti a sé che batté le mani. -Visto che ce l' hai fatta?-
-Sta solo approfittando del fatto che ho le mani legate, così le deve lanciare lei.-
-Non si parla con la bocca piena, signorino.-
Peter ingoiò il dolcetto gelatinoso, gommoso e alla frutta, prima di ghignare. -Ok, posso anche dire che le do un vantaggio e sta sbagliando nell' alzare le mie. Dopotutto, la vista ad una certa età può anche fare cilecca.-
Tony restò con gli occhi sgranati e la bocca spalancata. -Ti lascio da solo neanche mezz'ora sotto la doccia e ti ritrovo più pestifero di prima? D'accordo, da domani sul serio non ti mollo un secondo, monello.- lo rimproverò per gioco e gli chiuse il naso tra indice e medio. Peter rise e scosse la testa per liberarsi. -Può alzare il volume?-
-Jarvis, hai sentito?-
-Come Mr. Parker desidera.-
La musica aumentò di potenza e l' adolescente si mosse a ritmo.
-Ripetimi un po', chi sono questi?-
Peter non credette alle proprie orecchie. -Che?! Vorrà scherzare? Non conosce i Thousand Foot Krutch? Questa è Complicate You, una delle più belle canzoni rock in assoluto.-
L' uomo gli puntò un dito contro, -Adesso non esagerare.-
-Va bene, sicuramente non è all' altezza dei Metallica o non ha la potenza di Welcome To The Jungle dei Guns'n'Roses, però è lo stesso bellissima.-
-Ora ci siamo. Inoltre, concordo, i GNR hanno senz'altro fatto un capolavoro con quella. Hai buoni gusti, ragazzino, pensavo di doverti istruire. Se ti interessa, ho dei filmati di concerti loro, dei Metallica, degli Iron Maiden, dei Queen e degli AC/DC dagli anni ottanta ad oggi.-
Il figlio parve sprizzare gioia e scintille da tutti i pori. -Veramente?! Oddio, sì, certo che mi piacerebbe vederli!-
-Jarvis, scarica le registrazioni dette sul computer di Peter.-
-Procedo subito, signore.-
Altra caramella, presa al volo tra le labbra di Tony. -Sta' attento con il nodo, rischi di farti male ai polsi e alla pelle.-
Lui annuì e cambiò in fretta argomento: -Possiamo andare nel laboratorio? Mi sto annoiando.-
-Nah-ah, l' ultima volta ti sei fatto male, tu lì dentro non ci metti più piede.-
Peter fece un verso scocciato. -Non è giusto, dai, sempre meglio di starcene qui a ingozzarci di schifezze. Cosa direbbe il patriottico Captain America se scoprisse che mi lascia mangiare i dolci prima di cena?-
Il più maturo - si fa per dire - dei due piegò il capo di lato, sentendosi provocato. -Ma tu da che parte stai, piccolo ragnetto insolente?!- gli saltò addosso, trascinandoselo in grembo e facendogli il solletico. Non si fermò nemmeno quando Peter prese a gridare le sue risa e le caramelle caddero a terra nella busta. Lo morse con le labbra sul collo morbido e sulla spalla.
-No, no, per favore, no! Di nuovo no!- tentò la fuga da quelle braccia che lo tenevano imprigionato senza successo e si nascose per protezione contro di lui. Tony gli baciò la testa, -Gli altri dovrebbero arrivare in tempo per la cena, ce la fai a non fare danni mentre cucino? Ti lascio la tv accesa.-
-Promesso.- borbottò contro la sua maglietta.
Lo lasciò andare sul divano e accese la tv, mettendo su un canale che sapeva il ragazzo guardava sempre. Mentre cucinava della pasta, lanciava occhiate al figlio. -Come ti sta andando a scuola, genietto?-
-Ehm, bene, credo.- parlò senza pensarci, sapeva di aver fatto schifo all' ultima verifica del professor Gillian.
-Sbaglio o tra un po' c'è il ballo di fine anno? Devo comprarti uno smocking?-
Peter divenne bianco come un cencio e serrò le palpebre. Ecco cosa si era scordato! Sentiva sempre una vocina in testa, nelle ultime settimane, che si faceva sentire tutte le volte che era vicino a M.J. Non l' aveva invitata ancora nessuno, vero? Era normale per due migliori amici andare al ballo insieme, no? E perché lei non aveva ancora risposto al suo dannatissimo messaggio vocale?!
-Non ce n'è bisogno, Mr. Stark, tanto non saprei nemmeno con chi andarci.-
-Be', non so te, ma ai miei tempi, se non si sapeva chi invitare, ci si andava con la propria cricca di amici.-
-Ha davvero detto "cricca"?- ridacchiò, -E sul serio mi ci lascerebbe andare?-
Tony sorrise e abbassò le sopracciglia scure. -Certo che sì... con Happy che ti accompagna e ti tiene d'occhio da dentro la macchina con tanto di binocolo.-
Soprattutto controlla la tua "amica". Col cavolo che mi fido a lasciarti da solo con lei... o con qualsiasi altra ragazza!
Peter lasciò cadere la testa sullo schienale ed emise un verso infastidito. -Oh, Mr. Stark!- si lagnò, se avesse avuto le mani libere se le sarebbe portate sulla faccia. Non era possibile che fosse così assillante!
-Non è negoziabile!- lo avvertì prima che iniziasse a lamentarsi.
-Per favore, è ridicolo! Come se non bastasse, ovviamente Happy non vorrà farlo.-
-Happy viene pagato per fare quello che gli chiedo ed è un mio amico. Ti starà attaccato tutta la sera, appuntamento o meno.-
Che fregatura...
Il giovane prese un respiro profondo per non urlare. -Senta, voglio invitare al ballo M.J. e se mi porto dietro la guardia del corpo ci faccio una figura orribile! Non le ho mai chiesto niente, lei non fa mai niente per me, può concedermi almeno questo?-
La testa di Stark sembrò cadere di una tacca assieme alle spalle mentre se ne stava poggiato con le mani alla penisola. -Scusami?! Io non farei mai niente per te?! Ti ho dato una casa, del cibo...!-
-Lo sa cosa voglio dire! Si fa sempre come vuole lei, ma se desidero qualcosa io lei si inventa un giochetto di sana pianta e mi impedisce qualunque cosa!-
E il figlio riuscì a farlo rimanere senz'aria per la miliardesima volta.
Uno a zero, Spider-Man.
-D'accordo. Sì, hai ragione, almeno su questo hai ragione. Hai la mia parola che quando vorrai qualcosa, seriamente qualcosa, ci penserò evitando secondi fini. Contento?-
Le sopracciglia di Peter saltarono dall'andare su. Wow, be'... questo sì che è un cambiamento. -Va bene. Penserò a cosa voglio, allora.-
Un' ora dopo, la cena era pronta e gli Avengers erano tornati, un po' ammaccati per via di Toomes. Mentre Tony parlava con Rhodey e Nat, si distrasse dall' osservare Peter, il quale, con occhi ammalianti, ascoltava Thor. Il Dio gli stava raccontando per filo e per segno una delle guerre più importanti di Asgard, a cui lui stesso aveva partecipato.
Tutte le volte che lo contemplava, pareva scordarsi quanto l' amasse... e poi l' amore tornava; più forte, nuovo, possente e invincibile. Non poteva evitare che il suo cuore battesse forte persino mentre litigavano. Gli era impossibile non amarlo.
Ti voglio bene, Petey-pie.
Iron Man sorrise, Peter stava imparando finalmente ad essere felice con questa nuova famiglia. Magari poteva effettivamente pensare a un modo per dirgli tutta la verità su di lui e i coniugi Parker. Già, doveva solo capire quando fosse il momento migliore.

Tony fissa turbato la donna nel taxi, Mary Parker, la quale non toglie gli occhi da davanti a sé. Richard gli si para di fronte. -Grazie per tutto quello che hai tentato di fare, anche per esserci stato vicino.-
Stark rimane col fiato sospeso e gli stringe la mano. Lo avvicina di più a sé per potergli parlare sottovoce: -Ero serio riguardo al siero, Rich. Potrebbe funzionare.-
-Come non potrebbe. Mary è già abbastanza stressata, il medico le ha prescritto una pasticca di vitamine da prendere tutti i giorni, le ha prenotato altre due visite e stanno già programmando il parto del piccolo. Non posso e non voglio metterla sotto pressione ancor di più.-
Il miliardario sente un pugno nello stomaco quando realizza che non c'è modo di far cambiare loro idea, che suo figlio soffrirà e poi morirà. Lui non potrà mai viverlo, amarlo come vorrebbe, e Richard non saprà mai la verità.
-Ma certo, lo comprendo. Siete voi i genitori, saprete cos' è meglio per lui.-
-Grazie.- il suo amico gli sorride triste e lo abbraccia con leggerezza, -Ci vediamo domani.- e lo lascia solo, salendo sul taxi con la moglie.
Tony li osserva andare via e rientra nella Stark Tower con passo pesante. Sente un peso inequivocabile sulle spalle, un dolore mortale lo attanaglia in petto, lo stesso che ha sentito quando ha saputo della morte dei suoi genitori.
I suoi genitori.
Suo padre...
Si ricorda così, in modo inatteso, di una litigata avuta con suo padre nell' ottantanove. E ricorda perfettamente una frase che gli ha urlato addosso: "Se Dio mi darà mai la grazia, il dono, di avere un figlio mio, a differenza tua, lo venererò ogni sacro santo giorno della mia vita! Questo è quello che un padre dovrebbe fare!".
E invece non può. Non con questo bambino.
E Tony sente di non volerne un altro, che se non ha questo non potrà mai più averne altri. Il suo piccolo non ha neanche un nome ancora...
No, lui... lui non può lasciare che questo avvenga. Deve fare qualcosa, cazzo!
In ascensore, piange. Si libera un po' dalle catene che questo giorno gli ha legato addiruttura intorno al collo. Le porte si aprono dopo poco e si dirige nel suo studio, dove trova una donna.
Una meravigliosa donna: capelli lunghi color biondo-fragola, alta e occhi azzurri. È in piedi su dei vertiginosi tacchi bianchi, vestita in modo elegante, intenta ad osservare il paesaggio fuori dalla vetrata.
Velocemente, l' uomo si asciuga gli occhi bagnati. -Mi perdoni, è stata una bruttissima giornata. Lei deve essere la nuova assistente, suppongo. Sa già chi sono, quindi se vuole presentarsi...-
-Accidenti, non sei cambiato per niente, Tony.- sorride calma lei, andandogli incontro con grazia degna di una pantera. -Stesso carattere, stessi modi. Tuttavia, è sempre stato questo ad attrarmi di te. Oltre al tuo immenso cervello da inventore.-
I capelli quasi non gli si rizzano sulla nuca. Conosce questa voce, questo modo di fare... conosce lei. -Virginia? Oddio... quanti anni sono passati, dieci? Come ho fatto a non sapere che tu... Però ti sei segnata col nome...-
-Pepper.- lo interrompe, il sorriso non molla mai le sue belle labbra rosse. -Mi faccio chiamare Pepper adesso.-
Per pochi secondi, il buio nel cuore di Tony sparisce, e bacia con delicatezza il palmo della donna. -Pepper... mi piace.- dopo di che, senza che ci sia bisogno di alcun invito, si scambiano un bacio pieno di passione.
Tony Stark ha ritrovato la sua ragazza del liceo, colei alla quale voleva chiedere di sposarlo prima che il lavoro di entrambi li separasse e lei si trasferisse.

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-Kitta♡

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