Bruce Banner entrò nel salone illuminato solo dalle luci della città, provenienti dell' enorme vetrata laterale, e si diresse verso la cucina. Aprì il frigo e ne tirò fuori una bottiglia d' acqua, versando poi il contenuto in un bicchiere di vetro. Bevve a gran sorsi e sospirò, massaggiandosi la fronte dolorante. Nel combattimento di quel giorno, "l'altro tizio" si era preso una gran botta in testa e adesso lui ne stava pagando le conseguenze. Potevano starsene buoni, almeno in Europa?!
-Alla buon'ora.-
Lo scienziato sussultò e si voltò di scatto. A qualche metro da lui, sul divano, Tony Stark stringeva a sé il corpo addormentato di Peter Parker e l'osservava con occhi stranamente svegli. A Bruce ricordò molto la scena de "Il Padrino" con lui col gatto seduto alla poltrona.
-Cristo Santo, Tony.- sussurrò, avvicinandosi a loro. -Che stai facendo? Da quanto tempo siete qui?-
-Qualche ora.- rispose tranquillamente, accarezzando i capelli del figlio. L' altro braccio lo stringeva intorno al suo corpo, circondandogli la schiena. -Ci sei solo tu?-
-Sì, gli altri arrivano entro domattina. Steve è andato a fare rapporto allo S.H.I.E.L.D e a Nick. Cos' è successo?- domandò sedendosi all' altro divano e il più possibile vicino a loro, il gomito poggiato al bracciolo per sostenersi.
Tony prese un respiro profondo e puntò lo sguardo sul ragazzino che dormiva beatamente tra le sue braccia. -Abbiamo litigato e l' ho sfinito con le mie urla. Sto tentando di capirlo come posso.-
-Portalo a letto per prima cosa, rischia di svegliarsi.-
-No, dorme come un ghiro. Non lo sveglia niente.- ridacchiò e accarezzò con un dito la guancia morbida di Peter. -È così dolce...-
-Solo quando dorme, a quanto pare.- sorrise leggermente Bruce, anche lui intento a scrutare quell' uragano dormiente. -Intenderai mai dirgli la verità?-
-Non posso farlo, non sopravvivrebbe dal dolore.-
-Ma che stai dicendo?- fece una smorfia confusa il suo amico, -È forte, ce la farà. Nessuno ti sta dando la colpa per quello che hai fatto, lo sai.-
-Lui lo farà. Credimi, mi starà lontano.- lo guardò negli occhi e sentì come una morsa stringergli il cuore, -Non posso perderlo ancora.-
-Tony, svegliati.- fece con tono ovvio Bruce, allungando una mano verso di lui. -Gli sei stato lontano per sedici anni, l' unica cosa che te lo rendeva vicino era il chip. È cresciuto senza un padre, tu sai cosa si prova, potevi evitarglielo. Comprendiamo tutti perché il sapere lo renderebbe intrattabile ancora più di adesso, ma Tony... hai fatto quello che dovevi fare.-
Il milionario passò lo sguardo dall' Avenger al figlio, il senso di colpa per quello che era veramente accaduto gli fece quasi fischiare le orecchie. Cullò di poco il ragazzo che si rannicchiò ancora di più contro il suo petto, il naso sfiorava il suo Reattore Arc. -Ho bisogno di dirti una cosa, ma non lo deve sapere nessuno. Tanto meno Steve, mi ammazzerebbe.-
Il dottore sentì un brivido percorrergli la schiena, succedeva sempre quando si trattava dell' inarrestabile e sventurato Iron Man. -Anthony Edward Stark, per l' amor del cielo, che cos' hai fatto?-
Le pupille scure del proprietario della torre guardarono dappertutto, tranne la faccia di Bruce. -Non è vero che gli sono stato lontano per sedici anni.-
La versione reale e più verde di "Dottor Jekyll e Mr. Hyde" boccheggiò svariate volte nella confusione e quando l' illuminazione lo accolse per poco non urlò: -Tu... tu gli hai fatto visita di nascosto!-
-Shhh!- lo ammonì, facendogli cenno con la testa a Peter. -Parla piano, ci ho messo due ore per farlo addormentare!-
-Come hai potuto?!- gridò in risposta sibilando con voce graffiata, -Tu sei pazzo, quand' è successo?!-
-Aveva sì e no quattro anni quando mi vedeva di giorno e poi ho preso l' abitudine di entrare in camera sua con l' armatura la notte.-
-Oh, per Giove... Non lo sai che i ricordi iniziano a formarsi proprio durante quella fascia d'età? Se si ricorda anche solo la minima cosa, se capisce o inizia a sospettare, siamo tutti spacciati!-
-Be', scusa tanto se non sono riuscito a stare lontano da mio figlio! May e Ben erano d'accordo, andavo da loro e per Peter ero una specie di compagno di giochi. Non ho mai lasciato che mi chiamasse papà, l' avrei traumatizzato senz' altro.-
-Oh, sei proprio un idiota.- si sfregò le palpebre appesantite dalla stanchezza Bruce, -Giuro su Dio che se per colpa tua inizia a ricordare...-
-Non lo farà.-
-Lo dici tu, eppure sogna tutte le notti quel mostro dalle ali meccaniche. Dimmi un po' Tony, com'è possibile che si ricordi dell' Avvoltoio se l'ultima volta che l'ha visto aveva a malapena tre settimane?-
-Quella è un' altra storia, sono ricordi legati alla morte di Richard.-
-Balle, Stark.- Bruce scosse il capo con un sorrisetto ironico, -Non è umanamente possibile. Ti dico io cos'è, sono i suoi poteri. Più cresce, più si potenziano, più i suoi ricordi rischiano di venire a galla. È nel suo sangue, circola nel suo corpo ed è tutto collegato. Steve ci ha detto quello che gli hai comunicato tu, sappiamo che oggi è stato male. Non era un mal di testa qualunque.-
La mano di Tony strinse possessivamente la maglietta del figlio, come una fune di salvataggio. -Cosa pensi che sia?- chiese, non molto sicuro di volerlo sapere.
Bruce si morse preoccupato il labbro. -Dato che studio Peter per tuo consenso sin dalla sua nascita, ho due opzioni: tutto il suo corpo si sta sforzando per spazzare via la sofferenza dovuta al suo passato e ciò lo fa soffrire o... la sua parte umana si sta ribellando alla parte di ragno.-
A Tony non piaceva nessuna delle due, inutile dirlo. -Potrebbe essere un problema? Potrebbe stare male ancora o peggio?-
-Questo non te lo so dire, le sue capacità sono costantemente in evoluzione e fatico a tenere il passo.- gesticolò Bruce, concentrato nell' analizzare il ragazzo perduto nel mondo dei sogni.
-Bruce, ti scongiuro, fagli delle analisi, dei prelievi, fagli tutto quello che vuoi ma cerca di farlo stare bene.-
L' uomo dai capelli sale e pepe lo guardò sbalordito e decise di prendere due piccioni con una fava: -La frase "fagli tutto quello che vuoi" include anche togliergli il chip?-
Il viso di Tony si contrasse e quasi fece paura a Bruce, talmente era arrabbiato. -Vi siete messi d'accordo, per caso? Ficcatevelo in quelle vostre testacce o dove volete voi, non lo permetterò mai!-
-Pensi che non lo sappia perché non lo vuoi fare? Pensi che ci siamo scordati tutti il motivo per cui gliel' hai fatto mettere?-
-Penso che tu non sappia cosa vuol dire avere un figlio e temere di non riuscire a proteggerlo.-
Banner trasalì e Stark capì subito di aver detto la cosa sbagliata. Conosceva bene la situazione del suo amico e che per via delle sue continue trasformazioni non poteva procreare, non vi era perciò alcuna opportunità per lui di diventare padre. Ma non era in alcun modo colpa sua.
-Bruce, io...- si bloccò quando l'uomo si alzò dal divano.
-No. No, no, no, non disturbarti, hai ragione. Io non ho un ragazzino da comandare, sottomettere e manovrare, e sinceramente di questo ne ringrazio il cielo ogni giorno.-
-Non faccio mica questo con lui...!-
-Illudi te stesso, Tony!- lo interruppe, troneggiando su di lui e piegandosi di poco per guardarlo in faccia. -Lo abbiamo capito che Howard non è stato né un buon padre né un buon esempio per te, ma tu stai facendo di peggio. Lo stai facendo vivere in una bugia grande quanto questa torre e continui a rimandare l' inevitabile tenendo la bocca chiusa. Ho una notizia per te riguardo a questa cosa: il karma, prima o poi, torna a batter cassa. Siamo amici, ne abbiamo passate tante in questi anni; il tuo rapimento, la mia trasformazione, Loki che attaccava New York con i chitauri, Ultron e il disastro in Sokovia, la guerra tra te e Steve per Bucky, Adrian Toomes che perdeva la testa e diventava l' Avvoltoio... però ti assicuro che se non parli con lui prima che scopra tutto da solo, io la chiudo qui. Basta Avengers, basta squadra, basta missioni e soprattutto basta menzogne. Lo vedi quel ragazzo che stai tenendo in braccio?- indicò il giovane chiamato in causa, -È un tesoro prezioso, il tuo tesoro. Avrà sedici anni una sola volta, capisci cosa intendo? Ti sei già perso la sua infanzia, vuoi perdere altro? Da quando vive qui è sempre triste, tu e le tue regole del cavolo per tenertelo vicino. Forse non sarò un padre e nessuna delle mie lauree è all' altezza del compito che hai tu con lui, però sono abbastanza intelligente da capire che stai sbagliando. Sii uomo e riprenditi tuo figlio, seriamente stavolta. È ciò che farei io se fossi al tuo posto.- concluse il suo monologo e lo lasciò solo, ritirandosi nella sua stanza.
Tony era rimasto senza parole, spiazzato e continuava a risentire in testa ogni cosa detta da Bruce. Ora sì che si sentiva uno stronzo. Ma perché i sentimenti erano così complicati? Perché suo figlio non poteva essere come le sue macchine, con il manuale d'istruzioni e il pulsante "on/off"?
Ammirò con amore la faccia rilassata di Peter, per niente contratta a causa di un qualche incubo e di questo ne fu felice. Doveva veramente imparare come si faceva a fare il padre.
E se il metodo giusto non esiste?
Con la mano, strinse quella del ragazzo. Non poteva deluderlo, meritava tutta la felicità che era in grado di dargli. Si sarebbe fatto perdonare in ogni modo, per tutte le cose orribili che gli aveva fatto, nonostante lui non ne fosse a conoscenza.
Dio, necessitava proprio di ripulirsi la coscienza. Avrebbe dovuto dire tutto a Peter, tutto quanto. Però come?
Decidendo che oramai era tardi per parlarne quel giorno e sapendo bene che sia lui che il ragazzino erano stanchi, rimase su quel divano a stringerlo ancora po', solo altri cinque minuti... che divennero mezz'ora.
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The Hero's Secret
FanfictionDedicato a chiunque non abbia un buon rapporto col padre. Se non avete mai visto i film della Marvel, ATTENTI AGLI SPOILER. Contiene le storie: • Iron Dad • Spider Son • Magissa Peter Parker non è altro che un sedicenne del Queens, New York, che des...