Steve entra nell' ascensore assieme al resto della sua squadra e Clint preme il pulsante che porta al salone.
-A voi ha detto perché ci ha chiamati tutti quanti?-
-No, a me ha solo mandato un messaggio: "vieni subito, emergenza".- mostra il proprio telefono Bruce.
-Stesso messaggio mandato a tutti noi. Cos' avrà combinato?- Natasha si poggia con la schiena al muro di metallo e guarda i propri amici.
Sam fa spallucce. -Se è una roba di tipo legale, tocca a te aiutarlo con la multa, colonnello.-
-Ehi, sono io quello che lo ha aiutato a non finire arrestato negli ultimi dieci anni. Ora ci siete voi per questo.-
Le porte si aprono e subito sbiancano tutti uscendo; il pianto di un neonato sta risuonando per tutta la stanza. L' esserino si trova dentro a una piccola culla portatile azzurra, poggiata sulla penisola, e strilla coi lacrimoni sulle guance rosse e paffute.
Happy è seduto sul divano, sporto in avanti e con le mani a coppa su bocca e naso, i gomiti poggiati sulle ginocchia. Tony, invece, sta facendo avanti e indietro con gli occhi rossi e umidi. Quest' ultimo ha ferite recenti, sangue secco e cerotti addosso.
-Per il grande Odino.- pronuncia Thor, vestito con un abito elegante; ha dovuto abbandonare il suo appuntamento con la sua ragazza, Jane, per venire da Stark.
-Qualcuno lo faccia smettere!- grida stremato Happy, lasciandosi andare all' indietro sullo schienale e mettendosi le mani tra i capelli. Strizza forte gli occhi. -Non vuole smettere di piangere!-
La sua esasperazione di certo non aiuta il piccolo, né quello né il tuono della tempesta che proviene da fuori. E molto probabilmente neanche il buio della notte.
-Jarvis, abbassa le luci del cinquanta per cento.- richiede Steve e l' A.I. prosegue subito.
-Ah, grazie, capitano, non ci avevo pensato, purtroppo il mio mal di testa è ancora qui!- sbotta Tony, muovendo le braccia come se avesse un attacco isterico.
Natasha si muove in fretta e prende in braccio il neonato, non deve avere più di un mese. -Tony, chi è lui? E perché sei ridotto uno straccio?-
Stark alza le sopracciglia e sgrana gli occhi, tremando indica il bimbo. -Lui? Ah! "Chi è lui?", dici te. Quello, Agente Romanoff, è mio figlio.-
-Cosa?!- si strabilia Rhodey e la sua faccia viene imitata involontariamente da tutti gli altri.
-Già, mio figlio. L' ho scoperto circa tre mesi fa. Sua madre è morta, il marito di lei è morto e io sono rimasto da solo perché la mia compagna se n'è andata!- gracchia, tremando e muovendosi sul posto.
Il figlio di Stark lancia un latrato infastidito.
-Oh, sta' zitto, tu!- sbotta Tony, guardando male il bimbo.
-Stark!- lo richiama scioccato e furioso Thor, -Non prendertela con il bambino! E cos' è quest' odore, hai bevuto?-
-Mi ha chiamato completamente ubriaco, sono venuto qui il prima possibile.- spiega Happy, non osando ancora aprire le palpebre e massaggiandosi le tempie.
-Quante ore fa?-
-Quattro giorni fa.- replica allo scienziato.
-Sei bloccato qui da quattro giorni?- corruga la fronte Clint, vicino a lui.
-Siamo bloccati qui.- lo corregge Tony, sorridendo in modo fasullo. Si avvicina alla rossa, che stringe il corpicino a sé con più determinazione, e parla a lui. -Questo poppante non vuole capire che deve cucirsi la bocca.-
-Quanto avrà, un mese? Come può capirlo?- domanda ovvio Steve e prende l' amico per una spalla, allontanandolo dal figlio per sicurezza. -Tony, ascoltami, devi bere tanta acqua e sudare, fatti passare questa sbronza.-
-Ha ragione.- concorda Rhodey, -Sapevo che prima o poi avresti messo incinta qualcuna, ma mai mi sarei aspettato di vederti ridotto in questo stato per un bambino.-
-Non dovresti bere con un neonato in casa.- parla finalmente Bucky, la voce cupa, seria e arrabbiata.
Tony mostra i denti e per poco non gli salta alla gola, tenuto dall' uomo vicino a lui. -Tu che cazzo ci fai qui, eh?! Non ti ho mandato alcun messaggio, fuori da casa mia!-
-L' ho portato io qui.- lo avverte il biondo americano.
Il miliardario lo guarda ferito. -Non ce la fai proprio a non stare senza di lui, giusto?- lo incolpa, poi si tiene di colpo un fianco e tenta di non cadere. Lo prendono in tempo prima che caschi. -Sto bene, sto bene...-
-Cos' è successo?-
Stark sospira e torna dritto. -Avrete visto tutti al telegiornale, la settimana scorsa, che uno dei miei aerei si è schiantato al suolo ed è andato in fiamme. Ho dovuto fermarli.- alza la testa per rivolgersi a Bruce, -Otto Octavius è morto.-
-Oh, mio Dio.-
-Peter era su quell' aereo, ce lo aveva portato Toomes, un tizio con cui lavoravo e che poi ho licenziato. Penso che tornerà.- sospira e di nuovo rischia di finire sul pavimento.
Steve e Sam lo aiutano a mettersi seduto su una delle poltrone, non accettando scuse.
-Steve, Steve...- richiama l' uomo, prendendolo per una manica della giacca. -Portalo via. Porta via il bambino.-
-Thones...- non capisce il suo migliore amico, scuotendo la testa.
Natasha si avvicina ai due, cullando il bimbo che non vuole smettere di lagnare.
-Non sono bravo, non posso farcela da solo. Posso costruire cose, posso inventarle, ma questo bambino... questa persona innocente, non posso tenerla con me. Vi prego. Se mi volete bene, tenetelo lontano da me. Portatelo ai servizi sociali, trovate dei parenti o che ne so, ma fatelo uscire da questa torre.- lo supplica, guardandolo fisso negli occhi e ansimando. Una lacrima gli finisce sul profilo. -Fa' come ho detto, per favore. Howard aveva ragione: gli Stark non sono fatti per essere padri.-
-Non puoi farlo.- dice sconvolto Happy. È distrutto anche lui a causa del neonato, ma non per questo se ne sbarazzerebbe.
-Ti aiuteremo noi.- sorride incoraggiante Thor, -Ti aiuteremo a crescerlo, potrai tenerlo. Siamo gli Avengers, possiamo prenderci cura di un piccolo midgardiano. Nel frattempo, non so, vedremo se ha qualche parente.-
-Non servirà a nulla.-
-No, Thor ha ragione. Siamo una squadra, i problemi di uno sono i problemi di tutti.-
-Cap, questo non è un problema qualunque...-
-Ma non ti dà il diritto di cacciarlo, Tony! Quindi no, non te lo porterò via.- Steve si volta e poggia una mano sulla schiena di Natasha, avvicinandola. -Tony, guardalo.-
-No.-
Lo prende e lo fa alzare con la forza. -Guardalo, Tony.-
-Piantala, Rogers.-
-È tuo figlio, Tony.-
-Chiudi il becco!-
-Guardalo! Guarda tuo figlio!-
-Ragazzi!- li sgrida Clint, dato che il loro litigio sta innervosendo Stark Junior, il quale urla a squarciagola.
-È tuo figlio, Tony.- ribadisce.
-Non posso tenerlo, lo rovinerò.-
-No, noi non te lo permetteremo. Abbi fiducia, sei sconvolto, se adesso te ne sbarazzi te ne pentirai non appena tornerai lucido.-
-Io non lo voglio.-
-Stronzate.- sbotta Natasha, conoscendo il suo amico.
-Voi non capite, non sapete quello che gli ho fatto, non lo merito.-
-Qualunque cosa sia accaduta, tu sei suo padre.-
-Non ho alcun diritto di farmi chiamare padre da lui!- gli ruggisce in faccia, stringendo i pugni.
-Non puoi abbandonarlo.- si arrabbia Sam.
-Non mi vorrà.-
-Siete una famiglia adesso, nelle famiglie ci si perdona, rassegnati!- lo strattona Steve quando tenta di andarsene.
-Non posso tenerlo con me, non mi amerà mai!-
-Perché? Perché no?!-
-Se non mi ha amato mio padre, come può amarmi mio figlio?!-
Nella sala cade un silenzio doloroso, comprensivo e profondo. Steve scuote il capo, sconsolato, e prende il piccolino dalle braccia della donna. Il suo pianto non cessa.
-Guardalo. Questo non è Howard. Questo è tuo. Lui non c'è più, non può rovinarti anche questo. Tu lo amerai, com' è giusto che sia. È tuo figlio, Tony, questo è tuo figlio. È. Tuo. Figlio!- preme sulla questione, temerario nel non lasciarsi convincere.
Tony osserva in viso il suo amico, poi suo figlio. Le braccine si muovono nell' aria, singhiozza triste e fa una smorfia desolata. Lo prende in braccio con delicatezza, stando attento e lo culla lentamente. Lo straziante pianto che pareva non finire più cessa poco a poco e, finalmente, la smette.
-Ecco, visto? Voleva solo te.- sorride Steve, commosso come tutti.
Si avvicinano per poterlo finalmente ammirare e pian piano se ne innamorano.
-Ha i tuoi occhi, Tony.- si accorge Rhodey, ridendo leggermente.
-Qual è il suo nome?- domanda Bucky.
-Peter.- risponde tranquillo Stark, improvvisamente di nuovo in sé stesso e non più arrabbiato. -Si chiama Peter.-
-Ciao, Peter.- lo saluta Banner, lasciandosi racchiudere un dito in una delle sue manine. -Sono lo zio Bruce.-
Gli amici ridono dolcemente e decidono di imitarlo.
-Sono lo zio Thor.- sorride il Dio e mette la mano sopra quella di Peter e Bruce.
-Io sono lo zio Sam.- fa lo stesso Falcon e così via tutti gli altri.
-Sono lo zio Clint.-
-Sono la zia Natasha.-
-Sono zio Bucky.-
-Sono zio Rhodey.-
Happy sente il cuore nelle orecchie e poggia anche la propria mano. -Sono lo zio Happy.-
Captain America vede un sorriso uguale al suo nascere su quello di Stark. -Sono lo zio Steve.-
Tony è rimasto senza parole, contento ed eccitato. Copre con la sua mano quella di tutti gli altri. -Sono papà.-
Steve Rogers ha le pupille azzurre che gli brillano come stelle quando si rivolge al bimbo: -Benvenuto in famiglia, Peter.-
Quasi abbia capito, Peter sorride e ridacchia felice.
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The Hero's Secret
Fiksi PenggemarDedicato a chiunque non abbia un buon rapporto col padre. Se non avete mai visto i film della Marvel, ATTENTI AGLI SPOILER. Contiene le storie: • Iron Dad • Spider Son • Magissa Peter Parker non è altro che un sedicenne del Queens, New York, che des...