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Anya strillò e corse verso il balcone, spalancando le porte a doppia anta di vetro. La squadra la seguì, confusa e con un brutto presentimento per via delle parole che aveva pronunciato.
-Amaranta!- Anya gridò contro il cielo grigio e si girò da tutte le parti, -So che sei qui. Vieni fuori, forza! Sorella!-
Una risata divertita e femminile riscosse le viscere di chiunque. La strega era seduta sulla ringhiera in perfetto equilibrio alla loro destra e stava facendo dondolare le gambe in modo infantile. -Buongiorno, miei cari. Come vi va?-
-Tu... sei stata tu, non è vero?-
-A fare cosa?-
Anya rispose a Peter: -Non hai mai avuto il cancro. Era una mia illusione, una di quelle che ho dato a mia sorella. Dico bene, Amaranta? L' ha sfruttata per farti credere di essere malato. Ha calcolato ogni cosa. Tempo fa vi dissi che non può prendere i poteri di una persona totalmente se non ha il consenso. Sapeva che avresti chiesto aiuto a lei e non a me per non coinvolgermi e chiederle aiuto accettando qualunque punizione equivale al consenso per diventare normale.-
Cosa?
Il cuore di Peter gli salì in gola. Tutta quella paura di morire, quell' ansia di non rivedere mai più nessuno a cui teneva... era tutto finto? Un' illusione?
Amaranta sorrise diabolica, scese dalla ringhiera e batté le mani. -E brava la mia sorellina, ce ne hai messo di tempo. Ti credevo più sveglia.-
-Ciò vuol dire...- Peter scrutò tremante la Magissa Nera, -... che i miei poteri ce li hai tu?-
-Brutta strega, ora mi hai stancato!- Thor richiamò Mjolnir a sé e Steve fu costretto a tenerlo assieme a Loki, -Ridà a Peter i suoi poteri, ora!-
Amaranta scosse il capo con lentezza. -Non penso proprio.-
-Perché, Amaranta?- Anya stringeva i pugni con forza, -Hai bisogno che Peter sia Spider-Man per fare in modo che Venom lo possegga, perché fargli una cosa del genere?-
L' euforia sul viso dei lei venne rimpiazzata dalla serietà. -Devo fare quello che devo fare. E perché no? Posso anche divertirmi e vendicarmi nel frattempo.-
-Vendicarti di cosa?- Parker si fece avanti per fronteggiarla, -Io non ti ho mai fatto un bel niente!-
-Non di te, di lui.- Amaranta indicò Tony, alle spalle del ragazzo.
Peter guardò sia lei che Iron Man. -Che c'entra Stark con me?-
L' uomo tirato in causa irrigidì ogni muscolo e la ragazza si limitò a ghignare. -Tu non sai niente. Non ancora, almeno. Ora... occupiamoci di te.-
Con uno scatto, Quinn si mise di fronte a Peter e guardò temeraria l' immortale strega. -Non pensi di aver già fatto abbastanza? Se vuoi Peter, dovrai passare su di me.-
Anya si avvicinò al fratello. -E me.-
-E me.- Steve mise una mano sulla spalla del giovane.
Tutti gli Avengers si avvicinarono a Spider-Man, fino a creare uno scudo protettivo intorno a lui. Come una famiglia.
-Prova ad avvicinarti a lui e sei morta.- Tony aveva già metà armatura addosso e stava caricando il braccio col laser.
Per tutta risposta, Amaranta assunse un' espressione annoiata. -Peter è già spacciato. Fossi in voi, mi metterei da parte. Altrimenti perirete tutti.-
Rogers fece un sorrisetto sarcastico. -Ah, sì? Tu e quale esercito?-
Tony alzò gli occhi al cielo. -Quella frase non bisogna mai dirla, Cap. È un classico!-
Amaranta fece un sorriso inquietante che andò da un orecchio all' altro e gli occhi le si illuminarono di viola chiaro.
Serrarono le palpebre, in attesa di un esplosione o un attacco, però non accadde nulla... tranne le vibrazioni dei loro telefoni per una notifica.
-Oh, non fate caso a me. Guardate pure.- Amaranta incrociò le braccia al petto, attendendo.
Quinn e Peter furono i primi a vedere cosa fosse dai loro rispettivi cellulari: era un video di YouTube che risultava postato un' ora prima. Non capendo, schiacciarono "play".
-Salve a tutti, deboli e insignificanti mortali. Mi chiamo Amaranta e sono la Magissa Nera. Mi avrete vista negli ultimi tempi sui vostri telefoni, nei vostri televisori, al computer e sui giornali mentre facevo a pezzi i vostri amati beniamini, gli Avengers, e la "meravigliosa" New York. Non temete, voglio solo parlare. Anzi... voglio mostrarvi una cosa.-
Dopo qualche secondo, trattennero il fiato.
-Oh, cazzo.- grugnì Sam.
-Peter...- Natasha sentì il freddo invaderle le ossa e il suo figlioccio parve sul punto di vomitare.
Al posto del primo piano di Amaranta, sui loro schermi si poteva vedere chiaramente il ragazzo col suo costume da supereroe, che si ritirava da una battaglia appena conclusa dietro ad un muro e si toglieva la maschera. Non c'erano dubbi per chiunque vedesse quel video; era senz' altro Peter.
Porca puttana...
-Sì, confermo io per voi, gente, quello che avete appena visto era Spider-Man che si toglieva la maschera dopo un combattimento contro Snake, un perdente che ci ha lasciati qualche mese fa. Nessun fotomontaggio, avete guardato le riprese delle telecamere che ho piazzato io stessa per la città al mio arrivo. Per chi non lo sapesse, il suo nome è Peter Benjamin Parker e vive nella Stark Tower di New York City. Chiunque riuscirà ad uccidere questo piccolo ragnetto fastidioso, avrà la ricompensa di centocinquanta milioni di dollari. Avete un tempo illimitato a vostra disposizione. Ah, e nemici di Spider-Man? Fate pure la vostra mossa. È. Senza. Poteri.-
No. No. No, no, no! No, merda, no!
-Ragazzi, guardate.- Bucky indicò il numero di visualizzazioni sul telefono di Tony, -Novemilaottocento... novemilanovecento... un milione.-
-Porca vacca.- Parker lasciò cadere il telefono a terra e si piegò su sé stesso. Non aveva un attacco di panico da anni, ma era certo di averne uno in corso.
-Divertitevi.- Amaranta mosse le dita nel salutarli e sparì in una nuvola di fumo.
-Oddio... Oddio, sto per sentirmi male.- Peter si portò le mani tra i capelli e cadde in ginocchio. Questo era un incubo, il peggiore dei suoi incubi. Tutti i suoi sforzi fatti per tenere nascosta la vera identità del suo alter-ego erano appena andati in fumo.
Mentre Rhodey rispondeva al telefono, Anya si inginocchiò di fronte al ragazzo. Non poteva credere che sua sorella si fosse spinta a tanto, ma dopo Richard doveva aspettarselo. -Peter, guardami. Ascoltami, devi guardarmi. Non perdere il controllo, ok? Devi respirare.-
-Era Ross.- Rhodey guardò affranto i suoi amici, -Sono scappati dei carcerati da quattro prigioni diverse e solo nella nostra contea. Il video è stato riprodotto ovunque: Tokyo, Roma, Parigi, Germania, Canada, persino qui a Time Square.-
-Che grandissima figlia di...!- Tony si interruppe quando vide qualcosa di strano in lontananza sul panorama. Le luci di New York si accendevano e spegnavano a intermittenza, ogni casa dava l' idea di essere andata in cortocircuito. -È un blackout, per caso?-
-Quello non è un blackout.- Quinn fece dei passi indietro e, proprio in quel momento, la luce della torre cominciò ad andarsene e a tornare a scatti. -È il codice morse.-
-Che dice?- Bucky seguì quello strano movimento di luce con gli occhi, imitando gli altri.
-"Peter... Parker".- capì Steve, -Dice solo questo, "Peter Parker".-
-Peter.- Anya avvertì il ragazzo e si volse verso di lui, tutti e due stavano ricordando con chi si erano dovuti scontrare quell' estate.
Quest'ultimo si alzò su gambe tremanti, analizzò i flash che c'erano intorno a loro e annuì. -Electro.-
Un ruggito proveniente dalla strada, seguito da delle urla, suonò familiare a Quinn. -Lizard.- comprese e un nuovo urlo, stavolta selvaggio, le fece venire la pelle d' oca. -Kraven, il Cacciatore.-
-Se c'è lui c'è anche il Camaleonte, suo alleato.- ragionò ad alta voce Anya.
-Guardate!- Natasha indicò l'orizzonte, dove si poteva vedere il mare agitato.
Qualcosa stava avvolgendo le acque e si stava dirigendo a riva, una nube... una nebbia verde.
Ecco, ci siamo.
Peter serrò la mascella. -Mysterio.-
Quinn diede una lieve gomitata a Captain America, indicò la nube e boccheggiò un paio di volte prima di riuscire a ritrovare la parola. -Ecco quale esercito, capitano.-
Thor si voltò in direzione del biondo. -Dovevi proprio chiedere?- gli fece il verso, facendo riferimento ad una loro vecchia battaglia.
Steve, in tutta risposta, lo guardò male.

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-Kitta♡

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