"è questo l'universo intermedio da cui è passata mia figlia Clarissa?"
Da ore erano in cammino in quella foresta incantata che i Seelie insistevano a chiamare "mondo intermedio". L'aria sembrava quasi ovattata e dagli alberi cadeva una pioggia di polvere dorata simile al polline primaverile. In effetti, era difficile associare la parola inverno ad un posto come quello. Sembrava quasi di stare dentro le favole che tanto piacevano ai bambini mondani, racconti in cui i cavalieri e le principesse sopravvivevano a draghi e creature ancora più disgustose. I bambini che conoscevano la dura realtà avevano imparato già da tempo che il bene vinceva meno frequentemente di quanto gli umani volessero far intendere. E sapevano anche che nel mondo delle ombre tutte le storie erano vere, soprattutto quelle che finivano male. Stavano entrando in una radura sempre più fitta e la pazienza stava iniziano a scemare mano a mano che i minuti passavano. Solo l'angelo sapeva quanto tempo era trascorso in realtà. La piccola creatura che faceva strada davanti al gruppo continuava imperterrita per la sua strada senza proferire parola.
"Cara regina, sto iniziando a dubitare del fatto che lei voglia ricambiare il mio favore. Dalla chiacchierata che abbiamo avuto prima non aveva fatto nessun cenno al fatto che sarei morto di vecchiaia in questo... mondo."
L'uomo aveva già posato la mano sulla sua spada nel caso gli amati sudditi della regina avessero avuto la malsana idea di attaccarlo.
"Ti ricordavo come un uomo paziente Valentine. Dov'è andato a finire il tuo coraggio? L'hai nascosto insieme alla verità su tua figlia e Jace Wayland?"
Valentine non si sorprese del fatto che la regina Seelie sapesse già tutto di Jonathan e Clarissa, ma non accettava che li nominasse in quel modo davanti a lui.
"Ti suggerisco di non fare i loro nomi in mia presenza, regina. Almeno che non glielo chieda come ho fatto poco fa. È passata di qui Clarissa?"
La regina si fermò e si girò verso l'uomo che fino a pochi secondi fa la stava seguendo. L'altezza e il volto erano di una bambina di tredici anni, ma Valentine sapeva che dietro lo sguardo freddo c'erano secoli di esperienza e cattiveria che Valentine le invidiava sebbene non l'avrebbe mai ammesso.
"Clarissa Fairchild ha attraversato questo mondo scortata da uno dei miei più collaboratori più stretti. Inutile dire che è stato punito degnamente per questo."
Uno dei guerrieri che scortava la regina si girò con fare colpevole rivelando la sua identità. Valentine fece schioccare la lingua tra le labbra in modo compiaciuto.
"Lei ha punito uno dei suoi guerrieri più coraggiosi perché io ho voluto che mia figlia mi raggiungesse attraverso un mondo parallelo al nostro. E adesso lei è mia alleata in questa guerra. Bizzarra la politica, vero?"
Valentine non soltanto amava confondere gli Shadowhunters, ma anche i Nascosti con una lunga vita di battaglie e di alleanze alla spalle. Pensando a questo non si era accorto che erano arrivati a destinazione e che lo stessa creatura fatata che tempo fa era stato punito per aver condotto Clarissa fino a lì stava riattivando il portale tramite il suo legame con la natura. Valentine si chiese se la regina fosse subdola e imprevedibile quanto lui, ma se ripensava al piano che stava per attuare ne dubitava. Tirò fuori dalla sua borsa una coppa dorata antica quasi quanto la vita di un angelo. La alzò al cielo e fece la sua richiesta.