Alec

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Alec riuscì ad entrare mostrando il pass nonostante le occhiate scettiche dei due buttafuori. La stanza in cui era entrato era abbastanza spoglia e non conteneva niente di particolare dentro. L'unico elemento degno di importanza era l'ascensore a centro della sala racchiuso in quattro mura d'argento.

"Presumo che siamo nel posto giusto"

Più per informare Magnus, disse ciò per farsi coraggio. Il momento della verità stava arrivando ed era sicuro che le gabbie che aveva sognato Magnus erano al piano sotterraneo. Alec si mise di fronte alle porte dell'ascensore e notò che non c'era nessun pulsante da premere per chiamare l'ascensore. Prima di darsi una spiegazione, le porte si aprirono davanti a lui. Tre uomini uscirono dall'ascensore e istintivamente Alec li lasciò passare spostandosi leggermente di lato. Uno dei tre lo scrutò e Alec immediatamente pensò che l'incantesimo fatto da Magnus stesse perdendo i suoi effetti.

"Attenta con quelle scarpe che sotto hanno pulito il pavimento"

Il respiro di Alec si fermò. Non era proprio questo ciò che avrebbe aspettato di sentire. Fece un cenno con la testa che non capì nemmeno lui se annuisse o gli stesse indicando l'uscita. Non ebbe tempo di vedere la reazione perché si insinuò dentro le porte. Anche all'interno dell'ascensore non c'era nessun tasto da premere, così sperò che nessuno scendesse insieme a lui. Si chiese in quanti dentro l'Istituto sapevano dell'esistenza di quell'ascensore e nel caso l'ascensore fosse bloccato come potevano tirare le persone fuori visto che non c'era un pulsante di emergenza. In lontananza un uomo stava mostrando il suo pass ai bodyguard, ma prima che Alec avesse un soffio al cuore le porte si chiusero e sentì di stare scendendo verso il piano inferiore. Probabilmente per raggiungere quel posto, l'ascensore ci aveva messo pochi minuti ad arrivare, ma ad Alec ne sembravano passati troppi e gli sembrò che le porte si aprirono con la stessa lentezza. Fece il suo primo passo fuori e in un primo momento non gli fu chiaro come muoversi. Anche in quel piano l'ascensore occupava il centro della stanza, ma appena varcavi le porte vi comparivano davanti una stanza di cui si vedeva solo il fondo per via della porta stretta. Alec si avvicinò e si accorse che sia a destra che a sinistra il corridoio continuava con altre stanze. Non vedeva nessuno lì intorno ma riusciva sentire delle voci rimbombare in corridoio. Prese il corridoio di sinistra per essere fuori dalla portata di chiunque scendesse dall'ascensore. Dopo aver passato due stanze entrò e un odore di vomito mischiato a sangue gli punse le narici. Si tappò il naso e avanzò ancora di più con il cuore che quasi avrebbe vomitato se quell'odore fosse aumentato. Alec vide ai lati del muro dei tavolini che gli ricordarono il laboratorio del suo liceo dove facevano gli esperimenti. La maggior parte dei contenitori erano vuoti ma non sciacquati all'interno, segno che ancora dovevano finire ciò che avevano iniziato. Alec ne prese uno e annusò ciò che vi rimaneva dentro. La sostanza era inodore, ma Alec sentì un leggero pizzicorio al naso. Da fuori non l'aveva notato a causa della poca larghezza della porta ma quella che credeva una sala intera era divisa in due da un'apertura ad altezza uomo. Dopo l'apertura ve ne era un'altra e poi un'altra ancora che dividevano ciò che Magnus aveva descritto. La puzza era insopportabile ma ciò che vide dentro quella stanza gli fece contorcere lo stomaco. Ai suoi lati dove nella sala prima c'erano i tavoli, due figure erano stese su un piano che avrebbe dovuto essere un letto. Alec si avvicinò alle sbarre per vedere meglio, ma la poca luce che entrava  da dei fori sul muro non gli permetteva di vedere niente se non i loro corpi che avrebbero potuto esseri morti per quanto ne sapeva. Avanzò per entrare nell'altra stanza e vide altre sagome. Ringraziò che il buio non gli permetteva di vedere altro.

"Magnus! Chiama le sorelle di Ferro! Serve aiuto subito! Sembrano tutti morti!"

Alec sentì la sua stessa voce tremare come non gli era mai successo prima.

"Sto andando. Come ci sei arrivato?"

"C'è un ascensore dentro quella stanza che ti dicevo. Si trovano un piano sotto terra. Sbrigati!"

Intanto Alec si aggrappò alle sbarre e iniziò a scoterle senza smuoverle.

"Tutto bene? Sono qui, vi stanno venendo a salvare."

Sperò di vederlo almeno muoversi, ma l'unica cosa che vide fu un'ombra fioca sul mura che proveniva dall'entrata.

"Non si sveglierà tanto presto, Alec Lightwood"

Branwell era a pochi metri da lui,  con le braccia incrociate e due guardie del Clave dietro di lui.

Solo Due SatellitiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora