Magnus

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Magnus era tornato a casa da almeno due ore e non aveva notizia di Alec da almeno quattro. Sapeva che era all'Istituto per completare il suo allenamento da Shadowhunter. Non si fidava minimamente delle Sorelle ed era completamente sicuro che Cleophas avrebbe mandato quei ragazzi a farsi uccidere pur di avere la meglio sul Clave. Anche Magnus li voleva annientati, ma non voleva qualcuno che li sostituisse. E non voleva neanche confessare i suoi dubbi ad Alec, ma lui stesso pensava che Alec sarebbe stato il primo a dubitare delle Sorelle quando ce ne sarebbe stato il bisogno. Tuttavia, il problema non era solo Alec. Anche Jace, Clary e Simon (che non apparteneva neanche a una delle antiche famiglie di Shadowhunters) volevano a tutti i costi unirsi alla caccia ai demoni, come se solamente volendo fossero stati capaci di ucciderli tutti. Magnus si chiese se non fosse il caso di chiamare Alec o, nel caso non rispondesse, Jace. No, probabilmente Clary era molto più affidabile di testa bionda. Mentre si chiedeva se nel caso Clary non rispondesse Simon avrebbe potuto rappresentare una possibile alternativa a Jace, Magnus sentì le chiavi girarsi dentro la serratura. Erano le sette e mezza ed Alec aveva ritardato di un'ora abbondante. Si alzò appena la porta iniziò ad aprirsi e si ritrovò Alec sulla soglia che gli sorrideva. Già da prima che entrasse non sapeva se mostrarsi arrabbiato o neutro davanti a quel ritardo. Adesso che Alec era di fronte a lui, capì che in confronto alla felicità di rivederlo per un altro giorno a casa sua, la preoccupazione spariva così come era arrivata. Illuminava la giornata di Magnus come i raggi del sole riscaldavano il mondo intorno a loro. E proprio come il sole, la presenza di Alec gli faceva nascere un calore in mezzo al petto che curava ogni sua ferita interna senza ustionarlo mai. Questo calore si intensificò quando Magnus si sentì avvolgere dall'abbraccio di Alec. Rimasero così per troppo poco secondo i gusti di Magnus, ma riuscì ad osservare con sollievo che non indossava gli abiti da Shadowhunters. Le Sorelle avevano lasciato ad ognuno di loro due tute da indossare in allenamento, ma quando Alec era tornato a casa con indosso una di queste Magnus gli aveva chiesto gentilmente di evitare di avere un armamento di guerra in casa. Da lì nacque una discussione infinita che finì con Alec che lasciava la sua uniforme dalle Sorelle. Contento che per quella sera sembrava non esserci un argomento su cui discutere Magnus fece entrare Alec in casa.

"Oggi sei tornato un po' più tardi del solito. È successo qualcosa con Jace?"

Alec lo seguì in salone e Magnus notò che ci mise un po' per rispondere, ma non ci diede peso. Dopotutto doveva essere stanco sia fisicamente che mentalmente.

"Non è accaduto niente a Jace se non che mi ha schiacciato durante l'allenamento. Migliora più velocemente di me."

Magnus fece aspettare qualche secondo, ma Alec sembrò non voler aggiungere altro. Deciso ancora di non preoccuparsi perché se ci fossero delle novità importanti Alec gliele avrebbe già dette, andò in cucina a preparare qualcosa per la cena. Alec lo seguì con lo sguardo, ma non lo raggiunse. Magnus fece comparire delle bistecche davanti a lui. Visto che Alec non ne voleva sapere di mangiare della verdura, si era abituato lui alla sua dieta che comprendeva quasi solo carne e carboidrati abbondanti. Sentì i passi di Alec che tentennavano man a mano che si avvicinava alla cucina. Magnus voleva continuare a pensare che fosse tutto a posto e che Alec fosse solo preso dalla stanchezza. Magnus era di spalle ma sapeva che Alec era dietro di lui.

"Questa carne da dove l'hai presa?"

Trovava opprimente che appena scrocchiava le dita e compariva qualcosa, il suo fidanzato sospettasse che l'avesse rubata.

"Sono le bistecche che hai preso te ieri. Veramente, Alexander, sto iniziando seriamente a offendermi"

Alec alzò le braccia in segno di resa e Magnus lo vide prendere due piatti per apparecchiare la tavola. I suoi movimenti erano lenti e cauti, come se temesse di rompere qualcosa o di fare troppo rumore. La calma di Magnus iniziò a vacillare. Alec aveva timore di dirgli qualcosa e Magnus non aveva il coraggio di chiedergli cosa. Ad un certo punto, Alec si girò e lo guardò fisso negli occhi e solo in quel momento Magnus notò che non lo aveva fatto da quando era entrato.

"Cleophas mi ha chiesto di diventare il capo dell'Istituto. E io ho accettato"

Magnus non si era accorto che aveva trattenuto il fiato. Cacciò l'aria con la speranza di cacciare fuori una risposta che non offendesse Alec.

"Perché? Cleophas sa cosa fa veramente un capo dell'Istituto?"

Alec annuì non percependo minimamente lo sforzo di Magnus di non lasciar trapelare nessuna emozione nella domanda.

"Me lo ha spiegato oggi. In pratica, si occupa delle questioni burocratiche e prende le ultime decisioni. Sta su campo meno degli altri, ma è la mente che organizza tutto"

Magnus se lo sarebbe dovuto aspettare. Il cognome Lightwood valeva ancora qualcosa tra le famiglie di Shadowhunters ed era inevitabile che le Sorelle avrebbero approfittato di ciò per avere Alec sotto il loro controllo.

E di conseguenza, anche Magnus.

"Te credi veramente che le sorelle ti abbiano proposto come capo dell'Istituto per premiarti?"

Alec lanciò la forchetta che aveva in mano sul piatto. Il vibrato che aveva provocato l'impatto contrastava con i movimenti silenziosi e rapidi di pochi attimi prima. Aveva perso il contatto visivo con Alec e lui stava guardando un punto distante del salone, lontano da Magnus.

"Sapevo che l'avresti presa così e sono ancora più imbecille se per un attimo ho pensato che saresti stato felice per me sapendo quanto conti per me l'Istituto"

"So benissimo che ci tieni all'Istituto più di chiunque e proprio per questo devi sospettare che le sorelle ti vogliano a capo per farti obbedire ai loro ordini"

Alec continuava a non guardarlo.

"Non voglio essere la pedina di nessuno Magnus, ma non voglio essere costretto a scegliere a chi dare la mia lealtà"

Anche se Alec sembrava inarrivabile, Magnus si avvicinò e gli accarezzò i capelli.

"è questo che io dico. Non devi essere messo in posizione di essere leale a te stesso o alle Sorelle. Fai quello che ritieni giusto e non pensare che tutto ciò che ti viene detto sia per favorirti. Soprattutto quando è di mezzo il potere non fidarti di nessuno e non prendere parti se non con te stesso"

Alec accennò un sorriso che sollevò il cuore appesantito di Magnus.

"I questi momenti dimostri i tuoi...cosa? Mille anni?"

Magnus gli tirò una ciocca nera sulla testa, ma non si trattenne nel ridere.

"Attento a parlare della mia età pivello"

Il sorriso di Alec si allargò di più e Magnus capì che il momento di tensione era passato.

"Se le Sorelle di Ferro ti chiedono qualcosa su cui non sai deciderti me lo dirai?"

Gli occhi di Alec erano scuri per la poca luce, ma anche quel grigio chiaro riflesso riusciva a esercitare un certo fascino su Magnus.

"Sì. A meno che non metta in pericolo te"

"Niente mi mette in pericolo. Sono invincibile"

Il viso di Alec si fece serio.

"No che non lo sei. La prima cosa che farò sarà mettere una ronda di notte, così non ti metterai in pericolo"

"wow. Protetto da un branco di mocciosi provenienti da famiglie che mi odiavano. Per il mio curriculum è un salto di qualità"

Questa volta Alec rise veramente. E la sua risata alleggerì Magnus nuovamente e in maniera più intensa di prima. Sperò che l'effetto non svanisse mai e che Alexander rimanesse lì a semplificargli la vita. 

Solo Due SatellitiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora