"Noi continuiamo a venire qui, ma non mi piace per niente questo posto"L'audacia che Simon aveva mostrato pochi istanti prima nell'ufficio di Cleophas sembrava svanito. Adesso non tentennava a nascondere la sua paura ad Alec. C'era da dire che neanche lui era tanto convinto visto che Cleophas non aveva voluto specificare se quello che erano in punto di fare fosse pericoloso o meno. Anzi, non aveva dato loro nessuna spiegazione riguardo a ciò che avrebbero dovuto fare. Cleophas era davanti che li scortava verso il laboratorio delle Sorelle e di tanto in tanto si girava per vedere se Alec e Simon fossero ancora dietro di lei. Forse aveva paura o sperava che scappassero prima di sapere? Alec aveva preso in considerazione di scappare e fare finta di non aver chiesto niente, ma era stufo di essere quello sempre all'oscuro di tutto. Per tanti giorni era stato l'unico a non sapere che Magnus fosse uno stregone, poi sia Jace sia Clary non gli avevano detto di sua madre, delle Sorelle e soprattutto, del Clave. Per almeno quella volta, voleva essere parte attiva della situazione, anche se questo comportava correre dei rischi. Il laboratorio delle Sorelle sembrava ancora più provvisto di macchinari che Alec non aveva mai visto e non sapeva descrivere quanto fossero complesse. Chissà da dove le Sorelle prendessero i fondi per finanziare tutta quella nuova tecnologia. Cleophas li invitò con lo sguardo a fermarsi davanti un piccolo altare con sopra appoggiata una penna. Un coperchio di vetro la copriva sformando la sua immagine. Cleophas li aspettava in silenzio e li fissava con attenzione. Sembrava attendesse che o lui o Simon dicessero qualcosa.
"Secondo voi, questo oggetto dentro la sfera di vetro cosa potrebbe essere?"
Simon si chinò per vederlo meglio.
"Una... penna?"
Lo sguardo di Cleophas rimase indifferente a quella risposta.
"No"
"Una penna touch?"
"Non è una penna, Simon"
"Allora è un pennello"
"Non è niente di simile"
"Un pennarello? È senza inchiostro perché non vedo il colore"
Alec allontanò delicatamente Simon dalla sfera prima che Cleophas li cacciasse da lì.
"è sicuramente qualcosa di cui noi non sappiamo neanche l'esistenza"
Cleophas annuì lentamente irritando ancora di più Alec. Era così difficile spiegare tutto e subito?
"Non è semplice, Alec Lightwood. Sono una Sorella di Ferro odierna. Per me è ancora difficile capire certi meccanismi, ma mi affido alla volontà di Ithuriel e sarà così finchè la mia vita non avrà fine"
Sentire parlare Cleophas in tono così devoto e servile fece impietrire Alec. Li avrebbe mandati ad uccidere per via della sua devozione verso Ithuriel? Cleophas gli rivolse un sorriso canzonatorio e Alec si chiese se non leggesse nel pensiero.
"Vorrei che Magnus fosse qui per spiegarti. Saprebbe dirti meglio di me quello che vi sto per raccontare"
Cleophas guardò sia Alec sia Simon.
"Quello che vedete dentro la sfera è uno stilo. Gli Shadowhunters lo usavano per disegnare sulla loro pelle le rune. I parabatai a loro volta usavano le rune per localizzarsi"
Simon strabuzzò gli occhi.
"Quindi possiamo usarli per seguire le tracce di Jace e Clary e capire cosa ci nascondono?"
Cleophas scosse la testa.
"Purtroppo, questo si può fare solo se entrambi i parabatai condividono la stessa runa."
Alec ancora non riusciva a capire il ragionamento di Cleophas.
"Perché ci stai dicendo questo?"
Cleophas si voltò per guardarlo e Alec lesse sul suo viso una nota di incertezza.
"Secondo i nostri studi, lo stilo riusciva a localizzare chiunque. Voglio sapere se questo si attiva al vostro tocco come la spada angelica si è attivata al tocco di Clary"
Alec ricordò quel giorno. La visione era ancora fissa nella sua mente e presumeva che ci sarebbe stata ancora per molto. Cleophas sembrava ancora dubbiosa.
"Alec, possiamo chiedere a Magnus di aiutarci. Lui con la sua magia ha i mezzi per saperne di più e senza alcun tipo di rischio"
Non sapeva perché, ma non voleva che Magnus intervenisse in quella storia. Voleva capire da solo perché Jace gli stava mentendo e voleva sapere di più riguardo al legame parabatai. Guardò Cleophas negli occhi.
"No, a meno che Simon non voglia"
Alec guardò Simon, che sembrava in imbarazzo quando sentì Alec fare il suo nome. Si ricompose subito, il che fece sorridere Alec. Simon era più coraggioso di quanto desse a vedere.
"Per me possiamo proseguire"
Cleophas si mise tra loro con una mano verso Alec e una verso Simon, come se volesse interrompere una rissa.
"Non vi ho ancora detto di che si tratta"
Simon si mostrò confuso, come Alec d'altronde.
"Vuoi che tocchiamo lo stilo"
"Sì, ma non sai per quale motivo. Nel caso lo stilo si attivasse al vostro, c'è una possibilità che lo possiate anche usare su di voi"
Alec si avvicinò a Cleophas.
"Così possiamo sapere sempre dove sono Jace e Clary"
Cleophas annuì.
"E non solo quello. Il problema è i rischi che comporta usare uno stilo. Sulla pelle di uno Shadowhunter non rappresenta nessun tipo di pericolo, ma sulla pelle di un mondano... potrebbe farlo impazzire per il dolore"
Alec sentì vicino a lui Simon rabbrividire mentre lui faceva di tutto per fermare il tremore alle ginocchia.
"Come possiamo... ehm.. evitare ciò?"
Alec lesse nello sguardo di Cleophas una leggera soddisfazione. Finalmente stavano iniziando a capire la pericolosità della situazione.
"Diciamo che ho un piano. Se sappiamo muoverci con cautela e attenzione, forse c'è una probabilità di riuscita"
"Alta o bassa?"
Cleophas si voltò verso Simon.
"Non saprei dire. Procediamo con il piano e vedremo"
Alec lesse nella voce un velo di incertezza. Fece finta di non accorgersene e ascoltò il piano di Cleophas.