Magnus

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"Non hai la minima intenzione di chiedere ad Isabelle di far parte del Clave"

Magnus aveva rincorso Alec che sembrava che stesse scappando da un demone per come il suo passo era svelto e silenzioso. Però quando lo aveva chiamato si era fermato in mezzo il corridoio dando le spalle a Magnus che non riusciva a cogliere la sua espressione.

"Ti conosco abbastanza da sapere che non coinvolgeresti tua sorella in qualcosa che reputi anche minimamente pericoloso"

Alec si voltò e Magnus capì dalla sua espressione che aveva indovinato. Il suo volto era illuminato da una luce azzurra che proveniva dalla vetrata accanto. Oltre a sorprendersi del fatto che ci fosse un po' di luce in quel baratro che le sorelle insistevano a chiamare covo, Magnus trovò che quella luce riflessa sulla sua figura lo separasse da lui.

"Che cosa hai in mente Alexander?"

Le palpebre di Alec sembravano quasi chiuse per quanto guardava in basso, ma Alec non sembrava vergognarsi per quella bugia che aveva detto a quelli che avrebbero dovuto essere suoi colleghi shadowhunters. Dalla sua bocca serrata Magnus intuiva che stava meditando su qualcosa. Forse su dirgli o no la verità.

"Voglio entrare dentro l'Istituto adesso. Più tempo impiegheranno per escogitare un piano che vada bene per entrambi, più i Nascosti soffriranno per colpa del Clave. Avrei dovuto capire che il loro odio verso i Nascosti non si fermava solamente a dei processi assurdi"

Quella luce che gli attraversava il viso lo rendeva ancora più serio. Alec aveva espresso il suo stesso pensiero solo che era rivolto contro se stesso.

"Non era competenza tua capirlo. Sono stato io cieco. Non ho capito quello che stava succedendo. Appena riavuti i poteri dovevo ribellarmi al Clave, ma avevo troppa paura"

"Ma avevi la tua magia con te. Di cosa potevi avere paura?"

"In passato l'ho usata per fare cose veramente tremende e quando ho riavuto i miei poteri indietro, volevo usarli solo per fare la cosa giusta, ma comunque non è bastato. Avevo paura che usare magia per spaventare il Clave non mi sarebbe bastato. Avrei sfogato anni di odio su di loro come loro lo stanno facendo su delle creature innocenti. Peccato che per fare questo mi sono voltato da un'altra parte"

Solo quando ebbe finito di parlare si rese conto che le mani gli stavano tremando violentemente. Provò a fermarle incrociandole, ma il tremolio gli si spostava sulle braccia e rendeva ancora più impossibile nasconderlo. Se i ricordi felici evocati dal frutto gli avevano trasmesso serenità e pace, quelli gli fecerp dimenticare che la persona di fronte a lui era l'ultima che avrebbe dovuto sapere gli errori del suo passato. Le poche cose che gli aveva raccontato di lui lo facevano apparire come una vittima agli occhi di Alec e Magnus per questo si disgustava ancora di più. Vittima lo era stato, ma niente poteva giustificare ciò che fece dopo la sua nascita. Più tentava di trattenere le lacrime, più gli occhi gli bruciavano e il tremolio aumentava. Quando succedeva, chiudeva gli occhi e respirava per calmarsi, ma questa volta era diverso perché aveva Alec davanti che lo rendeva più vulnerabile. La vista iniziava a offuscarsi e l'udito ad ovattarsi tanto che per un momento Magnus pensò che Alec se ne fosse andato e che stesse solo in quel corridoio gelido. Ad un tratto, sentì una pressione delicata sugli occhi che gli chiuse le palpebre fino a che non vide nulla. Pochi istanti dopo sentì una presa sulle braccia che piano piano si spostò alle mani. Magnus riconobbe i palmi che lo stavano tenendo e li strinse nonostante i tremori non cessassero. Sentì le lacrime scendergli sulle guance, ma comunque continuò a tenere strette le mani di Alec come se fossero l'ultima cosa a tenerlo aggrappato a un precipizio.

"So cosa provi. Anche io mi sento in colpa per tantissime cose, per questo voglio agire subito. Io da solo mi saprei muovere più velocemente e magari con il tuo aiuto anche meglio"

Magnus non aveva la forza di rispondere, ma l'unico sforzo che poteva permettersi era di aumentare la presa sulle mani di Alec per fargli capire che per lui sarebbe valso la pena andare all'inferno anche se scommetteva che aveva già un posto in prima fila per quello.

"Mi è appena venuta in mente un'idea ed adesso che ci sei tu il mio piano è ancora più efficace."

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